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Fortunatamente sono riuscito a trovare un posto abbastanza decente e finire anche gli esercizi, ne avrò saltati alcuni con la scusa di non averli capiti, ma l'importante che sono arrivato all'ultima pagina ancora vivo.
Spero vivamente che Megan non sia quel tipo di persona che arriva un'ora in ritardo, perché sono passati già dieci minuti da quando ho suonato al suo campanello. Passano altri cinque minuti e già sto pensando di chiamare Cameron e farli venire ad attaccare direttamente al suo appartamento e mandare tutto il piano a puttane. Il tempo sembra non passare più, e lei sembra non avere più intenzione di arrivare. Metto in moto e sto per uscire dal parcheggio ma il portone si apre. La guardo avvicinarsi alla mia auto con il suo vestito rigorosamente nero e attillato, tacchi immancabili, una borsetta a tracolla scende dalla sua spalla, e quella che penso sia una giacca appoggiata sul suo braccio. E' più truccata del solito e i capelli sono più lisci. Ora mi chiedo cosa l'abbia fatta ritardare di un quarto d'ora, i capelli, il trucco o il scegliere con cosa vestirsi.
"L'ascensore era occupato" si giustifica appena sale nella mia auto, espressione impassibile ed in attesa.
"Per tutto questo tempo" la guardo incredulo. Vorrei solo farla scendere dall'auto e andarmene, prendere la prima ragazza che trovo e portarla a letto. Dimenticare tutto e svegliarmi domani mattina con il suono del campanello. Oppure no, magari è meglio se mi sveglio prima e far andare via la ragazza senza farmi trovare in uno stato pessimo dal professore come la prima volta. Ancora meglio se vado semplicemente a dormire e basta.
"Non sono tenuta a darti spiegazioni" mi costringo a non ribattere. Sto lavorando, non posso fare un passo falso. Mi passo una mano sul viso cercando di tranquillizzarmi e parto schiacciando per bene l'acceleratore.
"Dove andiamo?" chiede ma non rispondo, se lo faccio potrei dirle tanti di quei insulti. Non prova a chiederlo di nuovo e lo apprezzo, si sta salvando dall'avere qualcosa in gola. E mi sto salvando anche io. Continuo a guidare per le strade miracolosamente vuote stando appoggiato con il capo sorretto dal braccio sul finestrino chiuso. Svolto in una maniera troppo improvvisa per cui potrei fare un incidente, ma ne esco vivo, entrambi.
"Hai intenzione di non parlare per tutto il tempo?" si sporge in avanti cercando di attirare la mia attenzione su di lei, mi accorgo che non ha la cintura quando le lancio un'occhiata.
"La cintura, allacciala" non si muove, rimane nella stessa posizione in attesa di una mia risposta. Così freno di colpo, e alla velocità con cui andavo se non ha sbattuto la testa e non gli esce sangue è veramente fortunata.
"La cintura" si rialza massaggiandosi la testa, niente sangue, la mano in avanti a bloccato il colpo. Il suo sguardo è fuoco su di me e ho paura che mi possa saltare addosso e graffiarmi con le sue unghie lunghe. Ma cerco di non farlo notare troppo mantenendo la mia severa espressione.
Si sposta i capelli dal viso e di colpo mi ritrovo con la testa schiacciata contro il finestrino e un suo ginocchio sul cavallo dei miei pantaloni: "Forse non sai con chi stai parlando, dovresti mostrare un minimo di rispetto" la sua mano stringe più forte sul mio collo e comincia a mancarmi l'aria.
So chi è, so perfettamente il suo ruolo, ma non posso mandare a quel paese la mia copertura: "Chiunque tu sia, stai ricevendo fin troppo rispetto da parte mia in questo momento" Riesco facilmente a togliere la sua mano dal mio collo nonostante la straordinaria forza che ha. Mi guarda esterrefatta ora composta sul sedile del passeggero, si allaccia la cintura e rimane in silenzio.
Mi sento soddisfatto da ciò che ho fatto, ma questo non impedisce ai ricordi di tornare. È impossibile non ritrovarmi in situazioni come quelle che ho vissuto con Charlotte. Ma quello che ho vissuto con lei era decisamente peggio.

