Capitolo II

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Lo guardai attentamente, dalla testa fino ai piedi pensando a quanto fosse idiota a comportarsi in quel modo. Aveva dei folti capelli grigio chiari, la pelle altrettanto chiara, e due occhi color ghiaccio.

-Ah, quindi tu dovresti essere il famoso fratello di Wanda, beh aveva ragione tua sorella.- dissi voltandomi ignorandolo

In un lampo lui si mise di fronte a me spostandomi un ciuffo di capelli verso destra, per colpa della velocità

-Perché cosa ha detto?- disse mostrando un semi-sorrisetto arrogante

-Che non appena ti avrei conosciuto avrei pensato tutto fuorché che sei simpatico, e aveva ragione.- dissi spostandomi nuovamente per andare a prendere il mio borsone, ma mi raggiunse subito anche li

-Beh, mi fa una cattiva pubblicità mia sorella, devo parlargliene di questa cosa o finirò per restare solo.- Disse in tono totalmente ironico, poggiandosi ad una delle pareti della palestra

-Senti, io sono arrivata ieri pomeriggio, ho conosciuto tutti e mi stanno davvero molto simpatici e non voglio problemi, quindi tu evita me che io farò lo stesso, ti saluto.-

-Non si può evitare una persona che vive con te non credi?-

-Beh tu prova a farlo, e se proprio non ci riesci statti chiuso in camera tua quando mi sai in giro.- risposi chiudendo velocemente la porta della palestra

Non appena fuori sospirai, pensando a quanto fosse stato insopportabile nel giro di pochi secondi quello li, Wanda aveva estrema ragione, devo ricordarmi di ringraziarla per avermi avvisato

Non ebbi però neanche il tempo di riaprire gli occhi dopo quel sospiro di sollievo, che lui era già fuori davanti a me.

-M-ma..ma come hai..-

-Sei arrogante ragazzina, ma ricordati di non metterti mai contro uno dei potenziati. Qui dentro, sei tu quella svantaggiata.- Disse, usando un tono molto meno flessibile nell'ultima frase per poi dileguarsi

Guardai il piccolo corridoio che avevo di fronte scioccata. Ero sicura di averlo chiuso dentro, ho visto il suo volto chiudersi dietro la porta, come avrà mai fatto? Sarà davvero così veloce?

Non gli diedi troppo peso, e cercai di uscire un po' in giardino nella speranza di trovare calma e aria fresca.

Wanda e Steve si stavano allenando assieme, levitazione.

Wanda teneva Steve sospeso in aria con fatica ma ci riusciva, smettevano e ricominciavano ogni tot.

Li guardavo estasiata, non avevo nessuno dei loro poteri ma un giorno sarei voluta diventare come loro, diventare un'eroe.

-Buongiorno piccola spacca culi!- La voce chiara e forte di Clint proveniva dall'ingresso della torre

-Buongiorno.- risposi sorridendo

-Come mai non sei buttata in palestra a trasudare come non mai? Non è da te stare qui a rilassarti-

-Si beh, esistono tante persone che vivono in questa torre, in particolare una che non mi hai presentato di Nome Maximoff e sesso maschile che fracassa l'ulcera a tutte le ore- dissi io ironica mantenendo quel sorrisetto finto

Lo avrei ucciso in verità.

-Vedo che hai conosciuto Pietro, vedrai non è così male quanto sembra.-

-Non è così male quanto sembra? Mi ha fatto stare a stento due ore in palestra! Io ci sto quattro ore come minimo! E' un rompicoglioni!-

-Mio dio ragazzi mantenevi calmi o il capitano qui si arrabbia- intervenne ironica Wanda, mentre Steve roteava gli occhi al cielo

-Vedrai che ci farai l'abitudine, qui siamo tutti una grande famiglia, ti integrerai anche tu.- disse scuotendomi leggermente i capelli con la mano e passando avanti

In quel preciso momento non mi trovai molto che fare, così decisi di tornare in palestra, Pietro permettendo.

Entrai furtivamente, quasi come se prima stessi testando il territorio.

Quando mi resi conto di essere sola entrai fiera e tranquilla nella sala dirigendomi verso il sacco.

Iniziai a sferrargli colpi di tutti i tipi, calci, calci roteanti, ganci destri, ganci sinistri, e più continuavo più alla mente tornavano troppi ricordi, i ricordi di mio padre, delle sue lezioni di addestramento, i ricordi di una vita che purtroppo non potevo più costruire.

"-Dagli un bel colpo al centro Arya!- Mi incitò mio padre

Io diedi un pugno al centro del sacco come mi era stato chiesto di fare, non ero poi così tanto piccola, avevo 14 anni ma avevo iniziato ad allenarmi da poco.

-Brava la mia bambina! Continua con un altro! e un altro!-

-Vado bene papà?- dissi col fiatone mentre continuavo

-Vai benissimo tesoro!-

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-Tornerai presto non è vero?-

-Neanche ti accorgerai che sono andato via! Su rientra in casa, andrò tutto bene, te lo prometto.-

-Ci vediamo presto papà.-

-A presto tesoro.-"

Lui lo aveva promesso, aveva promesso che sarebbe andato tutto bene... ma non fu così.

Iniziai a sferrare pugni sempre più forti, ad urlare quasi mentre li caricavo nel sacco. Continuai per un pezzo fin che le mani non iniziarono a spellarsi e a sanguinare come ogni volta.

Tirai su col naso e cercai di evitare di far fuoriuscire le lacrime, tenevo la mano sinistra nella destra, e respiravo molto pesantemente per lo sforzo.. fu solo allora che mi accorsi che Pietro stava li poggiato a fissarmi.

Lo guardai con piena indifferenza, presi ancora una volta il borsone e andai in camera mia, e questa volta non sarei tornata in palestra, non per farmi vedere in queste condizioni.

Entrai in camera e lanciai il borsone in un angolo, per poi sedermi sul letto.

Guardai fuori dalla finestra rattristata, e avvolta completamente nei miei pensieri..

-Vorrei tanto che tu fossi qui papà, non sai quanto.-

The Wind Rises ||Pietro Maximoff||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora