Capitolo 131

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<<Non posso crederci, Harry.>> sussurrò infine Louis riaprendo gli occhi.
<<Lou..>>
<<Non posso credere che tu davvero pensi quello che hai detto. Dopo- dopo tutte le volte che mi sono spezzato perché pensavo di perderti, dopo tutte le volte che ti ho cercato e ritrovato. Dopo... dio, ogni piccolo discorso che ci siamo fatti e tutte le nostre promesse. Dopo tutto questo, Harry, tu davvero pensi...pensi che io possa tradirti? Pensi che sarei in grado di gettare via così tutto quello che abbiamo?>>
Louis non tentò nemmeno di fermare il singhiozzo che uscì poco dopo dalle sue labbra. Dovette portarsi una mano allo stomaco, perché improvvisamente si sentiva quasi come se si potesse spezzare per l'ennesima volta da un momento all'altro. Solo che stranamente questa volta faceva più male.

Harry lo guardava con gli occhi spalancati e lucidi. Anche il suo labbro inferiore adesso tremava, e il castano pensò davvero di non averlo visto più vulnerabile che in quel momento. Vederlo così gli spezzava il cuore.
<<Lou, non- non piangere. Ehi, mi...mi dispiace. Mi dispiace così tanto, Lou, solo- vieni qui.>> soffiò Harry, la voce leggermente roca e spezzata. Il riccio fece un piccolo passo verso di lui e tentò di avvolgerlo tra le braccia, ma Louis fece un passo indietro. Harry rimase lì, le braccia a mezz'aria, la bocca semi-aperta e l'espressione ferita che spezzò il cuore di Louis ancora un po' di più.
<<Io...io non- non posso. Ho bisogno di pensare, Harry.>> sussurrò il ragazzo. Non riuscì nemmeno a guardarlo un'ultima volta; semplicemente si voltò e lasciò il negozio, poi corse sul marciapiede, le lacrime che scorrevano una ad una lungo le guance e che si mischiavano con la leggera pioggia che stava scendendo.

Harry alla libreria, nel frattempo, scivolò piano piano sul pavimento e appoggiò la schiena alla scrivania. Sentiva il cuore battere forte nel petto e ben presto calde lacrime cominciarono a bagnargli le guance e a cadere sul pavimento.
Non si era mai sentito così spezzato. Aveva la sensazione di aver rovinato tutto e, più di ogni altra cosa, di aver ferito la persona più importante della sua vita, quella dolce creatura angelica che era la sua ragione di vita e che gli aveva dato tutto quello che aveva. Se l'avesse perso per la sua stupida gelosia non se lo sarebbe mai, mai perdonato.
Non riuscì a calmarsi. Pianse e pianse e pianse ancora, sapendo di certo che anche Louis stava piangendo da qualche parte nella città. Pensava di aver già conosciuto il dolore durante la sua vita, ma quello – dio, quello era mille volte peggio delle ossa che si rompevano e del tuo mondo che andava in mille pezzi. Quello faceva così male da togliergli il respiro.

Dopo aver girato in città per un po', Louis decise di tornare a casa. Aveva freddo e non se la sentiva più di stare fuori col buio, quindi semplicemente decise che fosse meglio tranquillizzarsi e cercare di valutare le cose in modo migliore. Aveva pianto, e aveva fatto male. In passato lo aveva fatto altre volte, certo, e per ragioni anche peggiori di quelle, però sentiva come il cuore frantumato in piccoli pezzi. Non pensava che ci fosse qualcosa che lo poteva ferire di più del pensiero di perdere Harry da un momento all'altro. E invece esisteva. Era la consapevolezza di averlo ferito, di averlo in qualche modo deluso. E forse anche di essere andato via così, perché semplicemente non ce l'aveva fatta a rimanere lì a guardare l'altro, ferito e con gli occhi lucidi. Aveva sentito il bisogno di scappare, sfogarsi lontano da lui, da tutti e da tutto, solo per fermarsi un attimo e pensare.

