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Le pareti della mia vecchia stanza sono così familiari che, una volta entrata, sembra quasi che stiano per abbracciarmi.
Sono blu, proprio come le ho lasciate, con qualche nuvola disegnata qua e là dentro la quale spiccano frasi di libri e canzoni che un tempo adoravo.
Mi lancio sul letto che è sempre sommerso di pupazzi e sempre comodo, sempre nella stessa posizione, sempre accanto allo stesso comodino.
Le tende mitigano l'effetto di questa prepotente giornata di sole e il lampadario a forma di luna, con tanto di stelle pendenti, troneggia al centro della stanza.
È tutto uguale a prima, non è cambiato nulla.
Nulla, tranne me.
Io che, anche se allo specchio appaio sempre la stessa, ho in realtà dentro un vuoto così grande che non potrò mai spiegarlo a parole.
Io che quando mi sono guardata per l'ultima volta in questo stesso specchio ero così piccola e così ingenua, così vivace e così felice, mentre adesso tutto ciò che vedo è l'immagine sfocata di quella ragazza.
Ho i suoi stessi capelli, rossi e riccissimi, le stesse lentiggini disegnate sul viso e gli stessi enormi occhi verdi, le stesse labbra sottili, la corporatura minuta.
Sono identica a quella che ero, eppure so di non esserlo più.
È una strana sensazione, desiderare così ardentemente di tornare indietro nel tempo e non avere alcuna possibilità di farlo.
Ma, come mi sono già ripetuta durante l'intera durata del viaggio, è inutile rimuginare su ciò che è stato: devo andare avanti e, per farlo, il primo passo è rivedere Lea, i miei amici e poi, se mai troverò il coraggio, lui.
Mi tremano le mani al solo pensiero, ma cerco di non darlo a vedere mentre avviso i miei genitori che sto andando a prendere Lea a scuola.
Le lezioni sono ricominciate da un paio di giorni ed io sono teoricamente già iscritta, anche se ho perso un anno e dovrò dunque seguire quasi tutti i corsi da sola, senza la solida compagnia della mia migliore amica e di tutti gli altri.
Trascorrere questo lungo periodo senza studiare, a differenza di ciò che si potrebbe pensare, non è stato per niente rilassante: mi ha fatto sentire come se stessi perdendo tempo, come se la mia vita fosse stata congelata ed io stessi semplicemente guardando i giorni scorrere davanti a me senza afferrarne nemmeno uno.
Ma oggi è il giorno in cui ricomincerò a vivere.
Ammaccata, forse sconfitta, ma di nuovo qui.

