Meglio di prima

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Logan's pov

Questo appartamento sembra così vuoto senza di lei, così freddo.

Avevo bisogno di rilassarmi, le sedie dell'ospedale non sono proprio molto comode, così eccomi qua. Sono sdraiato nel letto da più di un'ora e ancora non riesco a chiudere gli occhi. Ho troppa paura di non sentire il telefono squillare, sebbene abbia messo il volume al massimo. Simona ha preso il posto mio e di Kendall in ospedale e credo abbia anche avvisato la madre della situazione.

Povera Giulia, chissà quale inferno deve star passando sapendo che la figlia sta male, senza poter starle vicino... È da fin troppo tempo che vado avanti con questi pensieri, basta. Non ce la faccio più, devo riposare o penso che la mia testa esploderà.

Cerco di tenere gli occhi chiusi e senza neanche accorgermene, dopo pochi minuti mi addormento pesantemente.

"Era talmente bella, come sempre, e le assomigliava così tanto. La nostra bimba, la nostra salvezza, stava cercando di capire come fare i fiocchi ai lacci delle sue scarpine. Era una scena così tenera, che mi venne da sorridere.

-Papà, fallo ancora.-

La sua dolce voce mi riempiva il cuore di amore tutte le volte.
Abbassai il busto verso di lei, fino ad inginocchiarmi. Presi i due lacci e la guardai.

-Sei pronta?-

Annuì con determinazione, scuotendo i boccoli dei suoi capelli castani e lasciò gli occhi fissi sulle mie mani.

-Il coniglietto ha due orecchie- Feci due asole -Gira intorno all'albero- Una girò attorno all'altra -E va nella sua tana- Ed ecco che l'asola si infilò nel buco.

La notai un po' pensierosa, ma poi la sentii ridacchiare.

-Hai di nuovo ascoltato la storia del coniglietto senza pensare ai lacci, eh?-

Fece spallucce e mi sorrise come per dire che non era colpa sua. Le guance di un rosso pallido mi fecero ricordare quelle di lei. Quelle del mio amore, del mio angelo perduto.

Una fitta al petto mi lasciò appoggiare al pavimento di casa, mentre la mia bimba mi guardava preoccupata.

-Papà? Hai ancora la polvere negli occhi?-

Ne avevo talmente tanta di polvere da quel giorno. Tre anni e qualche mese, aveva visto la nostra bambina solo per tre anni. Ne erano passati due, ma le cicatrici erano talmente profonde.

Era il suo primo giorno di scuola, ma sapevo che non te lo saresti perso, vero Vale? Non ne saresti capace.

-No, principessa. Pensavo alla mamma.-

La attirai tra le mie braccia e poter stringere questa creaturina era la prova che l'amore fatto persona esiste. Si lasciò cullare dalle mie attenzioni e mi diede un bacino sulla guancia.

-Ci sono io per te.-

-Lo so, amore mio.- Un sorriso si formò sulle mie labbra nel sentire le sue parole -E che cosa farei senza di te?!-

-Niente!-

Mi alzai in piedi, continuando a tenerla in braccio e la lanciai in aria quel poco che bastò per farla ridere.

-Dai andiamo, Celeste.-

-Sì!-

Le presi la manina e l'accompagnai in macchina. Da oggi iniziava la sua vita: le amicizie, i maestri, i professori, il ragazzo...le risate sconfinate, i dolori, i pianti, le urla, ma soprattutto l'amore.

Ti avrei difesa sempre principessa, come avevo fatto con la mia regina."

Mi sveglio con calma, senza l'ansia di un brutto sogno, perché non lo era. Non lo era affatto. Questo devo assolutamente raccontarglielo.

Mi alzo dal letto e afferro la giacca che avevo lanciato malamente sulla sedia della mia scrivania. Senza prestare troppa attenzione a ciò che mi circonda, arrivo all'ospedale e impiego circa dieci minuti per trovare un parcheggio libero, pazzesco. Arrivo al reparto ed entro, pronto a raccontare il mio sogno a lei. Giro l'angolo e noto Simona appoggiata al muro, con le braccia incrociate al petto. Il dottore esce dalla stanza e nel vedermi, si ferma per aspettarmi lì, di fianco alla bionda.

L: Salve.

Il tono di voce esce insicuro, preoccupato. L'attenzione mia e di Simona è completamente sul dottore, fa che non sia niente di grave.

D: Ha avuto un calo di pressione e per lei non è proprio un...bene.

L: Ma si rimetterà presto, vero? La sveglierete.

I suoi occhi sembrano voler trattenere un'informazione improntate, ma non saprei dire quale.

D: È in osservazione e non è ancora cosciente. La situazione è seria, ma speriamo assolutamente in bene. Non ci saranno notizie fino a domani. Io non...non posso dirle altri particolari. Per ora non si può vedere.
Ma sta bene! Se la caverà di sicuro.

Si allontana poi da noi e mentre mi appoggio al muro, le braccia di Simona ne circondano uno mio come per avere un po' di conforto. Dopo pochi secondi, un gemito trattenuto fa scoppiare il lacrime la ragazza al mio fianco. Piange, proprio come avrei voluto fare io. In questo momento mi rendo davvero conto di quello che sto lasciando andare. Vorrei poter dire che sto lottando, che ho lottato, invece no. Sto soltanto cercando di arrendermi all'idea di non averla più qui con me e non deve assolutamente succedere questo.

Voglio far avverare quel sogno, solo in parte ovviamente. Voglio avere una famiglia con lei, poter stringerla la notte e farla ridere durante il giorno. Anche il contrario, va sempre bene.

Stupida notte||Logan HendersonWhere stories live. Discover now