Riprendo a guidare notando un paio di auto avvicinarsi e dopo circa venti minuti penso che la mia arrabbiatura si sia calmata e il silenzio è insopportabile.
"Non ho intenzione di rimanere in silenzio fino alla fine della serata, anzi, ti ho invitato a mangiare fuori proprio per conoscerci meglio" sospiro, pensavo che sarebbe crollata prima lei, ma è forte, è una donna estremamente forte.
Si gira verso di me con le sopracciglia alzate e curiosità per le mie parole: "Parliamo" scrolla le spalle. Pensavo sarebbe stato più difficile. Sinceramente mi aspettavo che mi ignorasse, o che cominciasse ad urlare, ma sospirò soltanto e incrociò le braccia al petto in attesa.
Non so veramente cosa dire, così le chiedo una domanda a caso: "Quanti anni ha tua sorella?".
"Ne ha 10. Come fai a sapere quelle cose che le hai spiegato?" Dentro di me spero continuasse a chiedermi informazioni riguardo quelle cose. Mi avrebbe aiutato di più ad entrare a far parte della sua gang.
"Mio zio era il capo dei Black Dragons"
"Sí, ma hai detto che non avevate buoni rapporti"
"Mio padre faceva vari paragoni, suo figlio mi parlava molto dei loro affari e cosa secondo lui non andava bene" arriviamo al ristorante in cui ho prenotato un tavolo per due e finalmente posso parcheggiare.
In lontananza noto un gruppetto, riconosco subito Cameron e Stefan, gli altri non so chi siano ma sono sicuro che facciano parte dei Aureum Lilium.
"Come mai?"
"Non lo so sinceramente, penso sia molto affascinato da questo tipo di cose, secondo me avrebbe guidato bene i Black Dragons"
Chiedo al cameriere che ci accoglie di accompagnarci al tavolo prenotato sotto nome di Theo Blaze, é proprio nel bel mezzo della sala, anche se io ne avevo chiesto uno un po' più appartato, ma sembra che sia tutto occupato.
"Come mai sei diventata il capo di una società segreta?"
Il cameriere ci lascia i menù e va via. La sua risposta è vaga, non tanto interessata, e questa cosa non mi assicura proprio nulla.
"Lo sono diventata perché serviva qualcuno qui che dirigesse il gruppo a New Orleans, i miei genitori sono in Messico, io sono qui e il mio fratello più grande è a Londra"
"E come ci si sente?" Penso di aver fatto la stessa domanda anche a Brandon un po' di tempo fa. Aveva risposto: "stancante" forse perché non è stata una sua scelta. Ma so che in fondo il suo compito nella famiglia gli piace. Se mai un giorno dovesse essere rimpiazzato si sentirebbe strano, non potrebbe più avere quell'importanza e si sentirebbe inutile. E vorrei dire che questo sia un ragionamento solo mio, ma è stato ideato insieme a Cole e Dylan.
"Potente, so di essere la migliore in qualche modo, posso avere tutto ciò che voglio, e posso avere il controllo su tutto, mi sento favolosamente potente" la sua risposta mi stupisce e mi fa capire che è una ragazza particolarmente viziata e piena di sé, il potere è suo amico, senza tornerebbe a casa piangendo.
Il cameriere torna per prendere i nostri ordini, e anche se non abbiamo scelto nulla dai nostri menù prendiamo la prima cosa che si trova in cima alla lista.
"Perché questa domanda?"
"Curiosità" nascono un ghigno appoggiandomi allo schienale e giocando con il coltello facendolo roteare sulla punta.
"Tu hai qualche capacità spaciale?" Chiede improvvisamente dopo qualche secondo. Prende un grissino dal cestino e lo morde lentamente tanto da farmi venire i brividi per il rumore.
"Mah niente di che".
Ho dei riflessi quasi perfetti, mira precisa e sono un buon pugile, possono essere delle capacità speciali? Non per vantarmi.

Hooola People!!!
Allora, sono arrivata in Romania e ho appena riguardato questo capitolo quindi ve lo lascio :')

Spero di riuscire a continuare a scrivere!!!

Un bascio

Lily&Guns - The KingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora