Capitolo 48

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Daniel :

Poche ore prima.

La mia rabbia avrebbe potuto uccidere chiunque si presentasse davanti a me, ma cercai di restare calmo. La mia priorità era trovarla, e solo dopo avrei staccato la testa a chiunque l'avesse sfiorata.

La città sembra essere più silenziosa che mai, come se tutti sapessero che da lì a poco si sarebbe scatenato l'inferno. Guardai in direzione degli uomini che erano giunti, mentre altri ancora dovevano arrivare. Ho bisogno di più uomini, oggi sterminerò della terra qualsiasi ibrido si metta contro di me.
Erman si mise al mio fianco, mentre con lo sguardo cercava qualcuno. Dovevo sistemare anche la storia del traditore: Vincent.
Ancora oggi non riesco a capire cosa l'abbia spinto a tradire gli anni passati insieme. Era pur sempre stato creato da mio padre. Questo doveva significare per lui qualcosa. Ma la sua assenza mi fece capire che non avrei dovuto usare nemmeno un po' di pietà nei suoi confronti.
Lui mi ha tradito, e forse ha ingannato anche lei.
«Manca Vincent.» Disse Enysa mettendosi al mio fianco sinistro.
«Vincent non fa più parte del gruppo, è lui il traditore!» dissi a denti stretti.
Buttai uno sguardo duro verso Erman che voleva rispondere, ma non avevo tempo. Non ho tempo di spiegare, adesso era il momento di combattere, di mostrare davvero cosa significava sfidare un vero principe.
«Stanotte metteremo fine al mondo dei neonati. Questa notte voglio che ognuno di voi ricordi cosa voglia dire combattere per qualcosa, come ai vecchi tempi. Perché stanotte combattere per me. Combatterete per il sangue che vi è stato donato.
Non voglio nessun ostaggio, nessuno deve uscire vivo da quel posto.
Solo una persona; ricordate questo viso. Solo lei non dovrà essere né toccata né sfiorata con un dito. È la vostra futura principessa, e chi oserà solo sfiorarla pagherà con la vita, e sarò io stesso ad occuparmene.»
Lessi nella mente di tutti i presenti, mentre il mio volere entrava nella loro mente. Combatteranno fino alla morte e questa notte tutto avrà una fine.
Feci segno a Erman ed Enysa di spiegare agli altri qual era il piano, mentre io mi affiancavo a Jonas.
«Sai che è una trappola? Vogliono portarti lì dentro.» Mi avvertì.
«Lo so, ma noi continueremo con il piano. Non la uccideranno finché io non sarò morto, o almeno lo faranno davanti ai miei occhi.» Aggiunsi, conoscendo il piano di Leyla.
«Io entro, tenetevi pronti. Sai cosa fare nel caso; non deludermi amico moi.» Strinsi la sua mano.
Ero a conoscenza della mia forza e delle mie capacità, ma sapevo che entrare dentro dove ci sarebbero stati milioni di neonati che aspettavano solo il mio sangue, era un rischio per chiunque.

Mi avvicinai ad Erman, che fece segno a Enysa di lasciarci soli.
«Beh, è una delle tante battaglie.» Disse con difficoltà.
Non era una delle tante. Non se in gioco c'era la vita di lei.
«Stai attento. Non avvicinarti a William, il suo sangue è contaminato. Non avvicinarti nemmeno a Leyla o Vincent.»
«In pratica, devo fare fuori solo i neonati. Sarà una passeggiata!» disse ridendo, placando per un  attimo la mia rabbia. Posai la mia mano sulla sua spalla.
C'è una cosa che non avevo mai detto a Erman. Avevo mentito, perché non volevo legarlo a me. Gli ho sempre fatto credere che fosse stato mio padre a trasformarlo, quella notte in quell'ospedale a Ginevra. Ma Erman è stato il mio primo ibrido. Il primo che io abbia trasformato, tutti gli altri ibridi sono stati creati da mio padre con lo scopo di servirmi.
Forse il nostro legame è dovuto a questo. O forse, ogni volta che lo vedo, mi viene in mente quando ha promesso di stare con me per sempre, cosa che ha sempre fatto in questi 600 anni di vita.
«Ti voglio bene anche io Daniel.» Disse sorridendo, e tornai serio.
Provavo davvero affetto per lui, e non volevo che gli capitasse qualcosa. Strinsi la presa più forte sulla sua spalla.
«Stai attento, ho bisogno di te nel caso in cui succedesse qualcosa a me o a lei. Devi portarci da Liam, lui sa già cosa fare.» Dissi seriamente, ricordando la chiamata di questa mattina con Liam.
Se le fosse successo qualcosa, la sala operatoria era pronta per lei.
A me non importa di morire, o sapere che da un momento all'altro la mia vita sarebbe finita. Per me, l'unica cosa importante, è salvarla.

In un attimo fui davanti alla porta, ma la mia attenzione venne attirata da alcune urla.
Julya, è lei che sta urlando.
Il piano di Leyla era partito. Il meccanismo per farmi finire in trappola, è partito una volta varcate  le porte di queste mura.
Entro dentro, mentre lei urla contro quell'animale di William. Le aveva fatto credere che io ero morto, per permettere alla sua rabbia di esplodere attirandomi qui.
Quando lei si voltò, per pochi secondi, il tempo si fermò.
Come avrei voluto che tutto questo non accadesse. Che io e lei fossimo due persone normali che vivono la propria vita senza tutto questo caos.

 Che io e lei fossimo due persone normali che vivono la propria vita senza tutto questo caos

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Cosa darei per non vedere sul suo viso nemmeno una lacrima e stringerla a me.
Ma come ho immaginato, solo il tempo che lei dica qualcosa e io mi ritrovo a terra, mentre sento alcune bocche che provano a mordermi.
Ha pensato a tutto quell'arpia. Sapeva che vederla mi avrebbe fatto dimenticare tutto. Conosceva il mio punto debole, ma si sbaglia, perché Julya non è solo il mio punto debole; lei è anche la mia forza.

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