11. Per un attimo

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Harry era appena arrivato da Scott e si trovava già seminudo, con l'amante impegnato a baciare ogni lembo di pelle del suo corpo.

Era avvolto dal piacere più intenso, ma, ad un certo punto, esclamò:

" Il regalo!"

Scott si staccò da lui e lo guardò perplesso.

" Ti ho comprato un regalo in Giappone, ma l'ho lasciato in valigia "

" Ma chi se ne frega! Me lo darai un'altra volta " sbottò Scott, accarezzandogli il petto.

" No, voglio dartelo. Telefono a Louis e me lo faccio portare, tanto a piedi ci mette una ventina di minuti "

Scott strabuzzò gli occhi e scosse la testa, non riuscendo a capacitarsi di come il marito del suo amante potesse accettare di farsi trattare così da lui.

Se fosse stato nei suoi panni, avrebbe già mandato Harry a quel paese da un pezzo...

Lo scrittore si sistemò i vestiti, prese dalla tasca della giacca il cellulare e compose il numero di casa.

Non rispose nessuno.

Perplesso provò a chiamare il cellulare di Louis, ma anche lì non ottenne risposta.

Corrugò la fronte, poi si alzò, infilandosi la giacca.

" Vado a casa a vedere, Louis non risponde. Prendo il regalo e torno "

" Ma cosa ti succede? Non hai mai fatto così, si sarà addormentato...prende un sacco di psicofarmaci..." protestò Scott.

" Non ne prende tanti e non a quest'ora, comunque faccio in un attimo, torno subito "

Detto questo Harry uscì in fretta dalla casa del suo amante, salì in macchina e si avviò verso la propria abitazione.

Un velo di preoccupazione gravava sul suo cuore perché Louis, in tutti gli anni del loro matrimonio, aveva sempre risposto al telefono.

Sapendo che Harry poteva avere bisogno di lui, si portava il cellulare perfino in bagno...

Arrivò in fretta a destinazione, parcheggiò la macchina, aprì il cancello con la chiave e si affrettò verso la porta d'ingresso, trovandola aperta.

Si precipitò in casa chiamando il marito e si bloccò all'improvviso, quando lo vide disteso sul divano.

All'inizio pensò che fosse addormentato, ma poi notò il flacone di medicinali per terra e capì.

Si affrettò verso di lui, lo tirò su di peso, pregando che non fosse troppo tardi e lo trascinò in qualche modo in bagno.

A fatica gli aprì la bocca, gli infilò due dita in gola e sperò....

Quando sentì il primo conato di vomito di Louis, sorrise....

Era arrivato in tempo.

Ciao a tutti, come ho detto nei capitoli precedenti, ho dei problemi in famiglia e non posso essere attiva su Wattpad come prima. Per questo non riesco a fare doppi aggiornamenti o a rispondere ai commenti.
Spero che tutto si possa risolvere per il meglio al più presto.
Grazie❤️

Per favore, non lasciarmi andare...Where stories live. Discover now