Capitolo 24

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Pov's Sam
Avevo un cappuccio in testa che mi copriva la vista.. il tizio di prima mi trascinava tenendomi le mani ammanettate.

E ora cosa avrei dovuto sopportare?

Dopo qualche minuto ci fermammo e intorno a me sentì solo del brusio..

Pochi secondi dopo invece, il cappuccio mi fu
tolto dalla testa.

Socchiusi gli occhi per abituarmi alla vista della stanza illuminata.

E poi capì.. davanti a me vi erano quelli che sembravano i membri della convenzione.

Tutti i profili che avevo visto nei fascicoli della CIA ognuna di quelle identità era davanti a me, che mi scrutavano con diffidenza, arroganza e superficialità.

Finalmente avevo quei bastardi davanti a me e per l'ironia della sorte ero disarmata e inerme alle manette.
Una delle occasioni più preziose si coglieva davanti a me.

Avrei voluto arrestarli o ucciderli uno ad uno, ma sapevo che servivano vivi.
Mentre rimuginavo, uno di loro ebbe il brutto proposito di parlare.

"È un onore averla qui signorina collins.
Come lei forse saprà già, noi siamo la convenzione. Membri anziani di questa società e ordine mondiale sbagliato. " iniziò un signore dal completo elegante e di sicuro costosissimo.

Quel viso lo ricordavo bene. TURNER CALVIN.

Uno dei tanti membri principali della convenzione.

"In questa settimana abbiamo avuto modo di studiarla e comprendere che dopo essere stata sottoposta ai nostri test, lei sembra principalmente pulita. Siamo lieti di aver la testimonianza che la mente e gli attaccamenti affettivi di suo padre, non abbiano intaccato lei signorina. Da quel che ci è stato riferito ci ha riportato il signor Malach. A nome di tutta la convenzione volevamo ringraziarla.
Come riconoscimento ci tenevamo anche a dirle che si occuperà lei del signore in questione." Continuò con aria rilassata e forse indifferente..

Erano tutti fuori di mente da quel che vedevo.. dovevo reprimere la mia rabbia e far posto alla razionalità..

Annuí accennando un sorrisino.
Il tizio che mi aveva incappucciato mi tirò via le manette.

Corrugai la fronte e prima che potessi formulare qualsiasi domanda, davanti a me comparvero degli uomini ben piazzati in completo, che trascinavano Malach pesto di lividi e sangue.

Era messo più o meno come me, anche se io potevo dire di essere stata marchiata più di lui.

Lo sapevo bene perché il mio corpo ne era la prova del mio dolore mentale e ancora fisico..

Corrugai la fronte e guardai Malach seriamente.

Calvin l'uomo della convenzione fece un cenno al tizio affianco a me.

Dalla mano di quell'uomo vidi mostrarmi una pistola d'argento.
Una glock..

"Signorina, ci terremmo a sdebitarci del suo pensiero per averci portato Malach. Così lasceremo l'onore a lei di sparare al nostro ex dipendente." Disse calvin con sorriso impertinente e segnato quasi dall'età.

Guardai la pistola e guardai anche Malach.

Avevo un'arma e avevo la possibilità anche di uccidere quegli uomini e farli fuori tutti in qualche modo..
Ma più rimuginavo è più tutto ciò sembrava stupido e una perdita di tempo.

Vedevo gli occhi imploranti di Malach che mi pregavano di non ucciderlo.

Vedevo quel briciolo di coraggio attraverso ad essi che forse mi dicevano che dovevo fare la scelta giusta.

Non volevo ucciderlo. Non volevo sporcarmi le mani di una morte ingiusta.

Dovevo farlo. Dovevo prima che tutto potesse saltare e che potessi morire anche io.

Strinsi i denti, irrigidì la mascella e smisi di respirare quando afferrai velocemente la pistola e tirando via la sicura, premetti il grilletto.

La scena di Malach che si infrangeva per terra dopo che il proiettile gli aveva colpito la fronte, si ripeteva in loop nella mia testa.

Guardai la pistola tra le mie mani e mandando giù il groppo e respirando finalmente, rimisi la sicura e la passai al tizio affianco a me.

Alzai lo sguardo verso tutti loro e non ebbi coraggio di parlare.

"Siamo sicuri che la tua collaborazione e il tuo lavoro ci renderà fieri e più potenti. Grandi cose farai, e altrettante riceverai. Hai una missione signorina collins, che il tempo avrà modo di mostrarti se tu ci renderai fieri e soddisfatti delle tue imprese.
Noi abbiamo una missione. Il mondo in cui adesso viviamo non è quello che credi. Tutto è sbagliato e tutti hanno diritto ad un'altra possibilità. La possibilità di ricominciare da capo e di avere tutti l'uguaglianza tra ogni popolo, civiltà. Il nostro è un nuovo ordine mondiale dove tutti hanno pari vita.
Il nostro progetto e in fase di compimento ma abbiamo bisogno di una risorsa come te, l'unica. Tu sei l'unica e sola a poter portarci al nostro scopo e noi alla fine di tutto questo ti ripagheremo accogliendoti nella nostra e assoluta convenzione." Disse un altro di loro con sognante espressione.

Rimasi ferma e indifferente alle loro parole senza mostrarmi perplessa o reprimendo la voglia di ridere a loro in faccia..

"Vi ringrazio della vostra fiducia e con devozione e fedeltà vi renderò fieri e svolgerò le imprese da voi assegnate. " risposi cercando di essere più sicura e convinta possibile.

Tutti loro mi guardarono tranquilli e seri.

"Bene, ora avrai bisogno di riposarti. A breve riceverai il tuo primo compito. Riponiamo in te molta fiducia. Non le conviene prendersi gioco di noi o di sottovalutarci. Forse lei non sa che noi non diamo seconde possibilità e le conseguenze sono letali, se non l'ha compreso." Affermò alzando le sopracciglio quasi sconcertato calvin con superiorità.

Annuì e subito dopo fui incappucciata e ammanettata.

Fui scortata fuori da quella stanza dallo stesso tizio e chissà dove mi portava ora..

Closer to the love (sequel closer to me) Where stories live. Discover now