Capitolo 24

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Mentre Harry mangiava la più grande quantità di biscotti che Louis avesse mai visto fare in vita sua, il ragazzo dagli occhi blu immerse quello che poteva della sua faccia nella tazza di caffè-latte che aveva davanti per non mostrare al riccio quanto effettivamente fosse diventato rosso dopo il bacio. Maledetta la sua pelle. Era colpa della sua pelle se non appena si emozionava un pochino più del dovuto diventava rosso oltre ogni dire, e bisognava proprio avere dei problemi di vista per non accorgersene.

Di tanto in tanto spostava gli occhi su Harry e sentiva un tonfo al cuore. Dopo il bacio, e dopo quella piccola confessione – ti sto aspettando da una vita, gli aveva detto – Louis aveva quasi rischiato di cadere, di sciogliersi come neve al sole in balia della luce più bella che avesse mai visto negli occhi di qualcuno. Harry non era stato finto mentre aveva detto quella cosa. Quelle parole erano la verità: Harry lo aspettava davvero da una vita intera. E Louis non riusciva più a pensare dopo aver realizzato con la mente e con il cuore una cosa del genere.

Si erano seduti a fare colazione, vicini e silenziosi. Di tanto in tanto si lanciavano occhiate e quando per sbaglio i loro occhi si incontravano si regalavano un piccolo sorriso, beato e consapevole che d'ora in avanti non sarebbero più dovuti stare soli. Non c'era più bisogno di aver paura o di lasciare che stupide angosce attanagliassero il petto.

Ora che sapeva che il suo lupo in realtà era un ragazzo bellissimo e così gentile poteva seriamente morire felice. Era davvero tutto quello che aveva sempre sperato e voluto, sapendo a livello razionale che era assurdo ottenerlo, perché i lupi non si trasformano in persone vere, non parlano, né tanto meno baciano – così bene, tra le altre cose. Eppure, come un piccolo miracolo, ora Harry – e non il suo lupo, Harry, semplicemente e solo Harry - era davvero lì, e non aveva alcuna intenzione di andarsene.

<<Se stringi ancora un po' più forte la tazza, la romperai in mille pezzettini, Louis.>> gli disse il riccio, riportandolo alla realtà. Gli stava sorridendo, sereno e più bello che mai, dopo aver finito la sua colazione. Louis si chiese come facesse ad apparire così a suo agio in quel momento, come se lo conoscesse  da sempre, come se non fosse precipitato nella sua vita cambiandone ogni piccola sfumatura nel giro di un giorno. Come se non lo avesse appena baciato fino a toglierli il respiro e lasciandogli un buco nel petto e un vortice nella mente.
<<Io s-stavo...stavo solo pensando.>> ammise, notando troppo tardi che le sue nocche erano diventate effettivamdente bianche per il troppo stringere la tazza. La mise sul tavolo, rimanendo poi a fissarla. <<A, ecco...il bacio.>> sussurrò poi, sentendo di nuovo le guance avvampare. Perchè doveva essere così impacciato? <<Mi è...piaciuto baciarti, Harry.>> disse poi con un filo di voce, sentendosi la persona più vulnerabile del mondo.

Non seppe bene il perché, ma cercò gli occhi verdi di Harry dopo aver detto quelle parole, e...oh. Harry sembrava quasi emozionato. Lo guardava con gli occhi spalancati, gli occhi di una persona sorpresa e presa in contropiede per l'ennesima volta. Louis si era aspettato che l'altro commentasse con una frase fatta, un commento spavaldo e divertente, visto che aveva notato che gli piaceva farlo, ma non fece nulla di tutto quello.
<<Oh, Louis.>> mormorò poi, come se la sua intera esistenza dipendesse da quel nome. <<Anche a me è piaciuto baciarti. Da morire. Io...io lo voglio fare dal primo momento che ti ho visto a quel negozio, Louis.>> gli confessò, e Louis una volta sentite quelle parole si sentì l'essere vivente più importante del mondo. Sapeva di non essere un brutto ragazzo, ma nessuno gli aveva mai detto nulla del genere. Eleanor e Perrie si complimentavano spesso con lui per come si vestiva, ma in qualche modo, lui sapeva che quello non era a abbastanza. Erano dolcissime, certo, ma non era da loro che Louis voleva dei complimenti. E quando Harry gli fece capire che effettivamente lo aveva desiderato, che era desiderabile, si sentì mancare.

