Are we only stephbrother? {Harry styles}

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Oggi era un giorno molto importante per me, il giorno in cui tutte le cose sarebbero cambiate, la casa, gli amici, la solita routine insomma. Stavo per trasferirmi a Londra con mio padre dalla sua compagna e non sapevo proprio cosa aspettarmi dalla mia nuova vita.

Io sono Sunshine Hill, una comune ragazza di 18 anni e mezzo che, presto, avrebbe frequentato il quinto anno di liceo, scientifico per l'esattezza, nella sua nuova città.

Mia madre era morta quando io avevo solo 2 anni; ero molto piccola, quindi non riuscivo a ricordare praticamente niente di lei, anche se lo volevo tanto, troppo. Dopo la sua morte mio padre aveva iniziato a viaggiare in giro per il mondo, fino a quando incontrò Anne, la sua attuale compagna. Adesso io e mio papà eravamo in macchina diretti verso la casa della donna a me sconosciuta; chissà com'era fatta... ero molto, ma molto tesa. E se non le fossi piaciuta? E se le stessi antipatica?

Giusto, dimenticavo di dirvi che Anne aveva un figlio che presto sarebbe diventato il mio fratellasto.

Come mi sentivo? Ero molto preoccupata, io non sapevo niente di lui, come si chiamasse, quanti anni avesse, come fosse fatto, proprio niente, anche perchè mio padre non mi aveva accennato assolutamente niente.

Eccoci qui, davanti all'enorme casa bianca di Anne, dove i miei pensieri vennero interrotti facendomi ritornare alla realtà. Feci un lento giro su me stessa per vedere meglio l'esterno di questa villa che sembrava essere molto costosa. Si poteva vedere un grande giardino, molto verde, con qualche aiuola piena di coloratissimi fiori vicino ai pochi scalini che portanavano all'entrata. La porta era di legno e sopra vi è inciso il numero civico, 232 per l'esattezza, con il rispettivo cognome della donna.

Dopo averla ammirata per bene iniziai a pensare che mi sarei trovata molto bene qui e che mi sarei subito orientata e abituata. Credevo fosse una casa molto bella per me e credevo, anzi, ne ero convinta, che questo fosse un bellissimo inizio della mia nuova e splendida vita.

"Pronta piccola?" Venni richiamata alla realtà dal vocione scuro di mio padre che interruppe le mie fantasie.

Annuii sicura e lui suonò alla porta.

Ad accoglierci, una bellissima donna con un sorriso a dir poco splendido stampato in viso che mi fece sentire a casa solo guardandolo. Senza esitare mi abbracció, il che mi lasciò un po' perplessa dal momento che non mi avesse mai visto, infatti all'inizio rimasi leggermente fredda, ma poi ricambiai quel dolce gesto immediatamente.

"Ciao Robert, finalmente sei arrivato! Mi sei mancato un sacco" Affermò la donna stampandogli un dolce bacio sulle labbra che venne ricambiato all'istante.

"Ciao Anne, non vedevo l'ora di vederti, anche tu mi sei mancata parecchio, ma finalmente siamo insieme. Lasciami presentare mia figlia, si chiama Sunshine e di solito è molto chiacchierona, non so perché stia così in silenzio in questo momento,non la riconosco." Ci fece ridere ad entrambe.

"Va be, parlerà dopo con noi la nostra Sunshine, venite, entrate pure" Insime varcammo la soglia di casa "La tua camera è al piano di sopra, vai su per le scale poi alla tua sinistra, praticamente è di fronte a quella di mio figlio" disse Anne.

Senza dar troppo peso alla donna continuai ad osservare l'enorme spazio all'interno dell'abitazione. Decisi di fare un giro d'ispezione per la casa, quindi svoltai verso destra entrando all'interno della cucina. Le pareti erano color senape, il soffitto bianco e il pavimento era un parquet di legno abbastanza chiaro. Al suo interno vi era un'enorme cucina fatta di legno di ciliegio, eccetto per il top vicino al lavello e ai fornelli che era dello stesso colore del forno e del frigo, quindi panna. Al centro un tavolo, anch'esso di legno con molte venature particolari, mi piaceva molto. Lentamente abbandonai la stanza percorrendo il piccolo spazio di fronte alla cunina, entrando nel salotto. Questa zona era occupata da due divani da tre posti in pelle, vi era un televisore grandissimo, non sapevo quanti pollici, appeso al muro. Vi era anche una vetrinetta contenente vari set di bicchieri e piatti che dovevano valere chissà quanto. Erano molto ricchi, pensai. Io e mio papà neanche in mille vite potevamo permetterci tutto questo, speravo solo che il figlio non fosse troppo viziato e antipatico per via di tutte queste ricchezze. Uscendo dalla stanza percorsi il corridoio che portava in altre due stanze, sempre appartenenti al piano inferiore. Aprii la prima porta, quindi un delizioso profumo di libri entrò nelle mie narici. Rimasi alquanto sorpresa nel vedere un' enorme libreria, mi avvicinai cautamente e con le dita sfiorai ogni singolo volume che più mi piaceva. Avevo sempre amato leggere, magari era qui che sarei potuta venire quando mi sentivo sola. I libri erano un rifugio perfetto. Diedi ancora uno sguardo a quella meraviglia e poi entrai nella stanza successiva. Quella vano era una sala da pranzo, molto ma molto grande, chissà quanti amici dovevano avere. Una volta lasciata quell'area salii al piano superiore e, invece di andare nella mia camera, proseguii per il corridoio raggiungendo la stanza da letto di Anne, lì salutai anche mio padre che stava sistemando le sue robe tranquillamente. La camera da letto di Anne era enorme, un'armadio a specchio e un'enorme letto e comò. Mi congedai abbandonando quello spazio di casa dirigendomi verso la camera del mio fratellastro. Afferrai la maniglia e, timorosa di ciò che potevo trovare dentro, l'aprii. Da quello che potevo intuire, era un ragazzo abbastanza ordinato. Un grande letto matrimoniale anche per lui, chissà cosa faceva su quel materasso per volerlo matrimoniale. Scacciai quei pensieri poco carini e mi accomodai sulla sedia di fronte alla scrivania. C'erano molti libri, sia scolastici e sia, presumo, presi dalla biblioteca. Curiosa come non mai, aprii qualche cassetto e un diario di pelle beije catturò la mia attenzione. Lo presi tra le mani sentendo la sua morbidezza e poi lo adagiai sulla scrivania. Il mio primo pensiero fu quello di leggere qualcosa per scoprirne di più sulla sua identità, ma poi pensai che non fosse giusto che leggessi le sue cose personali, poteva dare fastidio, e questo lo capivo dal momento che anche io avessi un diaro. Riposi l'oggetto nel cassetto e mi alzai chiudendo la porta una volta uscita dalla sua stanza. Non mi ero fatta una grande idea su di lui nonostante avessi guardato la sua stanza. A proposito, non si era ancora fatto vivo, morivo dalla voglia e dalla curiosità di conoscerlo. Raggiunsi nuovamente la camera da letto e timidamente entrai catturando l'attenzione dei due adulti di fronte a me.

Are we only stepbrothers? {Harry styles}Where stories live. Discover now