Capitolo 9: La Terapia

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Mi sveglio nel cuore della notte,il battito accellerato lo sento come in gola. Il sole non è ancora sorto e io sono in un mare di sudore.

Ancora una volta, ho fatto sempre lo stesso incubo: Rivivo il mio stupro.

Non riesco a superare la faccenda e quando penso che ho tutto sottocontrollo, ecco che rifaccio il medesimo incubo che mi lascia paralizzato a letto e che mi fa mancare il respiro.

Dopo aver cercato di darmi una calmata con respiri profondi, mi alzo dal letto e vado davanti alla finestra.

Tra poco ci sarà l'alba e,come quasi tutte le mattine, mi godrò lo spettacolo abituale.

Pensare a quel momento oscuro della mia vita, mi fa stare decisamente triste e male tutto il giorno.

Per fortuna, adesso, ho Mark nuovamente nella mia vita. Con lui mi sento al sicuro. Protetto.

Mentre il sole sorge e la luce penetra dalla finestra sempre più decisa, penso che è meglio iniziare a preparsi.

Vado in bagno e mi doccio.

Quando sono pronto, esco dal bagno e mi trovo davanti il viso buffacchiato di Mary che mi fissa con i suoi occhi ancora pieni di sonno.

"Hai fatto di nuovo lo stesso incubo?" Mi domanda, quando accusandomi.

Faccio spallucce e vado verso camera mia. So che la discussione non è finita.

"Ti ricordi cosa mi avevi promesso?"

Io faccio finta di non ascoltarla, ma Mary è insistente e so che non lascerà perdere così facilmente.

"Allora?" Insiste.

"Sì, sì. Ti ho promesso che se avessi continuato a fare incubi, sarei andato da uno psicologo." Ammetto, sbuffando.

"Si da il caso che abbia fatto delle ricerche e che abbia trovato un bravissimo psicologo che tratta esattamente il genere di esperienze che hai dovuto affrontare tu."

La guardo e non so se essere in collera o se urlarle contro.

"Stai calmo, è un tipo apposto. Non è uno di quelli che cerca la fama,anzi...E' già famoso per conto suo. Si chiama Dottor Jenkins".

"E se volessi sceglierlo io? Mi sgriderai come fa mia madre?" La istigo io. So che sono gli incubi a parlare per me, ma non posso fare a meno di essere irritato dalla sua mancanza di rispetto per la mia privacy.

"Fà come credi. Non mi importa da quale psicologo andrai,mi importa solo che tu ci vada. Hai bisogno di affrontare e superare, in qualche modo, questa terribile esperienza."

Decido di non darle più conto, in modo da chiudere questa discussione.

Vado un attimo in cucina e bevo un bicchiere di latte.

"Comunque sia, sul tavolo ti ho lasciato il suo numero di telefono con i dettagli. Se vuoi chiamargli, prendilo pure." Mi dice Mary, lasciandomi poi da solo.

Guardo il foglietto stampato dalla mia amica e sto per buttarlo, quando mi blocco e lo infilo in tasca.

Non so perchè non l'abbia strappato e buttato via. Forse, perchè so che ho davvero bisogno di qualcuno per superare tutto e per poter tornare a stare meglio.

Mentre sono in metropolitana, continuo a guardare il foglietto e imparo a memoria il numero di telefono dello psicologo.

Potrei persino scriverlo senza guardarlo.

"Fermata Central Park."

La voce metallica che esce dagli altoparlanti, mi avverte che sono arrivato alla mia destinazione.

Innamorato di un Principe #Wattys2017 (Innamorato di un Re)Where stories live. Discover now