Love me like the flood // 30

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Sergio era riuscito a dormire tutta la notte, a volte sembrava nemmeno respirasse. La sua espressione era tranquilla, come se non ci fosse nessuna ferita, nessun dolore, come se fosse una notte qualsiasi.

Victoria invece no. Era rimasta sveglia quasi tutta la notte, immobile, per paura di svegliarlo dopo l'intensa emozione di quell'infortunio, e l'aveva guardato. L'aveva fissato, mentre dormiva senza che lui se ne accorgesse, sentendo nella stanza solamente il rumore dei suoi respiri, il tempo quella notte era stato scandito solamente dal battito tranquillo del cuore di entrambi.

Era così si sentiva. Non c'era rancore, non c'era ansia, non c'era rabbia né imbarazzo. Victoria era tranquilla, come non lo era mai stata prima forse. O meglio, come non lo era mai stata da quando erano iniziati i problemi. Aveva pensato. Le ore erano passate veloci al ritmo dei suoi pensieri che frenetici si stagliavano nella sua mente, non lasciandola quasi respirare. Era lì, distesa, tra le braccia di suo marito che probabilmente nel sonno l'aveva presa per un cuscino, appoggiando un braccio sopra di lei e tenendola stretta senza lasciarla muovere. E così era rimasta, non lo aveva respinto, non si era voltata, non si era mossa ma aveva approfittato per sentire quella sensazione che sono un abbraccio come quello di Sergio poteva darle: tranquillità, assoluta e totale tranquillità. Come la calma dopo un forte uragano, un forte temporale estivo di tuoni lampi e acqua che era passato lasciando il posto al silenzio e all'arcobaleno. Per una notte, dopo tutti quei mesi di problemi, sofferenze, rabbia e paure, aveva dimenticato il mondo fuori dalla sua porta ed era rimasta lì, concentrata solo suo rapporto con Sergio.

Aveva pensato a quel bacio così spontaneo dato prima che il ragazzo si addormentasse vicino a lei, aveva pensato allo spavento provato vedendolo sanguinare nel campo da calcio, aveva pensato a quando i suoi occhi avevano incrociato i suoi, appena arrivata nella stanza, a quando gli aveva preso la mano avvertendo la solita scossa elettrica pervaderla da capo a piedi. Aveva anche pensato a cosa si erano detti per tutti quei mesi, aveva pensato alla "novità" della ragazza che scendeva dalla scala, in casa sua, con la camicia del marito addosso. Aveva pensato anche a Javier, ai bambini, alla situazione in generale....il risultato? Mille pensieri e nessuna risposta. La verità era che non pensava alla ricerca di risposte, pensava e basta. Ricordava, pensava, sommava i pensieri in un conto finito perso per strada...

All'improvviso, mentre la sua mente sembrava prendersi una tregua nel dormiveglia, mentre il sole filtrava dalla finestra colpendo il pavimento, Sergio si mosse. Inspirò profondamente, come se fosse tornato alla realtà dopo un viaggio fantastico. Aprì un occhio e si trovò davanti gli specchi d'acqua color ghiaccio di Victoria già aperti. Erano pericolosamente vicini, le loro labbra quasi si sfioravano come quella sera prima di addormentarsi.

Sergio sgranò gli occhi, sembrava sorpreso.

"Allora non era un sogno..." commentò a bassa voce.

Victoria sentì il suo respiro dolce su di lei e per un momento, fece per chiudere gli occhi e lasciare che un brivido le percorresse la schiena per l'ennesima volta. Ma si limitò a sorridergli.

"No. Non era un sogno. Hai fatto prendere un colpo a tutti i tuoi familiari ieri sera."

"Ma tu eri qui vero?" domandò, quasi preoccupato che si fosse sognato tutto. Bacio compreso.

"Sì. Ero qui. Sono sempre...." in quel momento si bloccò. Si ricordò di quella frase. Sono sempre qui. Le rimbombò nella testa come un tuono. Meglio non pronunciarla. "Ero qui con i tuoi fratelli ieri sera quando ti hanno portato a casa. Non ricordi?"

Sergio ci pensò. "Qualcosa. Anzi, più di qualcosa. Ricordo di aver quasi perso i sensi, non mi era mai successo."

"C'è sempre una prima volta. Ieri ti hanno medicato, e adesso...devi aspettare qualche giorno per guarire del tutto."

Love me like the flood (III parte) || RamosWhere stories live. Discover now