*

La Lincoln High School non è troppo diversa da una qualsiasi stereotipata scuola americana.
Situata nella periferia di Atlanta, non troppo lontana da casa mia, è composta da un enorme edificio diviso in numerose aree a cui sono annessi campi da basket, football, una piscina e decine di laboratori, assieme ad un giardino abbastanza grande da ospitare almeno trecento studenti.
Ed è proprio in giardino che si trovano adesso quasi tutti, impegnati a chiacchierare e scambiarsi opinioni sulla giornata appena trascorsa.
Le lezioni finiscono infatti alle 13:30, ma è quasi dato per scontato che nessuno studente lasci davvero l'istituto prima delle 14:00, tutti troppo presi a socializzare tra loro per ricordarsi di dover tornare a casa.
E, camminando tra tutti questi volti conosciuti e non, sento improvvisamente aumentare la nostalgia ad ogni passo, fedele nemica che mi ricorda tutto il tempo che ho perso.
Qualcuno si volta a guardarmi, riconoscendomi, e c'è perfino chi mi indica con sorpresa: forse credevano che fossi morta e il mio ritorno deve essergli sembrata come la prima vera apparizione di un fantasma qui alla Lincoln.
Cerco con lo sguardo Lea e gli altri, imponendomi mentalmente di non cercare lui, un po' perché ho promesso alla mia amica che sarei venuta per lei e un po' perché, codardamente, non mi sento ancora pronta ad affrontarlo.
Non so se lo sarò mai, a dirla tutta.
Improvvisamente poi, sento una mano sulla spalla e mi volto di scatto ritrovandomi davanti una ragazza bionda che, per quanto è bella, potrebbe tranquillamente essere scambiata per una Barbie vivente.
<< Allegra >> mormora il mio nome quasi senza crederci, tenendo ancora la mano ferma sulla mia spalla.
Provo ad accennarle un sorriso, ma tutto ciò che ne esce è una smorfia di emozione la quale, subito dopo, attira a sé un fiume di lacrime.
<< Lea >> singhiozzo, lanciandomi letteralmente tra le sue braccia.
La mia migliore amica mi stringe forte accarezzandomi i capelli ma, anche se sta provando a calmarmi, sento perfettamente che sta piangendo anche lei.
Conoscendola mi odierà per averle fatto sciogliere il trucco, ma credo che in questo momento sia troppo arrabbiata con me per ben altro.
Nonostante ciò però, in questo abbraccio sento di ritrovare finalmente tutto ciò che un tempo era mio, tutto l'affetto che nessun'amicizia costruita in appena un anno lì in Italia avrebbe potuto darmi.
Ci separiamo lentamente, ma ecco che vengo subito travolta da altri abbracci.
Samantha e Chloe quasi mi stritolano, mentre io sono ancora in preda alle lacrime e non riesco a non fare altrettanto.
Quando anche loro si allontanano però, ecco che arriva la parte più difficile: le domande.
<< Che cazzo ti è successo? >> quasi sbotta Sam che, tra le quattro, è sempre stata la più diretta.
Asciugo velocemente le lacrime, facendo di tutto per non guardare nessuna di loro negli occhi.
<< Sul serio Ally, dove sei stata? >> si aggiunge Chloe, il tono più calmo ma la stessa urgenza di ottenere delle risposte.
Abbasso gli occhi, incapace di dire qualsiasi cosa.
Non so se sarò mai in grado di raccontare ciò che è successo, ma quello che so è che non posso farlo adesso: non qui, non in questo cortile, non così.
Lea mi afferra una mano con decisione ma allo stesso tempo con dolcezza, zittendo le altre due che erano già pronte a rincarare la dose.
<< Non credo sia il momento giusto >> afferma << Quando Ally se la sentirà, ci dirá tutto. Nel frattempo, credo dovremmo semplicemente essere felici che sia qui >>
Sento che sto per sorridere, quando la voce di Sam interrompe il momento.
<< Cazzate! >> sbotta, stavolta per davvero << Non puoi sparire per un anno, tornare come se niente fosse e aspettarti di vederci felici! >>
Sapevo che avrebbe reagito così.
Sapevo che non sarebbe stato facile.
Così provo a risponderle, ma Lea prende ancora una volta la parola al posto mio.
<< Allegra ne parlerà quando sarà pronta >> afferma nuovamente, ma stavolta in maniera decisamente autoritaria << Se non ti sta bene, possiamo anche fare a meno della tua presenza >>
Sam la guarda quasi scioccata dal suo comportamento, voltandoci poi immediatamente le spalle e camminando verso l'uscita senza guardarsi più indietro.
Lea mi stringe più forte la mano.
<< Stai tranquilla >> mi dice << quello era il suo modo di merda per dirti che le sei mancata >>
Chloe annuisce energicamente, afferrandomi poi la mano libera.
Non è convinta dalle parole di Lea, glielo si legge in faccia, eppure è ancora qui con me perché è una ragazza dolce e premurosa, non impulsiva e testarda come Sam o autoritaria e sicura come Lea.
Ma, nonostante io sappia che è solo il suo carattere ad impedirle di dire ciò che pensa davvero, ricambio comunque la stretta perché sono felice che sia qui e perché mi è mancata, proprio come tutto ciò che mi circonda.
<< Grazie >> dico quindi ad entrambe, stringendole nuovamente in un abbraccio.
So che prima o poi dovrò raccontare tutto alle mie amiche e che dovrò andare a cercare Sam per darle la possibilità di ascoltare la mia versione della storia ma, per adesso, questo abbraccio è l'unica cosa di cui io abbia davvero bisogno.
<< Ehi! >> esclama Chloe ad un tratto, nascondendo un sorriso << Ce l'hai ancora >>
Poggia le dita sul mio collo scostando i capelli con leggerezza e scoprendo il piccolo tatuaggio che ho fatto quasi un anno e mezzo fa.
Vorrei sorridere come lei, lo vorrei davvero, ma quell'inchiostro sulla pelle non fa altro che ricordarmi ogni giorno quanto dannatamente lui mi manchi.
Vorrei sorridere, ma invece le mie corde vocali prendono vita, formulando la domanda che avrei voluto porgere appena messo piede nuovamente negli Stati Uniti.
<< Lui come sta? >>
Non c'è bisogno che specifichi nulla: sanno perfettamente a chi mi riferisco così come lo sanno le mie mani, nuovamente tremanti.
Chloe si morde il labbro, improvvisamente nervosa.
<< Bene, credo >> risponde invece Lea, ostentando tranquillità << Non ci parliamo quasi più da quando...insomma, da quando te ne sei andata >>
Scuoto la testa in una muta domanda.
Perché?
<< Derek è... >> prova a dire la bionda, ma la sua frase viene stroncata sul nascere.
Chloe mormora infatti qualcosa a denti serrati, fissando un punto imprecisato alle spalle mie e di Lea.
<< È? >> le chiedo, infastidita dalla sua interruzione del discorso.
Lei non sembra però farci caso e deglutisce invece pesantemente, continuando a fissare quel punto.
<< È dietro di te >>

My corner:
Ciao a tutti! Eccoci qui con il primo vero capitolo della storia in cui vediamo la nostra Allegra alle prese con le sue migliori amiche le quali, come da lei previsto, reagiscono in maniera molto diversa tra loro al suo ritorno.
Per l'incontro con Derek dovrete invece aspettare il prossimo capitolo (sono cattiva, I know)
Fatemi sapere cosa ne pensate! 💚

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