24 - Sorry

324 20 0
                                    

"Cosa diamine hai fatto?" Quando arrivo nella sala d'attesa da cui ero andato via Brandon mi corre in contro con lo sguardo di uno che sarebbe capace di uccidermi, risuscitarmi e uccidermi di nuovo.
"Colpa mia" Adeline mi affianca con espressione innocente.
"Tu l'hai ridotto così?" Brandon la guarda sorpreso e ammirato.
"No non... Si." Annuisce mordendosi un labbro.
Non apro bocca superando Brandon e sedendomi su una delle tante sedie, lontano da loro che parlano di qualcosa, che sinceramente non sono interessato a scoprire, sarebbe inutile adesso uscir fuori con qualche scusa, non ho niente da spiegare.
Adeline va via lanciandomi solo più uno sguardo sorridente che ha qualcosa più di un semplice sorriso, ma ancora una volta, non ho la forza e né la voglia di indagare.
Brandon si siede vicino a me sospirando: "L'operazione è andata bene, sta ancora dormendo"
"Davvero? Voglio vederla." Faccio per alzarmi ma lui mi tira a sedere.
"Non puoi ancora, domani mattina"
"Cosa vuol dire domani matt-"
"Ho già parlato io con loro Adam" parla duro.
Do un'occhiata all'orologio del mio cellulare: "Ma è già mattina" mancano cinque minuti alle cinque.
Non risponde distogliendo lo sguardo, fissa gli occhi su un punto fisso ignorando qualsiasi cosa io abbia da dire.
Ignora anche il dottore che dopo circa un'ora arriva dicendo le condizioni di mia madre.
Sta bene, per ora, dobbiamo solo sperare si svegli.
Due altre ore passano e nessun'altra notizia. Voglio entrare a vederela ma nessuno ha intenzione di dirmi qualcosa.
Varie infermiere sono entrate nella sua stanza e nessuna ha provato ad ascoltarmi.
"Io giuro che do fuoco a questo posto! Voglio solo sapere come sta. Voglio entrare a vederla! Vi costa tanto rispondermi?!"
"Calmati Adam." Brandon finalmente dopo ore di silenzio decide di aprire bocca.
"Calmati un cazzo!"
"C'è qualche problema?" Il dottore si fa finalmente vedere, con la banale espressione di uno che non sa nulla di cosa stia succedendo.
"VOGLIO AND-"
"Quando sarà possibile andare a vederla?" Brandon mi zittisce stringendomi il braccio.
"Entro per vedere gli ultimi esami e vi dico" il dottore mi guarda con sospetto facendo un cenno verso Brandon. Chiude la porta alle sue spalle e si avvicina al letto di mia mamma.
Quante botte vorrei dare a quel bel faccino che si ritrova.
Torno a sedermi sulla sedia in attesa picchiettando il piede a terra con insistenza, finché ad un certo punto una figura piuttosto famigliare non mi si presenta davanti.
"Cosa ci fai tu qui?" Brandon scatta in piedi fronteggiando Cole.
"Sono venuto a scusarmi" alle sue parole non posso far altro che roteare gli occhi al cielo.
"Per l'amor di Dio, puoi smetterla di fingere, non ce n'è più bisogno" lo guardo stanco, stanco di lui e di tutta questa situazione.
La sua espressione sperduta mi fa solo venire voglia di prenderlo a pugni.
"Mi scuso per averti causato dolore, Brandon. Non ragionavo quella volta e me ne prendo tutta la colpa" Brandon sbuffa.
"Sai cosa mi ricordano queste parole? Quando eravamo piccoli" qualche secondo di silenzio prosegue.
"Facevo un cazzata e tu correvi subito a prenderti le mie responsabilità, leccavi il culo sia a mamma che a papà nella speranza che una volta morti i documenti avessero sopra scritto il tuo nome" continua con tono duro e minaccioso, questo dialogo mi incuriosisce sempre di più.
"Ma quando non è stato così stranamente hai accettato la cosa, sottoponendoti al mio comando, ma lo sapevo che prima o poi qualcosa sarebbe successo"
"Non era mia intenzione-"
"Non era tua intenzione cosa Cole? Rovinarmi la vita? L'hai fatto quando sono nato e hai continuato a farlo".
Cole ammutolisce abbassando il capo.
"Tutte quelle volte in cui dicevamo ad Ivory che eri tu quello che aiutava me invece che al contrario, tutte quelle volte in cui io ho parato il culo a te per non farti scoprire l'erba in camera?"
Aspetta, cosa? Erba? Mi stupite sempre di più.
"Tutte le cazzate che dicevi ad Ivory minacciandomi di starti al gioco, riuscendo ad avvicinarti a lei solo anni dopo. -Brandon ride- Che posso dire? Eri bravo a nasconderti solo grazie a me!"
Il dottore esce dalla stanza di mia madre pronto a dire qualcosa, ma vista la situazione rotea gli occhi al cielo: "Tornerò più tardi" gli rispondo con cenno del capo simile a: "bravo, fai bene".
"E ti ho perdonato, tutte le volte, dentro di me dicevo che non ne valeva la pena lottare per queste cazzate. Ma hai messo in gioco la vita di mio figlio, e questo è stato l'apice"
La voce di Brandon arriva profonda e bassa, abbassandosi per farsi guardare negli occhi da Cole.
"Ma cosa stai cercando di ricavare con queste scuse? Perché sei arrivato a fare il leccaculo a me come facevi ai nostri genitori? Chi aspetti che venga a salvarti?"
Probabilmente la rabbia di Brandon è a massimi livelli. E la cosa che mi sorprende ancora di più e come lui riesca a trattenerla dentro di sé, da solo una spinta a Cole cercando una precisione, ma suo fratello non sembra abbia intenzione di parlare. Accetta tutta la cruda verità senza dire nulla.
Dopo secondi interminabili di silenzio Brandon parla di nuovo: "Non ti ucciderò oggi" Cole lo guarda sorpreso.
"Non oggi, non in un ospedale, sarebbe troppo facile, ma se per puro caso ti vedrò camminare per le strade di New York, che tu stia comprando una mela, che tu stia facendo la tua corsa mattutina, pomeridiana, serale, non esiterò ad ucciderti"
"Mi stai dicendo di andare via da qui?" Cole parla sussurrando, incredulo.
"Ti sto dicendo di stare il più lontano possibile dalla mia famiglia" sposto lo sguardo da Brandon a Cole aspettando che uno dei due dica altro.
Cole annuisce mordendosi il labbro inferiore, i suoi occhi si stanno innumidendo, penso sia la prima volta in cui lo vedo così.
"Mi sembra logico -fa un passo indietro pronto per andare via- Immagino di non poter vederla nemmeno un'ultima volta" borbotta.
Brandon con uno scatto fulmineo lo prende per i capelli e spinge la sua faccia sul vetro della porta della stanza di mia mamma.
"Guardala. -ringhia- Ricordala come l'hai ridotta, perché questo è tutta colpa tua." Gli fa sbattere il capo contro il bordo in acciaio dello stipite della porta e lo allontana.
Cole si porta la mano sulla ferita da dove esce del sangue, tira un profondo sospiro e annuisce tirandosi su il cappuccio della felpa.
Lo vedo allontanarsi, confondersi tra la folla dell'ospedale, girare l'angolo e niente più.
Quando distolgo lo sguardo dal corridoio vedo Brandon entrare nella stanza di mia mamma e non posso far a meno che sbuffare.
Dovevo entrare io.

Heylà!
Volevo fare di questo capitolo qualcosa di molto profondo, ma probabilmente il mio modo di scrivere e il fantastico atteggiamento che ho dato ad Adam ha sbriciolato tutta la serietà.

Amen, non trovo il modo per renderlo più decente, magari un giorno.

In ogni caso.
È arrivato Cole all'ospedale.
Vuole cercare di scusarsi.
Teniamo conto del fatto che quando c'è stata la "guerra" tra i Teschi (gang di Megan) e gli Aureum Lilium, Cole non c'era.
Quindi vuole chiedere scusa ma Brandon lo schiaffeggia a parole con rabbia che secondo Adam trattiene troppo. In poche parole fosse stato lui al suo posto l'avrebbe ammazzato di botte.
Immaturo Adam, immaturo. Prendi esempio dal vero Alpha.
Quindi Brandon lo manda via senza ucciderlo per farlo vivere con la paura di esser trovato dal fratellino ed esser ucciso nei peggiore dei modi.
Lo fa anche andare via con il rimorso di ciò che ha fatto ad Ivory.
Perché insomma, diciamocelo, se ci fosse stato lui sarebbe stato attaccato al culo di lei e l'avrebbe seguita anche nel bosco.
Avrebbe potuto farlo anche Brandon ma a quanto pare non hanno più quel tanto feeling che avevano tempo fa.
Ma di chemistry ce n'è tanta, grazia a Dio.

Secondo voi Calum meritava di esser perdonato?

PS. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo, poi ci sarà l'epilogo.

Lily&Guns - The KingWo Geschichten leben. Entdecke jetzt