2

2.5K 137 30
                                    

Tiffany's POV

Apro gli occhi e sento subito un fastidioso bruciore per via della luce del sole. Mi alzo di scatto ed improvvisamente ricordo ciò che era successo la notte precedente.

Devo ammetterlo, ieri sera ero terribilmente spaventata dalla presenza di quel killer orripilante, ma non potevo mostrarlo. I killer di quel calibro adorano vedere in ansia le loro vittime, o almeno immagino. Non gli avrei dato la soddisfazione di vedermi impaurita.

Mentre sono indecisa su cosa indossare, mia madre apre la porta della mia camera, il suo viso è palesemente corrucciato in un'espressione preoccupata.

"Tiffany?" Mi chiama, la sua voce è leggermente allarmata, come avevo già notato dalla sua espressione.

"Si?" Chiedo, facendo capolino dalla cabina armadio.

"Vai a scuola da sola questa mattina?" La sua domanda mi sorprende, così aggrotto la fronte, fissandola qualche secondo.

"Sì, come al solito, perché?" Non capisco il motivo di questa sua improvvisa domanda, non me l'aveva mai posta prima d'ora.

In realtà non è che non avessi amici, ho pur sempre la mia migliore amica, ma abitiamo in due punti completamente opposti di New York e poi per me non è mai stato un problema raggiungere la scuola da sola.

"Oh, niente tesoro, solo che...sta' attenta." La guardo con la fronte aggrottata.

"A cosa?" Le chiedo poi, volendo capire a cosa si stesse riferendo.

"Ho saputo che ieri sera sono morti i Butcheris."

La mia espressione si trasforma da curiosa a spaventata, quasi terrorizzata. Sto mentalmente collegando tutto e la cosa si fa sempre più inquietante.

"Intendi la bambina carina e suo padre? Come sono morti?" Domando, sperando non fosse come pensavo.

"Omicidio." Mi risponde lei, abbassando la testa, conosceva quelle persone ed è visibilmente scossa e dispiaciuta per la loro morte.

"E l'assassino?" So già cosa sta per dire, ma voglio averne la certezza.

"Jeff the killer." Tre parole che bastano a farmi rabbrividire e che confermano tutti i miei pensieri

Jeff the killer.

Mi si gela il sangue nelle vene solo a pensare al suo volto tumefatto e i suoi occhi color ghiaccio, che mi scrutano attentamente e non aspettano altro se non avvicinarsi per terrorizzarmi ancora di più del dovuto.

"Perciò...sta' attenta, ok?" Mi avverte ancora, avvicinando una mano alla maniglia della porta, per poi stringerla.

"Va bene." Rispondo semplicemente, non sapendo cos'altro dirle. Annuisce ed esce dalla mia camera.

Avevo deciso di non dirle niente. Sarebbe inutile farla preoccupare. Se sapesse che ieri quel tale è entrato in casa ed ho sostenuto una conversazione con lui, ne morirebbe. Di sicuro avrebbe un attacco di panico e comincerebbe a fare cose impensabili.

Dopo il divorzio con papà ha cercato sempre di essere forte e non farmi mancare mai niente, non era certo ora il momento di traumatizzarla con cose del genere. E poi credo che quel killer non si farà più vivo ,dato che ieri è stato quasi arrestato. O almeno...lo spero.

Prendo una felpa grigia, un jeans e delle scarpe da ginnastica, per poi andare verso il bagno. Sistemo i miei lunghi capelli lisci e applico solo un po' di matita sulla congiuntiva dei miei occhi, che oggi sono di un verde intenso, diverso dal solito verde opaco. Metto lo zaino in spalla e dò un bacio sulla guancia a mia madre dicendo un "ciao" veloce, per poi sentirla ricambiare di sfuggita.

MadnessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora