Paura in autogrill (parte quarta)

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Damiano annuì e le porse i capi. Si spostarono in un'altra ala dell'immenso negozio quasi vuoto e Cherifa entrò nel camerino. Il giornalista si appoggiò al muro e aspettò che lei avesse finito. La sua mente era concentrata sulle parole appena pronunciate da Cherifa. Aveva vissuto la maggior parte della sua vita rinchiusa in una campana di vetro, in un palazzo dorato. Dall'esterno sembrava una vita perfetta, ma in realtà non lo era. Ad Algeri Damiano aveva assistito per pochi giorni all'atmosfera che si respirava in quel luogo e capì lo stato d'animo di Cherifa. Ecco perché dopo l'arrivo in Italia aveva avuto un atteggiamento più gioviale. Era come se avesse tentato di dimenticare l'ingombrante passato per ricominciare da capo. Dopo qualche minuto Cherifa spostò la tenda rossa del camerino e uscì cercando di sistemare la camicia.

"Come sto?" chiese guardandosi le maniche.

"Sei bellissima!" esclamò Damiano ammirandola in tutto il suo splendore

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"Sei bellissima!" esclamò Damiano ammirandola in tutto il suo splendore. Quella camicia sembrava essere prodotta per lei e i pantaloni erano abbastanza aderenti per mettere in risalto le gambe lunghe.

Cherifa spostò i capelli sul lato sinistro e si guardò allo specchio: "Non so come sistemare il foulard, mi puoi aiutare?"

Lui annuì e si avvicinò alle spalle della ragazza. Sul vetro c'era il loro riflesso. Damiano accarezzò il foulard, glielo tolse e lo legò intorno al collo, lasciando che un lembo ricadesse sul petto.

"Così va bene?" le sussurrò all'orecchio. Damiano guardò le loro figure allo specchio e rimase stupito nel vedere il volto di Cherifa. Sembrava diverso da come gli era sempre apparso. I tratti sembravano più maturi, le labbra più carnose. Gli occhi non erano più scuri come la notte, ma chiari come quelli di Elisabetta. Il suo sguardo sembrò più deciso e ipnotico. Damiano accarezzò le spalle di Cherifa e lei rabbrividì a quel contatto. Lui abbassò lo sguardo sul suo corpo e lei rimase stupita da quel movimento, quasi impaurita.

Lui le sussurrò all'orecchio: "Elisabetta..."

All'improvviso lui si allontanò e abbassò lo sguardo. Deglutì e si recò in un'altra parte del negozio. Cherifa non capì la sua reazione e prima lo seguì con lo sguardo, poi lo raggiunse. Lui si allontanava sempre di più da lei, quasi come se volesse sfuggirle. Per un attimo gli era sembrato di vedere lei, la sua dolce metà. Tra uno scaffale e l'altro giunse davanti a un alto specchio e si fermò di colpo.

Cherifa si avvicinò per cercare di capire cosa fosse successo e lui si strofinò gli occhi: "Scusami..."

Lei forzò un sorriso: "Non ti preoccupare..."

Damiano la abbracciò e lei si lasciò avvolgere dalle sue braccia.

Dopo qualche secondo si staccarono e lui confidò: "In quello specchio mi è sembrato di vedere Elisabetta. Mi dispiace, io... ho provato a concentrarmi su altro, ma la mia mente converge sempre su di lei, è il mio pensiero fisso! Non posso sopportare tutto questo, la devo salvare!"

Chiave: il lato oscuro della luceWhere stories live. Discover now