Capitolo 13

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<< Perchè stai seguendo questo pazzo?>> dico a Sid a bassa voce, dandole un pizzicotto sull'avambraccio.
<< Ahi! Secondo me la pazza sei tu! >> risponde mentre questo biondone ci lancia una lesta occhiata, continuando a camminare rapidamente.
<< Devo imparare a farmi gli affari miei! >> bisbiglio tra me e me.
<< Guarda che ti ho sentita! Lo sto facendo anche per te >> replica Sid con lo stesso tono di voce.
Entrambi corrono verso la parte opposta del campo, rispetto a dove eravamo sedute noi, mentre io cerco di nascondermi dietro le enormi spalle di questo sconosciuto, mantenendo un passo più lento. Faccio fatica a stargli dietro.
L'odore dell'erba appena tagliata, sotto ai miei piedi, riempie le mie narici e mi riporta con la mente alla vecchia casa dei nonni. Ovunque io senta questo odore il primo pensiero va a loro, con cui ho trascorso parte della mia infanzia. I miei nonni paterni, Rose ed Erik , abitano fuori Philadelphia, in una casa di campagna della quale mio nonno va fiero poichè dice di averla costruita con le sue mani. È lì che mio padre mi portava ogni qualvolta che litigava con una donna.
I fili d'erba umidi si scontrano ad ogni passo contro le mie caviglie, lasciando delle piccole goccioline di brezza su di esse.
Il brusio delle voci che proviene da lontano, si fa sempre più forte mano a mano che ci avviciniamo e sempre più forte è il battito del mio cuore.
<< Non vi ho mai viste in questa scuola ragazze >> dice questo armadio di due metri.
<< Beh, neanche io,purtroppo! >> risponde rapidamente Sid, facendo un mega sorriso, nonostante lui non possa vederlo poiché ci troviamo dietro di lui. È così entusiasta che non gli stacca gli occhi di dosso e i suoi piedi non toccano terra per la felicità.
<< Ma se sei arrivata oggi!>> le dico.
<< Shh! >> mi interrompe, dandomi una piccola spallata.
Cerco di sporgermi un po per vedere oltre le sue spalle. Ed eccoli lì.
Forse mi ero sbagliata sul numero dei componenti della squadra. Non ne sono trenta, ma quasi il doppio.
<< Dovremmo fare questo benedetto provino davanti a tutti loro? >> chiedo preoccupata.
Lui scoppia in una risata facendo girare un paio di ragazzi del gruppo che si trovano ancora ad una ventina di metri da noi.
<< Pensi che noi ragazzi saremmo capaci di giudicare una performance di ballo? Anche se vedervi sculettare mi sarebbe piaciuto. >>
Sidney scoppia a ridere insieme a lui.
<< La mia amica è un po svampita. >> risponde, mentre io le rivolgo uno sguardo disprezzante.
<< La smetti di assecondarlo? >> le dico, ma lei è troppo impegnata a fissargli il sedere.
Forse è proprio questo che mi piace di lei. È il mio opposto e mi completa.

Siamo a un passo dal gruppo quando improvvisamente il biondone si ferma.
<< Allora ragazze, voi andrete con loro all'interno della palestra! >> dice, indicando un gruppetto di ragazze sedute sugli spalti che sghignazzano guardando gli allenamenti.
Io e Sid le guardiamo. Un ammasso di teste bionde e figlie di papà. Capelli ondulati e trucco.
Sid mi guarda.
<< Beh, almeno grazie ai miei capelli neri il pazzo non potrà di certo confondermi con loro! >> dice sorridendo e girandosi sperando di incrociare gli occhi dell'ubriacone.
<< È proprio questo il mio problema invece, così darò nell'occhio! >>

Il branco di bionde, se così si può chiamare, scende lentamente i gradoni gettandoci delle occhiatacce.
<< Un pó in ritardo oserei dire! >> dice una di loro, probabilmente il loro leader. La sua maglia è visibilmente modificata rispetto a quella delle altre, poiché ha un enorme spacco che termina al di sotto di quel seno siliconato.
<< Come? >> risponde Sid con aria di sfida mentre tutte le altre ridono, coprendosi la bocca con le mani.
<< Lasciamo stare e muovetevi >> replica il loro leader.
<< Per lo meno non ne sono sessanta >> dico quasi all'orecchio di Sid cercando di sdrammatizzare. La squadra deve contenere dieci ragazze per essere al completo ed ora ne sono otto.
Tramite una specie di tunnel, privo di illuminazione, che dà sul campo di football, accediamo all'interno della palestra, lasciandoci dietro i ragazzi che invece hanno appena iniziato il loro allenamento mattutino.
Le porte della palestra vengono aperte con forza e decisione. Una nuvola di aria gelida ci investe e il mio corpo lo avverte subito. Ho la pelle d'oca.
La palestra è grandissima, quasi quanto la mia vecchia scuola. È circondata da innumerevoli posti a sedere per assistere a delle partite di basket che si tengono mensilmente.
È buia e l'unica luce che entra proviene dai raggi del sole che penetrano tramite le finestre poste quasi vicino al soffitto, mettendo in evidenza le innumerevoli nubi di polvere.
L'odore mi piace un casino. Amo l'odore delle palestre, come amo l'odore delle scarpe appena comprate. Ho delle strane ossessioni.
<< Allora ragazze, prendete queste e andatevi a cambiare >> ci dice una di loro lanciandoci addosso due divise dello stesso colore.
<< Ma è enorme!>> replica Sidney guardandola. Non sono neanche sicura che esista una taglia adatta a lei.
<< Tieni, prendi la mia >> le dico, porgendogli la mia divisa che ad occhio sembra più piccola.
Entrambe ci dirigiamo verso gli spogliatoi.
<< Aspettate un attimo! >> urla quella che dovrebbe essere il loro capitano.
Io e Sid ci giriamo.
<< Mentre una di voi si cambia, l'altra dovrebbe compilare questi moduli! Cambiatevi una alla volta in modo tale da risparmiare un po di tempo >> .
<< Vai tu a cambiarti >> dice Sid.
<< Va bene! >> rispondo e continuo a camminare verso la porta degli spogliatoi.
<< Io posso rimanere anche così, dentro quella divisa ci navigo! >> sento dire da Sid ad una di quelle bionde, prima che la porta si chiuda del tutto alle mie spalle. Il tonfo della porta che sbatte rimbomba in tutta la palestra.
Un altro tunnel.
Ci sono due porte, poste una difronte all'altra. Non ho tempo per pensare a quale delle due possa essere quella esatta, così decido di entrare in quella posta alla mia sinistra.
<< Forse è quella giusta! >> dico a me stessa. Lo spogliatoio è vuoto e silenzioso. Mi cambio velocemente, cercando di far entrare il top che si è bloccato nonostante io abbia una seconda scarsa.
Indosso questa specie di gonnellino e raccolgo le mie cose.
<< Ci mancava solo questo provino del cavolo ora! >> dico a voce alta, mentre tra le braccia ho i miei panni accartocciati e mi dirigo a testa basta verso la porta d'uscita.
Sbatto improvvisamente contro qualcosa. O meglio, qualcuno.
I miei occhi, che guardavano a terra già prima, ora osservano qualcosa di imbarazzante seppur coperto da un asciugamano bianco.
<< Ops, perdonami! Non sapevo ci fosse qualcuno, questo è lo spogliatoio degli uomini! >> dice dolcemente questo ragazzo davanti a me.
Alzo gli occhi lentamente.
Quel sorriso è così inconfondibile.

SunshineWhere stories live. Discover now