My Mama Don't Like You

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Hola chicos!
Oggi ho tantissime cose da dirvi, quindi farò un piccolo elenco:
1) Tanti auguri a me che ho finalmente preso la patenteeee! Per chiunque abitasse in provincia di Napoli, vi consiglio vivamente di non uscire più di casa ahahaha
2) Questo capitolo, come avrete notato, è abbastanza di passaggio ma vi invito a non sottovalutarlo: è molto importante per comprendere il rapporto tra Allegra e i suoi genitori, chiave della risoluzione del suo "'mistero"
3) Ho aggiornato tutti i capitoli dedicati ai membri del cast con nuove foto dei nostri protagonisti, quindi vi invito a dare un'occhiata e a farmi sapere cosa ne pensate!
4) Nel prossimo capitolo ci saranno i pov di due personaggi mai "ascoltati" prima: chi indovina di chi si tratta riceverà (in direct) un piccolo spoiler su una delle due parti!
5) Come sempre vi invito a leggere la mia nuova storia: Love in the dark

2 anni prima

Mia madre mi guardò per l'ennesima volta, non troppo convinta da quello strano e nuovo silenzio che regnava tra noi.
Eravamo in cucina, lei intenta a preparare la cena ed io a fingere di non volerle rivelare ciò che mi passava per la testa, a convincermi che mi andasse bene tenermi tutto dentro e che non avessi bisogno di parlarle di quello che provavo, di quel sentimento che mi stava man mano riempendo l'anima.
La verità è che avevo una terribile ed immensa paura di deluderla, l'avevo sempre avuta.
Che fosse anche solo per un compito in classe riuscito male o per aver provato il primo tiro di sigaretta, vivevo con la costante paura che le mie azioni potessero scalfire la bella opinione che lei e mio padre avevano di me.
Ci tenevo tanto a ciò che pensavano, ci tenevo troppo.
E così finivo per essere un'Allegra diversa fuori e dentro casa, ad imprigionare l'esplosività e l'irruenza del mio carattere così come facevo quando io e Lea compravamo la birra e la nascondevano nell'armadio della mia stanza.
Ero diversa da loro, diversa da ciò che avrebbero voluto.
Ma non ero abbastanza forte da imporglielo, da pretendere che mi accettassero così com'ero.
E così, inevitabilmente, finivo per fare ciò che volevano.
Sempre e comunque.
<< C'è qualcosa che vuoi dirmi, Allegra? >> mi domandò d'un tratto, il viso contratto nella solita espressione di serietà.
Era una bellissima persona mia madre, su quello non c'erano dubbi, eppure era sempre così fredda che faticavo a riconoscermi in lei.
L'unica cosa che avevamo in comune erano quegli odiosi ricci rosso fuoco, per il resto neppure il colore degli occhi era lo stesso.
Sembravamo due estranee con la stessa parrucca.
<< No >> mormorai in risposta, titubante come ero abituata ad essere al suo cospetto.
<< Oh andiamo >> esclamò lei, quasi con curiosità << L'ho capito che hai un ragazzo >>
E non lo disse come avrebbe fatto una qualsiasi altra madre: non c'era nulla di tenero in quell'affermazione, niente di vagamente eccitato all'idea.
Parlava come se si trattasse dell'ultima news del telegiornale.
Mi imbarazzai leggermente prendendo a schioccarmi le dita delle mani, attività a cui ero solita dedicarmi solo in momenti di profonda insicurezza come quello.
<< Ehm si, in realtà sto con una persona... >> accennai, sperando vivamente che non aggiungesse altro.
E, come se la freddezza di mia madre non fosse già abbastanza da sopportare, proprio in quel momento i passi di mio padre riecheggiarono dietro di me.
Aveva da poco finito di lavorare nel suo studio al piano superiore, ma continuava comunque ad indossare il solito completo elegante: non mi somigliava neppure lui, ma credo che ormai quest'informazione sia abbastanza superflua, fin troppo intuibile dai loro atteggiamenti.
<< Una persona? >> domandò, la voce grave ed indifferente << Da quanto? E come si chiama? >>
Deglutii pesantemente.
Non volevo parlare di lui.
Non volevo dar loro l'opportunità di giudicare la scelta migliore della mia vita.
Derek era stato il mio segreto per quasi un anno e volevo che restasse tale: non avrei potuto sopportare che i miei genitori sindacassero sulla nostra relazione, non avrei potuto continuare a vivere quella rapporto in maniera così spensierata se avessi saputo che ciò li avrebbe delusi.
Io ero sicura di lui, sapevo di amarlo e sapevo che non avrei potuto scegliere diversamente.
Ma se a loro non fosse piaciuto?
Se fossero riusciti a farmi cambiare idea?
<< Allora? >> mia madre si spazientì, più per voracità d'informazioni che per reale interesse.
<< S...si ch.. >>
<< Allegra, non balbettare! >> mi richiamò duramente mio padre, il solito tono di voce sempre pronto a sottolineare ogni mio errore.
Strinsi i pugni così forte fino quasi a conficcarmi le unghie nei palmi, impegnandomi con tutta me stessa per non piangere.
Non mi piaceva quella situazione, odiavo sentirmi così debole di fronte a loro.
<< Si chiama Derek >> riuscì a dire << Stiamo insieme da un po'... >>
<< Quanto è un po'? >>
<< Quasi un anno >>
Mio padre strabuzzò gli occhi, totalmente colpito da quella notizia.
Non si aspettava che gli avrei mai nascosto una cosa così importante.
Non se lo aspettava e lo avevo deluso, ancora una volta.
<< E perché non ce l'hai ancora presentato? >>
Perché ho paura di qualsiasi cosa possiate dirmi.
E no, non ho dubbi né su Derek né sul mio amore per lui.
Ho dubbi su di me, su quanto giusta io possa essere agli occhi di due genitori come voi.
Ma non riuscii a dirgli nulla di tutto ciò.
<< Volevo aspettare >>
Nessuno dei due rispose, come mi aspettavo.
Ma poi mio padre disse qualcosa che mai avrei potuto prevedere.
<< Dì pure a Derek che domani lo aspettiamo per cena >>