<<Sapevi già chi ero quel giorno al negozio, vero Harry?>> chiese. L'altro gli aveva dato il permesso di fargli delle domande, quindi non c'era più alcun bisogno di aspettare, ma decise comunque di cominciare con una neutra, che non c'entrasse direttamente con il fatto che fosse un lupo.
<<Sì. Io ti avevo riconosciuto.>> rispose, alzando un angolino della bocca in un sorriso sghembo.
<<E quando sei- voglio dire...nell'altra forma, mi riconosci lo stesso?>>
Harry ci pensò un po' di più questa volta. <<E' complicato.>> ammise, distogliendo lo sguardo. <<Mentre sono lupo è tutto diverso intorno a me. Ho una percezione amplificata di quello che succede e anche i miei sensi lavorano meglio. Ma i ricordi si confondono. Mentre sono lupo potrei vederti e non capire razionalmente chi sei, ma in qualche modo il mio corpo mi griderebbe di fidarmi di te e...di non farti del male.>>
<<Quindi mentre sei lupo non ricordi nulla?>> domandò Louis, sinceramente sconcertato al pensiero.
<<Non direi proprio così. Ci sono...degli sprazzi, ecco- sprazzi di ricordi. Alcuni sono belli ed altri brutti, sta alla mia mente decidere che cosa fare dopo. Lo hai detto anche tu, Louis, i lupi sono molto istintivi. Se hanno paura attaccano, se si sentono minacciati attaccano...ma se si sentono al sicuro, diventano le creature più buone del mondo.>>

Louis sorrise, un sorriso che sapeva di segreti sussurrati e consapevolezze. <<Non ho mai temuto che mi facessi del male, Harry.>> gli disse con un filo di voce, e gli occhi del riccio furono attraversati da una scia di luce che smosse qualcosa di importante al livello dello stomaco di Louis.
<<Non ho mai voluto fartene. Io...io non so perché ho cominciato a cercarti mentre ero nell'altra forma, Louis. Dopo il tuo incidente con i lupi, intendo.>> continuò Harry guardando fisso sul tavolo di legno. Fu strano per lui sentir parlare del suo incidente da un'altra persona, e decise che prima o poi avrebbe comunque dovuto affrontare quell'argomento con Harry. Era inevitabile.
<<Le mie zampe si muovevano da sole per venire qui da te ogni sera, e poi tu mi accoglievi, come se fosse la cosa più naturale del mondo.>> continuò poi, la voce calda ma velata di incertezza.
<<Per me lo era, Harry.>> mormorò. E lo era davvero. Gli unici momenti della sua giornata in cui si sentiva al sicuro e protetto e felice, davvero felice, era quando finalmente attraverso gli alberi scorgeva il corpo del suo lupo. Era tutto così strano, così sovrannaturale, eppure Louis quando ci pensava non poteva fare a meno di credere che fosse giusto.

<<Louis...perchè quando mi hai trovato ieri non hai avuto paura?>>
Louis si morse il labbro inferiore. <<Perchè ti ho guardato, ho visto quanto eri ferito e vulnerabile, circondato dalla neve, ed eri bellissimo, Harry.>> ammise, non sentendo finalmente alcun imbarazzo nel dire quelle semplici parole, perché erano la verità più assoluta. <<Non so come, quindi non chiedermelo, ma sapevo che non mi avresti fatto del male. Lo sapevo e basta.>>

Wherever You Will GoWhere stories live. Discover now