1-La simulazione

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"Mi dica, cosa l'ha portata a commettere tali crimini?"
"Alla base degli omicidi da lei commessi, vi erano dei moventi oppure erano atti gratuiti fini a se stessi?"
"Mi può raccontare della sua infanzia?"
Man mano che ripetevo le domande, mentre passeggiavo avanti e indietro per la camera da letto, nuove idee continuavano a balenarmi nella testa. "Nella sua famiglia vi erano membri violenti?"
In caso di risposta affermativa, avevo anche preparato eventuali collegamenti "Mi parli del rapporto che aveva con suo padre/sua madre"

"Dannazione, cerca di mantenere una postura più rigida. Ricordati, non ti devi inclinare troppo in avanti. Mantenere le distanze è la chiave."
"La voce deve essere più fredda, il tono più deciso, non esitare. Scandisci bene le parole. Sii chiara."
"Non permettergli di prendere la parola deliberatamente; deve solo rispondere a ciò che gli chiedi."
La simulazione andò avanti per ore. Lo specchio si tramutò nel mio paziente per quel lasso di tempo. Mi sentivo pronta. Sapevo le domande a memoria. Avevo riletto gli appunti dati dal mio superiore riguardo l'uomo in questione. Tuttavia, le mani continuavano a tremare, la voce tendeva a sbalzi di toni e tremolii vari, tutti aspetti che avrebbero suggerito al paziente la mia insicurezza. Male, molto male. Non mi sentivo pronta.
00.40
"Harleen, quando hai intenzione di andare a dormire?"
Bisbiglia mia madre mentre fa il suo ingresso nella stanza.
"Scusa mamma, però cerca di capirmi, sono ormai tre mesi che mi sto preparando per questo momento. E in tre mesi non ho fatto progressi, anzi."
Tendo facilmente allo sconforto. Soprattutto quando si tratta di cose importanti.
"E tu pensi di non aver fatto progressi. Se non li avessi fatti, non ti avrebbero affidato questo caso. Devi avere più fiducia in te."
"Dici?"
"Dormici su. Notte tesoro."
La sua capacità di smorzare le ansie e agonie varie in casa con un semplice (e striminzito) consiglio mi aveva sempre affascinata e irritata allo stesso tempo. Però mi convinceva sempre. E anche quella volta. Fu così che appena uscì dalla stanza mi sdraiai sotto le coperte, cercando di auto-convincermi che tutto sarebbe andato secondo i piani. Anche se all'Arkham non funzionava così. Non ha mai funzionato così  per nessun paziente. Figuriamoci per lui.
"Devi avere più fiducia in te. Dormici su."
Che odio. Però bisogna riconoscerglielo. Aveva ragione, funzionava.

Birth of a Queen: The OriginsWhere stories live. Discover now