*

<< Non capisco perché la fai così tragica >>
Derek, seduto al posto del guidatore, continuava a ripetere la stessa cosa da più o meno dieci minuti senza però ricevere da parte mia alcuna risposta.
<< Insomma, dopotutto tu passi la metà del tempo a casa mia e i miei genitori ti adorano >> continuò, la mano destra che si affrettava a cambiare di marcia mentre io desideravo solo che la benzina finisse e ci ritrovassimo bloccati nel bel mezzo del nulla, lontani da casa mia e da chiunque altro.
<< Perché non può essere lo stesso con me? Non sono mica così male >>
Sbuffai per l'ennesima volta.
Non capiva ma, del resto, come avrei potuto spiegarglielo?
Come spieghi al tuo fidanzato che i tuoi genitori non vogliono davvero conoscerlo, quanto piuttosto trovare l'ennesima ragione per farti sentire sbagliata?
Mio padre non aveva formulato quell'invito per la curiosità di scoprire chi fosse effettivamente il mio ragazzo, non gliene fregava niente della persona per cui sua figlia aveva perso la testa, di quanto fosse riuscito ad entrarle dentro.
Ciò che davvero gli interessava, ciò che interessava ad entrambi, era che Derek fosse compatibile con i canoni di perfezione che avevano da sempre cercato di impormi, che una volta tanto anche la piccola, ingenua ed impulsiva Allegra fosse riuscita a combinare qualcosa di buono.
E sarebbero stati bravissimi a trovargli difetti inesistenti: ne ero sicura.
<< Amore? >> Derek allungò la mano destra a sfiorarmi la gamba << Mi stai ascoltando? >>
Strinsi le sue dita tra le mie, cercando disperatamente il modo per farmi comprendere.
E poi, come sempre, finii con l'esprimermi nella maniera più diretta e meno attenta possibile.
<< Ho paura che tu non gli piaccia >> ammisi, l'angoscia che iniziava a pervadermi << Ho una tremenda paura di deluderli >>
Ma non bastarono quelle poche frasi a far sì che Derek mi comprendesse.
Anzi, bastarono a mettere in tavola l'ennesima inutile incomprensione.
<< Ah beh, bella considerazione che hai di me >> sbottò lui, ritraendo la mano dalla mia stretta.
<< Ehi, non volevo dire questo! >> provai a spiegargli, ma ormai era già tardi.
Derek non mi rispose, concentrandosi invece sul parcheggiare la sua auto di fronte alla mia abitazione.
<< Amore, ascoltami >> tentai nuovamente, ma ogni parola sembrava essere superflua.
Così presa dalla paura di deludere loro, alla fine avevo cominciato con il deludere lui.
Si scostò i capelli dalla fronte, sistemandosi la giacca che indossava sull'elegante camicia bianca.
<< Non preoccuparti, non ti farò sfigurare >> disse amaramente, il passo deciso verso la porta d'ingresso.
Allungai la mano a stringergli il braccio, tirandolo poi verso di me.
<< Non volevo dire questo >> ripetei ancora, stavolta con più convinzione.
Mi guardò come si guarda ciò che non si conosce, con la stessa diffidenza ma anche la stessa voglia di sapere.
Ed io sentii le mie paura infrangersi contro quel muro che stava erigendo.
Non potevo farcela senza di lui.
<< Non sei tu, sono loro >> mormorai ed una lacrima cominciò a scendermi lungo la guancia.
Derek non sopportava di vedermi stare male: lo sapevo e lo seppi in quel momento, quando nonostante la rabbia mi attirò tra le sue braccia e mi strinse forte a sé, aiutandomi a sedere sulle scale che conducevano alla porta d'ingresso.
<< Sono sempre stati pronti a giudicare qualsiasi mia mossa, giusta o sbagliata che fosse >> spiegai, ma ormai i miei erano più singhiozzi che parole.
Lui continuava a stringermi, accarezzandomi intanto il viso e scostando i capelli che restavano attaccati alla pelle bagnata da tutto quel sale.
Era immensamente dolce nel suo prendersi cura di me anche in quel caso, anche quando non riusciva proprio a comprendere cosa potesse farmi stare così.
Ma del resto, come avrebbe potuto?
La sua era una famiglia perfetta, i suoi genitori sempre pronti a sostenerlo e ad incoraggiarlo nonostante i suoi sbagli, proprio come ero certa che chiunque avrebbe dovuto fare con i propri figli.
<< Ed io ho paura deluderli non perché tu non sia abbastanza >> portai i miei occhi nei suoi, una mano ad accarezzargli la gota proprio come lui stava facendo con me << Tu sei la scelta migliore che io abbia mai preso, ma li conosco e so che riusciranno a trovare difetti perfino a quello che provo per te. >>
Singhiozzai ancora, stavolta più rumorosamente.
<< Non voglio che mi facciano sentire in colpa per ciò che ho deciso, che riescano a convincermi di aver ragione come fanno ogni volta >> sentivo il labbro inferiore tremarmi quasi quanto la voce << Non voglio essere obbligata a rinnegare ciò che desidero per renderli fieri di me >>
Derek mi strinse la mano, gli occhi che provavano a cercare i miei troppo appannati dalle lacrime per lasciarsi trovare.
Ma in quella stretta, finalmente e per la prima volta, mi sentii capita davvero.
<< Non voglio sbagliare ad amarti >>

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