Meeting You

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3 anni prima

A quattordici anni, il primo giorno di liceo era la cosa più spaventosa che potessi immaginare.
Professori sconosciuti e severi con cui fare i conti, nuove materie in cui cimentarsi, un edificio almeno tre volte più grande della cara e rassicurante scuola precedente.
E poi, la cosa che mi terrorizzava di più: i nuovi compagni.
Eravamo solo io e Lea all'epoca, entrambe ragazzine troppo timide per fare il primo passo verso il nuovo mondo che ci attendeva, ma allo stesso tempo troppo impazienti che una mano dall'esterno fosse finalmente allungata verso di noi.
E accadde.
Dopo appena una settimana dall'inizio della scuola, ecco che l'affascinante e stramba Samantha Beckett fece irruzione nella nostra vita, trascinando con sé la piccola ed imbarazzata Chloe Jensen.
Non ci volle molto perché diventassimo amiche, giusto il tempo di qualche esperimento fallito nel laboratorio di chimica, un paio di pranzi condivisi ed eravamo già inseparabili.
E, una volta insieme, non mi sembrava più così assurdo il pensiero di poter conoscere sempre più persone, di aprirmi ed uscire finalmente fuori dal guscio in cui ero sempre stata rinchiusa.
Se infatti Chloe era sempre timida ed impacciata, anche quando eravamo solo noi quattro, la timidezza era per me niente più che uno scudo con cui farmi strada tra la folla, nascondendo in realtà tra le righe una personalità vivace ed allegra, proprio come il mio nome suggeriva.
Approcciare con i ragazzi però...beh, quella era tutt'altra storia!
Avevo avuto un fidanzato l'anno prima, una di quelle storie fugaci in cui un bacio rubato sembra la conquista di una vita intera, ma niente che potesse andare oltre quella semplice esperienza.
Non ero brava a gestire i complimenti che mi facevano sempre inevitabilmente arrossire, né tantomeno ero capace di farmi avanti, nonostante ci fossero state persone per cui avevo davvero provato interesse.
Ero adorabilmente impacciata oserei dire, o meglio, questo fu ciò che mi disse lui molto tempo dopo, quando ormai il nostro primo incontro era solo un ricordo, una polaroid dai bordi sfumati.
Tale fantomatico approccio avvenne circa un mese dopo l'inizio della scuola, quando ormai il mio gruppo di amiche era stranamente già consolidato e ci trovavamo tutte e quattro in corridoio, giocando ad indovinare la combinazione dei reciproci armadietti.
Non fui io a notarlo.
O meglio, non fui io a notare che, nonostante mi divertisse cercare di capire le sequenze scelte dalle mie amiche, mi ero improvvisamente imbambolata a fissare un punto non troppo lontano da noi.
<< Ally, sei rimasta incantata? >> mi chiese infatti Lea divertita, seguendo poi la traiettoria del mio sguardo troppo presto perché potessi nel frattempo distoglierlo.
<< Ehi, ehi, ehi! >> ridacchiò subito dopo, mentre io già arrossivo << Allegra si è innamorata >>
Provai a ridere per dissimulare, mentre le altre due si sporgevano per scoprire a chi si riferisse la mia migliore amica.
<< Ma qual è? Il biondo? >>
<< No, quello accanto >> Lea allungò un dito per indicarlo << Il moro con il cappellino al contrario >>
<< Non indicare! >> quasi urlai io, ricevendo in risposta solo un'altra imbarazzante serie di risate.
Sam mi guardò maliziosa.
<< Mmm...molto carino >> mi afferrò la mano << Andiamo a conoscerlo! >>
Pensai che stesse scherzando.
Desiderai che stesse scherzando.
E poi, quando capii che ci stavamo davvero avvicinando, pregai con tutto il cuore che stesse scherzando.
Stavo per fare la figura peggiore della mia vita davanti a quel ragazzo e ai suoi amici e la cosa peggiore era che non mi ero neppure accorta del perché l'avessi fissato tanto, questo fino a quando me lo ritrovai vicino.
Era bello ma in maniera quasi banale, il solito liceale dal ciuffo calato sugli occhi e il capellino indossato al rovescio, la maglietta a maniche corte e i jeans a vita bassa.
Non aveva nulla di particolare, nulla che lo distinguesse eppure, tra tutte quelle persone, io non riuscivo a vedere altri che lui, come un toro che percepisce soltanto il colore rosso in un mondo così pieno di sfumature.
<< Ehi! >> ridacchiò il suo amico biondo, perché doveva effettivamente essere strano ritrovarsi di punto in bianco due ragazzine accanto, una palesemente trascinata dall'altra.
<< Ehi! >> sorrise Sam, per qualche ragione sempre perfettamente a suo agio << Sono Samantha, piacere >>
Allungò una mano verso entrambi i ragazzi con nonchalance e loro, afferrandola, si presentarono con la stessa tranquillità mentre io maledicevo il giorno in cui mi avevo deciso di diventare amica di quella pazza.
Il biondo si chiamava Seth, mentre lui si chiamava Derek.
Fan di Grey's Anatomy da tutta la vita, persi almeno un minuto a riflettere su quanto adorassi quel nome, questo fino a quando non parlò, rivolgendosi a me per la prima volta.
<< E tu chi sei? >> chiese, quasi divertito.
Mi metteva a disagio il suo modo di guardarmi come se fossi buffa, come se il mio imbarazzo lo facesse ridere.
<< Oh, lei è una mia amica >> Sam prese la parola al posto mio << Voleva conoscerti, ma si vergognava a venire qui da sola >>
Seth rise divertito, ammiccando verso Derek che si limitò invece a nascondere il suo sorriso in una smorfia quasi intenerita.
E continuò a guardarmi, ovviamente, in attesa che dicessi qualcosa.
Così, racimolando in un attimo tutto il coraggio che avevo (buona parte del quale era dovuto al sollievo che provavo pensando a quando avrei finalmente ucciso Sam) riuscii infine ad aprire bocca.
<< Mi chiamo Allegra >>

