Capitolo 20

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Lascio prima procedere Noel mentre io sono dietro che lo seguo e nel frattempo cerco di riordinare i capelli che mi ha appena scomposto.
Mette entrambe le mani all'interno delle tasche di quel grande giubbino di jeans. Nonostante sia muscoloso, li sotto a quell'enorme giacca sembra proprio mingherlino.
Non riesco a non scrutare ogni singolo particolare di lui.
<< Ehi ci sei? >>
<< Si si, ti sto dietro! >> rispondo spalancando gli occhi.
<< Se vuoi visitare tutta la città sarebbe meglio che tu ti abituassi al mio passo veloce >> esordisce lui sorridendomi. Sembra avere più denti del dovuto e sono così brillanti. Dopo gli occhi, è il sorriso che noto in un ragazzo.
<< Hai ragione, ma sono così pigra da non essere sicura di potercela fare >> rispondo stando allo scherzo e continuiamo a camminare mentre osserviamo entrambi gli occhi dell'altro.
<< Stai attenta! >> urla Noel. Un auto sfreccia velocemente davanti ai nostri occhi che quasi fatico a vederla. Lui mi blocca prontamente mettendo il suo braccio davanti al mio petto. Il vento che segue l'auto alza leggermente il mio vestito. Cerco con entrambe le mani di abbassarlo mentre muoio dalla vergogna.
<< Coglione! >> grida Noel all'autista che probabilmente avrà già percorso kilometri e kilometri vista la velocità tenuta. Le sue mani sono entrambe posizionate attorno alle sue labbra carnose, come se volesse dare al suo urlo maggiore intensità. La vena del suo collo cresce e assume un colore verdognolo.
<< Stai bene? >> mi domanda, tornando ad essere in maniera del tutto rapida quel ragazzo gentile e pacato dell'attimo prima.
<< Si sto bene, mi hai spaventata! >>
<< Dai andiamo! >> risponde. La sua mano si avvicina verso di me, o meglio, verso la mia di mano. Le nostre dita si intrecciano e il calore del suo palmo entra in contrasto con la mia mano completamente ghiacciata. Cerco di nascondere lo stupore dovuto a quel gesto, ma continuo a fissare le nostre mani.
Mi trascina verso il pub. Sembra essere ancora vuoto. C'è solo una coppia che si scambia sguardi teneri. Hanno all'incirca sulla cinquantina e sono così felice di poter vedere l'amore negli occhi di due persone di mezza età. Forse non è vero che l'amore è solo una questione di attimi, solo per degli stupidi adolescenti. A volte, quando è vero, può durare per sempre.
Noel si dirige verso un tavolo ben illuminato. Nonostante non ci sia nessuno riesco a sentirmi lo stesso al centro dell'attenzione. Avrei preferito sedermi proprio dov'è quella coppia, un tavolo posizionato in un angoletto del locale, dove la luce riesce a malapena ad arrivare. L'interno è in legno, sopra le nostre teste c'è un lampadario in stoffa verde e bianca, che sembra richiamare i colori irlandesi. Tutti i tavoli sono posizionati intorno al bancone dalla forma quadrata che si trova al centro del locale.
<< Ciao Noel! Vedo che sei in ottima compagnia stasera. >> esclama l'unico cameriere presente mentre una mano batte il cinque su quella di Noel.
<< Si, sono stato baciato dalla fortuna >> risponde Noel mentre mi guarda e sorride dolcemente.
<< Cosa vi porto ragazzi? >>
<< Guarda, per me va bene il solito, per te? >> dice Noel rivolgendosi a me.
<< Ehm, non so, facciamo il tuo solito anche per me! >>. Cosa sarebbe il suo solito?
Il cameriere, dai capelli rossi fuoco, si allontana per preparare il tutto.
<< Wow Charlotte, mi sorprendi! >>
<< Per quale motivo?>> rispondo in maniera sorpresa.
<< Beh, hai appena ordinato un boccale di birra enorme, ma fortunatamente abitiamo qui difronte e soprattutto nello stesso palazzo. >>
Dovrei dirgli che non reggo l'alcool? Forse è meglio di no. Abito qui difronte, come ha appena detto.
<< Allora ti farò vedere chi dei due tornerà a casa gattonando. >> replico, ma so già che sarò io a farlo.
<< Mi stai sfidando Char? >> risponde con uno sguardo un tantino malizioso.
<< Può darsi. >> replico stando al gioco. Già dopo i primi sorsi sento già qualcosa di strano nella mia testa.
<< Forse dovrei prendere lezioni da mio padre in materia di sbornie ed alcool. >> sdrammatizzo, assumendo un'espressione strana per via del sapore amaro della bevanda.
Noel scoppia a ridere e l'alcool riesce a rendere divertente anche ciò che odio di mio padre.
<< È per questo che oggi hai discusso con lui? >> dice tornando serio, mentre sorseggia quella birra con amore e gusto.
<< Si, anche. Diciamo che mio padre non mi ha mai considerata più di tanto. Non è mai riuscito a considerare me, le mie idee. Non so se sia colpa di mia madre, se così posso chiamarla visto che non l'ho mai conosciuta. >>. Per la prima volta, non so se per colpa della birra, riesco a vuotare il sacco con qualcuno. In questo caso con uno sconosciuto. Tutto ciò mi fa stare bene, mi fa sentire più leggera.
<< Non so quali voci girano riguardo mia madre, ma anch'io sono costretto da tanti anni a vedere i miei ogni sei mesi. Mio padre abita in un altro continente, ho passato l'intera estate da lui mentre ora mi sono trasferito definitivamente qui a New York da mia madre. >>.
Non so per quale motivo, ma la sua storia riesce a farmi venire la pelle d'oca. Probabilmente è causata dal fatto che uno sconosciuto si stia fidando di me ed io di lui.
<< Però non voglio annoiarti con questi discorsi. Hai iniziato le lezioni? >> continua lui.
No, cazzo. Avrei preferito parlare di tutti i miei problemi familiari che della scuola.
<< Si, frequento la Millennium e tu? >> rispondo alla domanda cercando di nascondere il mio disinteressamento all'argomento.
<< Davvero? Anche io mi sono appena iscritto lì ma a quanto pare frequentiamo due classi diverse.>> risponde. Il suo telefono, posizionato sul tavolo in legno un pò scheggiato, inizia a vibrare facendo tremare leggermente il tavolo.
<< Scusami, torno subito! >> dice rispondendo alla chiamata, mentre si dirige fuori dal locale.
Riesco a sciogliere un pò la tensione. Non so se posso considerarlo un appuntamento, ma nel caso in cui lo fosse sarebbe il primo.
Faccio due tre sorsi di questa bionda doppio malto che scende attraversandomi la gola, rinfrescandola.
Il locale inizia a riempirsi da un gran numero di ragazzi. Inizio ad innervosirmi e dalla grande finestra posizionata affianco al tavolo riesco a scrutare, da dietro le tendine, Noel che sembra essere impegnato in una telefonata dai toni accesi.
Uno di loro inizia a cantare una specie di coro da stadio. Mi rendo conto di essermi cacciata in una situazione alquanto imbarazzante, poichè dalla porta alle mie spalle appare improvvisamente Kyle, che si dirige verso il bancone, sedendosi su uno degli sgabelli di ferro battuto davanti al mio tavolo. Inizio ad avere la tachicardia, le mani iniziano a sudare e guardo più volte fuori dalla finestra. Kyle, seduto, inizia a girare su se stesso e la sedia provoca un cigolio insopportabile. Continua a girare fin quando i nostri occhi non si incrociano.

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