Si rannicchiò sul divano con una coperta addosso, che sistemò in modo che gli arrivasse appena sotto il naso. La casa era vuota ed estremamente silenziosa; se Louis si concentrava poteva sentire benissimo il ticchettio dell'orologio in cucina. Harry non era ancora tornato, e lui perse un battito di cuore al pensiero che fosse ancora là fuori, solo da qualche parte al freddo. Non avrebbe mai, mai dovuto lasciare il negozio. Che cosa credeva? Era parlando che si risolvevano le cose, non certo scappando via in quel modo. Aveva rischiato di perdere Harry così tante volte; il pensiero di perderlo per una cosa sbagliata e piccola come quella lo faceva arrabbiare tantissimo, ma al contempo lo faceva sentire assolutamente stupido e vulnerabile. La verità era che senza il ricciolino non aveva niente. Non esisteva il modo di vivere una vita in cui Harry non ci fosse più, per Louis. Avrebbe preferito scomparire. Piuttosto di vivere senza Harry, lui davvero, avrebbe preferito andarsene per sempre. Gli sembrava di non riuscire più a respirare – eppure farlo era un'operazione così ovvia. Proprio come ovvie erano diventate le braccia e le labbra e le cure del suo riccio, così dolci e perfette. Non poteva perderle. Solo- non poteva.

Louis non si era accorto di aver ricominciato a piangere in silenzio, calde lacrime che silenziose si facevano strada sulle sue guance lasciando piccole scie salate. Se Harry fosse stato lì in quel momento, probabilmente si sarebbe sporto per toglierle via con le labbra, o con i pollici. E poi gli avrebbe sussurrato di non piangere, perché era bello quando sorrideva, quando era spensierato e sé stesso e il mondo non era all'altezza delle sue lacrime.
E il suo stomaco si contorse perché davvero – non aiutava pensare a Harry in quel momento. Peggiorava solo le cose. Si asciugò bruscamente quei rivoli bagnati con un pezzetto di coperta sentendosi un vero e proprio idiota, perché era incredibile che l'unica cosa a cui riusciva a pensare dopo aver litigato con il riccio era proprio...Harry. E le sue labbra. E le sue mani. E i suoi occhi. I suoi meravigliosi, onesti, purissimi occhi.

Sussultò sul divano nel momento in cui sentì la porta principale chiudersi. Non era nemmeno un rumore troppo forte, ma con il silenzio che c'era in casa era stato facile spaventarsi. Alzò lo sguardo cercando di capire al di là delle lacrime che gli annebbiavano la vista, e il suo cuore letteralmente si bloccò nel petto quando davanti si ritrovò Harry.

Il ragazzo sembrò rilassarsi un pochino quando lo vide. Le sue spalle si abbassarono leggermente e i suoi occhi furono attraversati da una piccola, fugace luce.
<<Ehi.>> mormorò piano, quasi come parlare più forte avesse potuto fare del male fisico a Louis.
<<...Ehi.>> rispose il ragazzo, la voce roca e bassa per il pianto. Era consapevole che Harry sicuramente vedeva le sue lacrime, ma non si disturbò ad asciugarle. Voleva lasciarle lì, anche perché ormai era più che chiaro che avesse pianto. Di sicuro aveva il naso arrossato. E magari anche gli occhi. Okay, doveva sembrare un vero e proprio disastro.
<<Io...ti ho cercato.>> continuò l'altro poco dopo, avvicinandosi al divano. Si era tolto il cappotto e la sciarpa, e nel farlo aveva appoggiato sulla sedia un pacchetto bianco che aveva tra le mani da quando era entrato. Louis cercò di non concentrarsi troppo su quello. <<Sono...sono venuto qui subito dopo aver chiuso la libreria, ma non c'eri.>>
<<Ho fatto...un giro. Avevo bisogno di- di pensare.>> disse piano il castano, sperando che nessuna parola in particolare urtasse l'altro. Ma non sembrava più arrabbiato. Solo- incredibilmente sollevato, quello sì. E tenero. Louis si diede dello stupido un milione di volte, ma trovò Harry davvero tenero, con gli occhi che scivolavano ovunque tranne che sul suo viso perché probabilmente si sentiva in colpa, il naso arrossato per il freddo e quel pacchettino tra le mani.
<<Anche io ho fatto la stessa cosa.>> ammise poco dopo, facendo gli ultimi passi che lo separavano dal divano di Louis. Spostò il peso da un piede all'altro più di una volta – senza mai guardarlo negli occhi – e solo dopo qualche istante prese la decisione di sedersi. Il ragazzo poteva già sentire il suo calore. Certo, non era come stringerlo, ma era come se il suo corpo avesse la capacità di percepire quando quello di Harry gli era accanto. Lo sentiva, lo riconosceva, quasi. E immediatamente, si sentiva subito meglio...





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Ceh secondo voi faranno pace mangiando tante caramelle insieme oppure litigheranno nuovamente e addio giorni felici?

Wherever You Will GoWhere stories live. Discover now