Capitolo 20: Io, te e... l'altro.

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Appena rientrai in casa, mia madre era già seduta sul divano intenta a leggere una favola a Fil.

Era andata lei a prenderlo a scuola prima quel giorno perché aveva voglia di suo nipote.
Avevo lasciato le chiavi di casa a mia madre proprio per queste evenienze, in caso avesse tutto d'un colpo un attacco di nonnite acuta.

Ma me ne pentivo ogni qualvolta la trovassi in casa mia, senza aver avvertito con anticipo.

Una donna con un umore parecchio altalenante, sempre e perennemente curiosa , specie se ti trattava di cose relative a me o alla mia vita. Non si poteva non notarla anche in mezzo ad un sacco di gente, con quella camminata stravagante che si ritrovava, un po' Paperina e quel suo modo curioso di portare gli occhiali sul naso. Questa era, mia madre.

Filippo sedeva sulle sue ginocchia come ipnotizzato dalla favola.

《Fil ti andrebbe di andare a cavallo tra poco? Conosco un posto bellissimo e mi piacerebbe portarti oggi.》

Una testata di capelli mori e ricci si girò verso la mia direzione.
Filippo spalancò la bocca e i suoi occhi si accesero come fuochi d'artificio lanciati nel cielo, a Capodanno.

"Siiiiiiiiiii andiamo subito! Ti prego! Non vedo l'ora, mamma! Andrò a cavallo!》

Si mise a urlare e saltare come un invasato.

È inutile, l'euforia di un bambino felice risveglierebbe dal sonno profondo anche i morti, se solo lo volesse.

Mi ricordai che avevo il numero di Edoardo nella borsa da lavoro e che non lo toglievo da lì da quando avevo deciso di allontanarmi da lui per non essere più tentata di picchiarlo.

O baciarlo.. A seconda del momento.

Gli inviai velocemente un SMS di conferma.
Io e Fil stavamo partendo ed era andata esattamente come avevo immaginato, Filippo era molto entusiasta di andare a cavallo.

Ricordo che una volta provammo io e Marco a farlo salire su di un cavallo ad una fiera di paese, ma il proprietario ci intimò a tenerlo distante perché era troppo piccolo.
Inutile dire che Fil pianse per tutto il viaggio di rientro a casa e che alla fine disperati gli avevamo comprato un giocattolo per farlo distrarre

Ma questa volta, finalmente, avremmo potuto esaudire un desiderio comune.

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Arrivammo all'Hotel che ormai era pomeriggio inoltrato.
Filippo saltellava dalla gioia mentre, da lontano, vedevamo Edoardo avvicinarsi.
In auto avevo spiegato a mio figlio che Edoardo era un amico di mamma da qualche mese e ci aveva permesso di andare a cavallo. Filippo sarebbe dovuto essere educato e avrebbe dovuto ringraziare per l'opportunità concessa di realizzare un sogno.

Per quella concessione Filippo gli èra già amico.

Passammo subito alle presentazioni.
Edoardo si abbassò sulle ginocchia per presentarsi e porse la sua mano a Filippo che, inizialmente, si trovò abbastanza imbarazzato.

Si sa come fanno i bambini piccoli.

In lontananza vedevamo l'allevatore. Stava sellando un paio di cavalli.
Speravo con il cuore di non fare una brutta figura visto che non avevo idea di come si saliva su di un cavallo.

Lo stalliere era un uomo molto gentile e attento. Ci chiese come volevamo organizzare il giro e lui ovviamente, essendo io inesperta, ci avrebbe accompagnato.
Filippo scelse di salire sul cavallo scuro con Edoardo che, per un attimo, mi sembrò preoccupato e imbarazzato.

Te Lo Voglio Raccontare [COMPLETA]Where stories live. Discover now