Oggi

<< È dietro di te >>
Ho paura di voltarmi.
Anzi, a pensarci, ho letteralmente il terrore di voltarmi.
Paura di rivedere Derek dopo tutto questo tempo ma, più di tutto, paura che lui riveda me, che mi scopra cambiata, diversa.
Paura che non mi guardi più come fece quel giorno di tre anni fa, come ha sempre fatto da allora, con quell'aria divertita ma anche dolce, come se fossi buffa e strana ma, allo stesso tempo, avessi qualcosa che cattura inevitabilmente la sua attenzione.
Quando lo faccio però, quando mi volto, tutte queste paure svaniscono.
Rivedo i suoi occhi, il suo solito sguardo e, per un attimo, mi sembra che non sia cambiato nulla.
È uguale a come lo ricordavo, bello come lo ricordavo e, per un attimo, mi sembra di non essere cambiata neppure io.
Per un attimo, per quell'attimo, perdo la cognizione del tempo e dello spazio e, mentre tutto il resto del mondo accanto a noi si immobilizza, mi lancio verso di lui stringendogli le braccia al collo così forte da fargli male.
E Derek, il mio Derek, non esita ma mi accarezza invece la schiena e i capelli, affondando il viso tra i miei ricci rossi e riempiendo quello stesso attimo che ora non è più solo mio, ma nostro. 
E, per quell'attimo, è come tornare a casa.
La mia vera casa.

My corner:
Hola, come state?
Prima di commentare il capitolo voglio ringraziare dal profondo del cuore tutte le persone che hanno visualizzato/votato/commentato gli scorsi capitoli: sono davvero contenta che la storia vi stia piacendo e spero continuerete a seguirla/seguirmi!
Per quanto riguarda la trama invece, finalmente è apparso il nostro protagonista maschile, anche se per adesso non abbiamo ancora avuto modo di fare davvero la sua conoscenza, momento per il quale dovrete aspettare il prossimo capitolo.
Fatemi sapere se vi è piaciuto💚

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