3 - Math

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"Ti troverò sempre dentro questo locale? O dovrò sperare nella fortuna che ti trovi in un'altro in cui andrò?" Ridacchio stringendola con il braccio attorno alle sue spalle. Non regge l'alcol, bene, veramente bene, Theo in cosa ti sei cacciato.
"Non lo so" sospira rischiando di inciampare per l'ennesima volta nei suoi piedi. Dovrebbe togliersi quei tacchi.
"Sono arrivata" si ferma davanti ad un portone che porta all'interno di un grattacielo e si allontana da me di un passo.
"A quale piano abiti?" Guardo le finestre con le luci accese e quando arrivo fino alla cima quasi cado all'indietro. Anche a New York ci sono alti grattacieli ma non sono mai stato interessato ad osservare uno da vicino, e vivendo in un'enorme villa era l'ultimo dei miei problemi.
"Io all'ultimo" scrolla le spalle.
"Ma è tutto tuo" finisco la frase per lei che ridacchia annuendo.
"Pazzesco, vero?" Mi da una pacca sulla spalla e estrae un mazzo di chiavi dalla tasca della sua giacca in pelle.
"E tanto per la cronaca -si appoggia alla grande porta in vetro- il mio nome è Megan... Martinez, e hai buttato dei soldi per dei drink che io non avrei mai pagato"
"Ma sul serio?!" La guardo infastidito, mi ha fatto veramente buttare quei soldi... Non che io ne abbia spesi tanti rispetto al mio budget, però sono sempre soldi.
Annuisce e chiude la porta ancora prima che possa offrirmi di accompagnarla al suo appartamento.
Mi allontano un po' insicuro e prima di andarmene definitivamente mi guardo intorno.
Quando sono sicuro di essere solo e vicino al mio loft chiamo Brandon.
"Ti prego, vedetevi di giorno, è faticoso stare a guardarvi a quest'ora" sospira Brandon e posso perfettamente sentire la sua stanchezza nel tono della sua voce, e di sottofondo sento anche qualcuno russare, sono sicuro sia Cole.
"Ci lavorerò su" annuisco anche se lui non può vedermi, non gli assicuro niente.
"Comunque buon lavoro, e cerca veramente di limitare le notti fuori, ti ricordo che alle otto verrà il professore per i tuoi corsi, cerca di non farti trovare dormire, metti la sveglia"
"Va bene" sbuffo. È già Lunedì.
"E chiama tua madre, è ancora sveglia che contempla il muro bianco della cucina"
"Sì lo faccio subito -sbadiglio- aspetta ma non siete alla casa abbandonata?" Come fa a sapere che mia madre è lì? Non lavoreranno mica in casa con lei che potrebbe scoprire tutto da un momento all'altro.
"No, siamo nel mio ufficio, Stefan ha hackerato le videocamere del locale dal mio computer"
"Oh bene mi avete pure guardato"
"E ti vedo ancora adesso camminare per la strada, devo dire che Stefan è un ottimo hacker, prenderemmo dell'attrezzatura adatta per guardare da più parti e non solo una alla volta"
"Brandon non ce n'è bisogno, mi senti attraverso l'auricolare e ti chiamerò ogni volta" sbadiglio, il sonno si fa sentire bene adesso.
"Chiama tua madre" e chiude la chiamata.
È un vizio di famiglia chiudere subito le chiamate a quanto pare.
Mi sfrego una mano sugli occhi cercando di tenerli ben aperti per la strada che mi manca fino al mio loft, spero solo di non perdermi, basta fare la strada al contrario.
Tiro un lungo e profondo respiro e attendo che mia madre accetti la chiamata.

