II. Jokes

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«Ashton devo dirti una cosa»
«Cosa»
«Ho trovato una band bellissima»
«Ah, e come si chiamano?»
«Gelato, ma si sono sciolti» dice trattenendo una risata inutilmente.
Avete presente quell'amico demente del gruppo che continua a sparare battute inopportune e squallide ogni secondo della sua vita? Se ne avete uno anche voi, mi spiace. Se non ne avete, mi spiace comunque, ora conoscerete Luke. Luke Hemmings è quel ragazzo che cerca sempre di sdrammatizzare qualsiasi situazione, come quando Michael venne mollato dalla sua ragazza perché era "un mezzo scemo" e Luke ridendo gli disse «vedi il lato positivo, non sei tutto scemo», come quando per tirare su di morale la nostra insegnante di arte che era diventata vedova da poco le disse «è morto prima che vi vedesse vecchia, almeno non l'avete ucciso voi», come quando al nostro insegnante di scienze l'ennesimo appuntamento su internet era andato male e ci confessò di amare le ragazze "magre, quasi pelle e ossa" e gli fece trovare lo scheletro del laboratorio di biologia (con tanto di completo intimo in pizzo della Victoria secrets) a novanta sul cofano della macchina e potrei continuare all'infinito ma mi limito a stringere un pugno per non colpire Luke per la battuta che ha appena fatto e lo guardo senza più fede nell'umanità.
Ci sediamo al primo tavolo libero che adocchiamo nella sala della mensa, dove Michael e Calum sembrano essere impegnati in una discussione molto animata, forse è qualcosa di serio.
«Ti dico che è meglio il culo!»
Forse.
«Calum ma cosa ci trovi di bello? Io sono per le tette, per tutta la vita»
«Anche quando diventeranno mosce e flaccide?» ribatte prendendo un sorso dalla lattina di quella che ci spacciano per Coca-Cola.
«Anche il culo sarà moscio e flaccido. E in più ha la cellulite! Luke diglielo tu che sono meglio le tette»
«Le tette sono solo una mal riuscita imitazione del culo» dice sostenendo Calum, mentre Michael mi implora di dargli ragione e lo faccio. Ma solo per lui; anche io preferisco il culo (che resti fra noi).
Continuo a pensare al mio testo, al voto che mi darà Mr. Franco che ha deciso di ritirare tutti gli altri per non perdere altro tempo.
I miei occhi verdi si spostano sulle mani di Michael che gioca con le bustine di ketchup e maionese.
«È stato come il Titanic ieri notte capisci? Io ero l'iceberg e lei è andata giù» per poco non mi affogo con la pseudo Coca-Cola che sto bevendo.
«Cosa?!»
«Ieri notte. Io e Alimede. Io sto ancora male, lei non oso immaginare, probabilmente non riesce nemmeno a camminare»
«chi diamine è Alimede!?» sbotto agitando le braccia in aria come se stessi cercando di scaricare tutta la mia frustrazione nell'aria «e poi che cazzo di nome è Alimede?»
«Ehi frena» dice abbassando i miei arti ormai fuori controllo «prima di tutto è un nome di una ninfa, e significa "del mare", non lo trovi estremamente romantico? Lei non sapeva cosa significasse e quando gliel'ho detto si è aperta con me»
«Aperta in ogni senso» aggiunge Luke ridendo facendomi alzare gli occhi al cielo.
«E comunque è la mia vicina di casa»
«Tu non hai una vicina di casa Michael. La casa accanto alla tua è in vendita»
«l'ha comprata»
«da quanto?»
«da un giorno»
Mi porto le mani alla testa esasperato.
«Credo che non appena scopriranno cosa ha fatto la figlia andranno via»
«Ma lei non è la figlia»
Voglio morire.
Se mi strozzassi ora con il prosciutto scadente che è in questa pietra che si ostinano a definire panino, ringrazierei la stranissima signora Smrad che ci serve alla mensa.
«E lei cosa sarebbe allora, la madre?»
«No, la nonna»
Svengo.

La prima cosa che sento quando riapro gli occhi è il fetore della CrazyCola che si espande mano a mano sul mio corpo.
«Grazie a Dio ti sei svegliato, ci siamo spaventati tutti!»
Mi guardo attorno e noto che sono steso sul pavimento della scuola, pieno di un'immensa quantità di germi e batteri. Una folla di ragazzi inizia a raccogliersi attorno a me, ancora steso per terra e sporco di Coca-Cola o qualsiasi cosa essa sia,così mi alzo velocemente e ci risiediamo senza dare ulteriormente nell'occhio.
Almeno prima che io tiri Michael per la maglietta urlandogli «come cavolo ti è venuto in mente di scoparti una novantenne?!»
«Ma cosa hai capito! Non abbiamo scopato, pervertito. Abita con la sua famiglia nella casa accanto, è venuta a portarci dei biscotti come regalo, è salita ed è caduta davanti a me sulle scale del porticato»
«Ma perché hai detto aperta»
«Da un punto di vista sentimentale?» dice come se fosse una domanda rivolta a sé stesso, e estrae dallo zaino un fazzoletto con dei cookies alle goccia di cioccolato.
«La prossima volta cerca di usare un termine più... consono» cerco di rimproverarlo ma non riesco a fare a meno di trovare la situazione esilarante. Sono un coglione. E questi biscotti sono buoni. Fottuta Alimede.

You're so dark (5SOS) Where stories live. Discover now