Capitolo 39

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Tayler's pov

Aprii gli occhi a fatica e mi guardai intorno. Era una stanza piccola e sporca, puzzava come non so cosa ed era tutto tranne che accogliente.
Il mio sguardo si posò su Emily: dormiva appoggiata su quella specie di pilastro al quale eravamo legati. La testa le pendeva verso la spalla destra.
Sembrava così piccola e indifesa. Ma era tremendamente bella.
"Smettila di fissarmi come se fossi un maniaco" sbottò aprendo gli occhi.
"Non ti stavo fissando come se fossi un maniaco" mi difesi.
Era sempre la solita.
"A no? Mi sono svegliata perché sentivo il tuo sguardo inquietante addosso"
"Sei impossibile" roteai gli occhi.
"Come stai?" le chiesi poi.
Quanto avrei voluto avvicinarmi ma una corda mi teneva i polsi legati al palo. Emily si trovava all mia destra e i nostri gomiti si toccavano.
"Io bene. Tu piuttosto? Ho creduto di averti perso"
"Ehi, sto bene ho passato di peggio, non saranno due pugni ad uccidermi" ridacchiai.
"Non riuscirai mai a rinunciare a quell'ironia, vero?" sbottò.
"No" alzai le spalle.
"Sei fastidioso" mi tirò una gomitata e io risi.
"Cosa facciamo?" chiese.
"Nei pantaloni ho una pistola carica e nella scarpa ho un coltellino. A momenti dovrebbero arrivare. In ogni caso aspetteremo la notte" dissi tranquillo nonostante mi stessi cagando addosso
Dovevamo resistere fino alla sera. Non so come, ma dovevamo.

***

Emily's pov

Ed eccoli lì, pronti ad agire. L'odio negli occhi e i pugni chiusi.
Chiusi gli occhi: non potevo vedere Tayler malmenato in quel modo.
"Apri gli occhi, puttana, o lo uccido" ringhiò Brandon.
Aprii gli occhi.
Un pugno. Due pugni. Tre pugni. Quattro, cinque, sei.
"Basta" le parole mi uscirono da sole "Anche a me, non solo a lui" dissi.
"Emily, no" disse Tayler a denti stretti "Non toccatela" ringhiò poi.
"Anche a me. Voglio almeno la metà" dissi fissando Brandon negli occhi.
"Sicura mocciosetta?" ghignò.
"Si" dissi ferma.
"No" urlò Tayler nello stesso momento.
Chiusi gli occhi e aspettai il colpo di grazia. Forse era stupido ma se Tayler soffriva, volevo soffrire con lui.
Sentii le nocche di Brandon o chiunque fosse penetrarmi nella guancia.
"No" urlò Tayler.
Un altro pugno. Gli occhi pizzicavano.
Due, tre, quattro, cinque e poi si femarono.
Aprii gli occhi e Trevor mi tirò un pugno in pancia.
Mi sporsi verso la mia destra e vomitai continuamente per minuti mentre sentivo le risate di quegli stronzi e i gemiti di dolore di Tayler.

"Cazzo" sbattei la testa contro il palo respirando profondamente.
Non sentivo nessun rumore se non il mio respiro affannato.
"Tayler" sussurrai girando la testa dalla sua parte.
"Che cazzo c'è?" ringhiò.
Era incazzato. Incazzato nero.
"Tayler, io..." gli occhi si inumidirono.
"Tu cosa Emily? Eh? Tu cosa?" sbraitò "Ti ho detto, pregato, di stare zitta, di non fiatare mentre mi prendevano a pugni e tu che fai? Gli dici di picchiare anche te? E ora dove cazzo andiamo? Stai vomitando da cinque minuti cazzo! Dove diavolo vuoi che andiamo con te conciata in questo stato. Sei sempre la solita cazzo" urlò.
"Mi dispiace" sussurrai.
Aveva ragione ma non potevo sopportare di vederlo in quello stato.
"Vai al diavolo Emily" urlò ancora.
E poi silenzio. Silenzio per un tempo interminabile.

***

Sentii un rumore metallico e aprii gli occhi che avevo chiuso con la stupida speranza di addormentarmi. Mi ero appoggiata involontariamente sulla spalla di Tayler e, appena avevo provato ad alzarmi, la sua voce roca mi aveva imposto di rimanere lì.
Mike e un altro ragazzo comparvero davanti ai nostri occhi.
"Emily, Tayler" ci salutò.
"Figli di puttana" ringhiò Tayler di rimando.
Avevano in mano un piatto e due bicchieri di acqua.
Li posarono a terra e Mike ci liberò le mani mentre l'altro ci puntava la pistola contro.
"Davvero?" ringhiò Tayler "Un panino striminzito e due bicchieri di acqua? Non basterebbe nemmeno a uno di noi"
Alzarono le spalle.
Tayler portò il piatto di fronte a me.
"Mangia" disse guardandomi negli occhi.
"E tu?" sussurrai.
"Ti prego, mangia" mi supplicò mettendomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
"Tayler, mi dispiace per tutto, sono un casino" sussurrai guardando quegli occhi neri come la pece.
"Shh, ti amo. Ora mangia, io ce la farò" mi accarezzò la guancia dandomi poi un bacio leggero sulle labbra.
"Fallo per me, almeno un pezzo" lo pregai.
"Sei stressante ragazza" sbottò con un sorriso e divise il panino.
"E tu quella la chiami metà?" alzai le sopracciglia.
"Si" alzò le spalle.
"Io lo chiamo un terzo" sorrisi.
Appoggiò il suo pezzo di pane sul piatto e prese il mio.
Iniziò a muoverlo per aria facendo il rumore dell'areoplano.
"Non starai facendo quello che credo io, vero?" scoppiai a ridere.
"Invece si" continuò a muoverlo per aria.
"Sarai un ottimo zio" sussurrai aprendo la bocca.
"Siamo arrivati a destinazione. Grazie per aver scelto la compagnia Tayler" disse e io morsi il pane per poi ridere.
"E un ottimo padre" sussurrai con la bocca piena.
"Ridillo" ora era serio, i suoi occhi però luccivano.
"Sarai un ottimo padre" ripetei mandando giù il boccone.
Si avventò sulle mie labbra baciandomi con passione. Nemmeno il tempo di godermi quel bacio che sentimmo un tossicchio.
"Muovetevi o vi portiamo via tutto" sbottò l'altro ragazzo mentre Mike stava zitto.
Mangiammo e bevemmo in silenzio.

Un errore bellissimo 2Where stories live. Discover now