CHAPTER FOURTY-TWO

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Lexa uscì con disinvoltura dalle porte dell'ospedale e, appena girato l'angolo della struttura, dove dall'interno nessuno potesse vederla, iniziò a correre verso la sua auto. Anya non era a casa, non era con Raven e non rispondeva al telefono, e la cosa la preoccupava molto più di quanto non avesse dato a vedere ai suoi amici. C'era solo un luogo da cui iniziare la ricerca. L'ultimo luogo dove qualcuno l'aveva vista: la palestra.

Il vento sferzava ancora violento come quando era arrivata lì la sera prima, e il cielo coperto minacciava pioggia da un momento all'altro. Rapida scivolò sul sedile della sua Camaro e partì in direzione del Dojo. Appena svoltato nella via, i lampeggianti rossi e blu delle pattuglie le rischiararono la strada, donandole un'atmosfera surreale. Più si avvicinava e più la consapevolezza che la polizia fosse proprio davanti alla sua palestra si faceva largo nei suoi tormentati pensieri.

La ragazza scese dall'auto e fece per dirigersi all'ingresso, ma venne intercettata da due agenti. Per un attimo i suoi occhi mostrarono un flash di pura rabbia, ma poi il suo autocontrollo subentrò e sul suo volto comparve la sua tipica espressione fredda e distaccata da Heda.

<< Non si può passare, mi dispiace. >> Era uno dei due agenti a parlare.

<< Quella è la mia palestra! >> Ringhiò Lexa.

<< C'è stata una sparatoria, ora è una scena del crimine. >> Ribatté l'agente.

<< Io devo vedere cos'è successo! >> Insistette la Woods sgarbata.

<< La prego non insista o dovrò arrestarla. >> Proseguì imperterrito l'uomo.

<< Alexandra Woods, giusto? >> Una voce femminile interruppe quella conversazione che stava decisamente prendendo una brutta piega.

<< Sì... >> Ammise semplicemente Lexa.

<< Lasciatela passare. >> Disse la donna in modo autorevole agli agenti. << Sono la detective Thrill, c'è stata una sparatoria meno di 2 ore fa, proprio davanti alla sua palestra. È rimasta ferita una ragazza. >> Si presentò, spiegando la situazione in modo piuttosto freddo e distaccato.

<< Anya? >> Chiese terrorizzata.

<< No, non era lei. >> Affermò la donna con estrema sicurezza.

<< Detective, lei conosce mia cugina? >> Domandò incuriosita Lexa.

<< Ci siamo incontrate un paio di volte, sono venuta a chiedere informazioni sui vostri corsi. >> Ammise senza problemi la Detective.

<< Allora chi è la vittima? >> La domanda le sorse istintiva e spontanea.

<< Non lo sappiamo, non aveva né borsa, né documenti. Speravamo ci potesse aiutare lei. >>

Lexa sospirò e sbuffò guardandosi attorno, una pozza di sangue si estendeva sul pavimento a due passi dalla porta. Un mazzo di chiavi era ancora nella toppa. E poi, lì in bella vista, come un'oasi nel mezzo di un deserto, la Wrangler silver di Raven. Lexa si chiese come avesse fatto a non vederla prima, e soprattutto come avesse fatto, a non arrivarci subito.

<< Oh mio dio! >> Sussurrò a denti stretti.

<< Cosa? >> Domandò la detective fiutando una pista da seguire.

<< Raven... la vittima è Raven Reyes, quella è la sua auto. >> Disse Lexa indicando la Jeep. << L'ho appena vista arrivare in ambulanza al MedStar Washington Hospital Center, i paramedici non mi hanno voluto dire dov'è stata trovata! >> Affermò cercando di non mostrarsi troppo sconvolta davanti a quella sconosciuta, che invece sembrava sapere già fin troppe cose su di lei e sulla sua famiglia.

You are my weaknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora