EPILOGO

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Il dolore.
Riconosco bene quella sensazione di pressione nel petto, il cuore che pare essere rotto, lo stomaco stretto e la nausea che pervade la gola.

Credo esso sia il sentimento che meglio conosco, quello che ha caratterizzato la mia vita ultimamente. Ormai mi definisco un'esperta, so bene come controllarlo, posso tentare di soffocarlo, sono capace ad ignorarlo. Nonostante la mia sofferenza alle volte riesco perfino a consolare gli altri.

Personalmente non credo nel destino, non credo ci siano persone destinate ad una vita infelice e vicerversa.
Semplicemente le cose accadono, le persone scivolano via dalla propria vita mentre ne subentrano altre.
Tutti noi scorriamo sul filo dell'esistenza, tutti noi entriamo ed usciamo dalle vite degli altri senza farci troppo caso.
A volte si è fortunati, altre volte invece si subiscono perdite importanti, come nel mio caso. E allora si soffre tanto, troppo.

Ho imparato che il dolore lacera, distrugge e cambia. Sì il dolore cambia le persone, le fa maturare e le rinforza. Io sono cresciuta "grazie" alla sofferenza e alla solitudine. Ho imparato molte cose su me stessa, ho capito chi sono veramente e sinceramente mi preferisco così, anche se sono più stronza e più fredda.

Però poi arriva la parte peggiore. Quando il dolore si allevia nel petto, quando il cuore inizia a riprendersi dalle ferite c'è il vuoto.
La sensazione del niente dentro di sè. Ci si sente spogli, insignificanti ed improvvisamente ogni cosa perde valore. Perché il dolore riempie di rabbia, di paura, di tristezza. Dopodiché quando questo, con il tempo, si indebolisce non rimane più niente. È quello che è successo a me.
Sono costantemente alla ricerca di sensazioni, alla ricerca di me stessa perché oramai mi sono persa.

Dunque mi aggrappo alle persone che mi vogliono bene nonostante tutto. Mi attacco agli altri perché io non ho più nemmeno me stessa. Io non ci sono più, sono soltanto un corpo fragile.

Ma poi tutto ciò mi ha portato altro dolore, altre ferite. Già, sono soprattutto le persone a fare del male. Non avrei mai creduto che anche lui, che ho amato infinitamente, potesse distruggermi. Mi ha spezzata.
Inoltre mi ha tolto tutto, perché ora non mi rimane più nessuno, o quasi. Non voglio rivederlo mai più e non sono vendicativa, non lo denuncerò, terrò la verità dentro.
In cambio pretendo solo di non sentirne parlare mai più.

Dunque oggi sono ancora più matura di ieri ed ho deciso che da ora in poi niente e nessuno potrà ancora toccarmi. Ho deciso che da ora in avanti sarò soltanto me stessa, priva di emozioni. Nessuno dovrà più entrare nella mia vita e non soffrirò più per quelli che se ne andranno. Oggi scelgo me stessa chiudendo le porte del mio cuore distrutto.

Ora sono soltanto vuota, debole ma non avverto più dolore. Semplicemente mi sono chiusa al punto tale da non provare più niente. I ricordi sono gli unici in grado di ferirmi ancora, tutto il resto non conta più. Provo pena per me stessa ed è brutto, non so che strada prenderò o dove andrò appena mi dimetteranno dall'ospedale. Ma almeno, così facendo, non starò più male, mai più.

Fine☻
Ho voluto concentrare in questo epilogo il tema centrale di BURN, ossia appunto il dolore della protagonista.
Pubblicherò subito anche i ringraziamenti, spero davvero che la storia vi sia piaciuta. Se avete consigli da darmi gli accetto volentieri💓
Grazie ancora.

BURN (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora