Capitolo 41

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《 Charlotte, vado a fare delle commissioni. Dovrei tornare tra circa un'ora, ok? 》
Il rumore dell'acqua si riversa violentemente sulla mia nuca ma non m'impedisce di captare la lieve preoccupazione nel tono di voce di mio padre.
Ho passato ogni momento della mia vita con la paura che il mio briciolo di felicità potesse essere divorato dal comportamento di mio padre.
Dopo aver ascoltato le sue parole pronunciate dall'altro capo della porta, sono entrata in doccia. Il mio corpo e la mia mente avevano bisogno di scrollarsi di dosso quel nuovo e pesante fardello.

Mi sono diretta esattamente sotto il getto di acqua bollente, con la paura che le mie gambe potessero smettere da un momento all'altro di sorreggere il mio corpo che in quel momento è sembrato essere più leggero di una piuma.
《 Cosa cazzo mi nasconde? 》mi sono chiesta con la voce rotta dal pianto. Quelle lacrime un pò salate si sono fuse con l'acqua dal sapore tremendamente dolce.

La sua camera, dai muri giallastri e sporchi, è sommersa da un'infinita di scartoffie le quali ricoprono gran parte della moquette beige. In un angolo della stanza, la sua piccola scrivania in ferro battuto rappresenta a pieno la sua personalità: confusa.
Inizio a rovistare tra quell'innumerevole quantità di fogli sopra i quali sono annotati vari appunti riguardanti gli ultimi fatti di cronaca.
Il mio corpo cade esausto sul suo letto disfatto. Estraggo il telefono dalla tasca dei jeans e digito il numero della mia amica.
Sid, devi darmi una mano
Perchè mi chiami? Abitiamo nello stesso palazzo
《 Non fare troppe domande, poi ti spiego.
È successo qualcosa?
Smettila di fare mille domande e sali sopra da me 》rispondo sbuffando all'ennesima domanda.

《 Stiamo cercando un oggetto indefinito tra una miriade di cartacce!》esclama Sid passandosi una mano sulla fronte lucida 《 vuoi dirmi di cosa si tratta? Da quando sono quì non hai aperto bocca se non per dirmi di cercare delle prove 》
《 Mio padre mi nasconde qualcosa! Stava parlando con una donna al cellulare e stavano parlando di me! 》 le parole escono velocemente dalla mia bocca ed avverto la necessità di fare un respiro profondo.
Lo sguardo di Sidney è posato su di me e mi osserva come se avessi detto una stronzata colossale.
《 Hai sempre avuto queste manie di protagonismo? 》
《 Di cosa parli? 》rispondo sbalordita.
《 Cosa ti fa pensare che stessero parlando di te? 》
《 Sid, tesoro, conosco mio padre e ti assicuro che stava parlando di me ed ora basta... torna a lavoro! 》rispondo scuotendole le spalle.

《 V. Clark 》
La voce di Sid interrompe le ricerche.
《 Cosa? 》
《 Avvocato V. Clark 》risponde osservando un bigliettino da visita dai bordi sgualciti.
《 Hai idea di chi possa essere? 》chiede con estrema curiosità.
《 No, non ne ho la più pallida idea. Dove lo hai trovato? 》
《 Nella tasca della giacca 》risponde indicando uno dei capi che mio padre indossa spesso.
《 Cosa potrebbe mai farci con il numero di un avvocato? 》chiedo tra me e me dimenticandomi della presenza di Sid.
《 Proviamo a chiamare quel numero, questo quì sotto 》risponde strappandomi il cartoncino dalle mani.
Il rumore delle unghia che battono sullo schermo del suo smartphone è tanto irritante quanto il suono provocato dai tasti ogni volta che questi vengono sfiorati.
Stringo forte le coperte in un pugno non appena il telefono inizia a squillare.
《 Buonasera, studio della signora Clark. Come posso esserle d'aiuto? 》
La voce di un uomo, dall'altro capo del telefono, pronuncia velocemente quelle parole accoglienti.
Salve, parlo con l'avvocato Clark? 》 risponde Sid cercando di simulare una voce cupa, aiutandosi portando una mano davanti alla bocca.
Sta parlando con il suo segretario, la signora Clark è al momento impegnata. Se vuole posso metterla in attesa e... 》

《 Ma che cavolo fai? 》urla Sid dopo averle rubato il telefono dalle mani ed aver premuto la cornetta rossa.
《 Non ci riesco 》
《 Senti, vuoi sapere cosa diamine ha sta combinando tuo padre oppure no? 》
Il letto sulla quale siamo sedute, si solleva leggermente verso l'alto non appena Sid si alza di scatto posizionandosi difronte a me.
Non ho il coraggio di guardarla in faccia. Mi vergogno di mio padre.
《 Si, voglio saperlo ma non ne ho il coraggio.》
《 Io sono quì per aiutarti, ma alla fine sei tu a dover scegliere cosa è giusto o meno per te! 》
《 Hai perfettamente ragione, ma non capisci... 》
《 Non conosci mio padre. Certe volte fingere di essere all'oscuro di tutto e non sapere cosa sta accadendo è la migliore soluzione. 》

Il divano vecchio ma comodo, accoglie i nostri corpi pesanti. Divoriamo una quantità industriale di merendine confezionate ed ogni morso corrisponderà alla nascita di un brufolo sul mio viso.
《 Lampo di genio! 》esclama Sid puntandosi un dito sulla tempia.
《 Cos'hai in mente ora Sherlok? 》rispondo ironizzando.
《 Potremmo cercare il suo nome au Google 》
《 Proviamo 》dico ormai disperata difronte all'infinita curiosità della mia amica.
Digito rapidamente le poche informazioni che abbiamo a disposizione.
《 Bam! Trovata 》urla cantando vittoria.
《 Victoria Clark 》dico lentamente scandendo bene le due parole.
《 Avvocato divorzista 》aggiunge Sid.

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