"Ciao mamma, scusa per l'orario" mormoro con voce sottile.
"Oh, finalmente -esclama liberando uno sbuffo di sollievo- pensavo ti avessero fatto qualcosa...che..."
"Mamma sto bene, stavo solo conoscendo i miei compagni, siamo andati a bere qualcosa, niente di pericoloso, adesso sto tornando a casa"
"Bene, sono contenta... Ti piace lì? Ti trovi bene?" Sento la sua esitazione e non posso far a meno di sospirare triste. Non può semplicemente far finta che vada tutto bene come al solito invece di farmi sentire tutta questa mancanza di casa improvvisa?
"Sì, è un bel posto, e i ragazzi sono simpatici"
"E le ragazze?" Ridacchia e non posso crederci, quel coso che ha nella pancia già alle prime settimane le fa avere gli sbalzi d'umore?
"Nessuna mi è sembrata interessata -scrollo le spalle- no forse una, ho provato a parlare ma mi ha ignorato"
"Ooh, che cattiva ragazza" scoppia a ridere contagiando anche me. Peccato che siano solo bugie.
"Mamma sono arrivato -sospiro di sollievo aprendo la porta dell'appartamento- domani dovrò svegliarmi presto e io sono ancora fuori dal mio letto alle due di notte"
"Oh cazzo sono già le due? -silenzio che mi fa capire che abbia controllato l'ora- sí, sono le due" so già che probabilmente ha arricciato le labbra con espressione colpevole.
"Vai a dormire, ci sentiamo domani?"
"A domani mamma" apro l'ennesima porta che porta al mio loft e finalmente posso accendere le luci.
"Buonanotte tesoro, ti voglio bene"
"Anche io, notte" e con un sospiro chiudo la chiamata guardandomi intorno. La lieve luce che proviene dall'esterno non mi fa vedere molto ma con la stanchezza improvvisa che ho posso trovare un posto in cui dormire anche ad occhi chiusi, ciò vuol dire che se vado a sbattere contro un tavolo va bene anche quello.
Mi spoglio dei miei vestiti rimanendo in boxer per poi buttarmi sul mio nuovo e morbidissimo letto senza fare nient'altro. Ci impiego pochissimo ad addormentarmi ma la notte sembra passare ancora più in fretta ed è il campanello a svegliarmi.

"Chi cazzo è a quest'ora?" striscio i piedi dal mio letto fino alla porta stiracchiandomi e sfregando gli occhi. Guardo dall'occhiello per trovare un uomo di giacca e cravatta e una grossa borsa nella sua mano. "Oh dio i corsi" scatto velocemente indossando i primi vestiti che trovo nella valigia che non ho nemmeno aperto prima. Il campanello suona di nuovo mentre mi avvicino aggiustandomi i pantaloncini sulla vita.
"Salve" probabilmente è la mia espressione da ebete disperato a fagli corrucciare le sopracciglia e guardarmi confuso.
"Theo Balze?" legge il mio nuovo nome sulla sua agenda mentre mi sposto per farlo entrare.
"Sono io -annuisco- è un piacere conoscerla" ancora mi chiedo perché sono così gentile con le persone più anziane, escludendo tutti i miei professori, sono tutte delle teste di cazzo. Avrò preso da mia madre.
"Mettiamo in chiaro due cose ragazzino -mi guarda con espressione annoiata poggiando la sua borsa sul tavolo nell'angolo cucina- non sono venuto qui a far amicizia con te per poi farmi prendere per il culo in seguito, sono qui solo per lavorare ed esser pagato. Ti sei appena svegliato noto dal tuo aspetto e probabilmente hai un leggero mal di testa, quindi ti propongo di preparare due caffè, fare colazione e poi prendere un foglio e una penna per iniziare" Annuisco energicamente correndo subito a preparare il caffè, fortunatamente Cole ha chiamato qualcuno per riempire il frigorifero e la dispensa.
Lo guardo esitante quando prende un sorso dalla tazza con il caffè: "Fa schifo" sospira tirando fuori una cartella piena di fogli di cui me ne porge che firmo subito. Ho la sensazione che non sarà così facile lavorare con lui. E Infatti dopo quattro ore intense di matematica e solo matematica mi ritrovo con il viso tra le mani e un plico di fogli pieno di esercizi sotto il naso.
Il telefono squilla e il nome di Brandon lampeggia sullo schermo. Oh... ora si che mi sente.
"Come diavolo pensi che io possa concludere sta cazzo di missione con dieci fogli pieni di esercizi di matematica?" urlo al telefono appena accettata la chiamata.
"Ciao anche a te -la sua voce sbigottita mi fa sbuffare ancora più forte- Adam potevi semplicemente parlargli di cosa sei andato a fare a New Orleans -ride- E' uno di noi"
"Sul serio Brandon? Non potevi dirmelo prima?" sono più che sconvolto dalle sue parole, se fosse stato vicino a me un bel pugno non glielo avrebbe vietato nessuno.
"E perdere il divertimento nel sentirti disperato? Nah" fanculo i pugni, qui ci stanno delle belle pistole cariche di proiettili da piantarli in mezzo ai occhi.

Brandon piccolo vecchio melefico :3

Lily&Guns - The KingWhere stories live. Discover now