Capitolo 3

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La mattina seguente mi risvegliai sola nel mio letto e tastando la parte di materasso su cui si era sistemato Damon, la sentii ancora tiepida, segno che aveva trascorso tutta la notte con me, per poi alzarsi pochi minuti prima. Mi stiracchiai, distendendo tutti i muscoli, per poi dirigermi in bagno con l'intenzione di farmi una doccia.
Con addosso solamente l'asciugamano, come la sera precedente, scesi al piano inferiore per fare colazione. Appena mi vide Stefan, arrossì violentemente, facendomi intenerire, e distolse lo sguardo dal mio corpo. -Bubuon giorno, Nora...-, mi disse imbarazzato, cercando di guardare ovunque tranne che nella mia direzione.
-Buon giorno!-, lo salutai con un sorriso, per poi stampargli un sonoro bacio sulla guancia.
-Buon giorno, rossa!-, mi salutò Damon, prendendomi per i fianchi.
-Buon giorno, cuginone!-, lo salutai, voltandomi per lasciare anche a lui un bacio sulla guancia, senza schiocco, però.
-Ma come siamo affettuose, quest'oggi!-, commentò maliziosamente Damon. –Hai bisogno di coccole, per caso?
-No, grazie, solo di nutrirmi...-, gli risposi con il mio più smagliante sorriso.
Stefan mise sul tavolo davanti a me un piatto ricolmo di pancakes fumanti ed un bicchiere di succo d'arancia.
–Tipica colazione americana?-, mi propose, sorridendo.
-Grazie! Ti adoro!-, dichiarai, iniziando subito a divorare la colazione.
–Ma voi non mangiate?
-Non facciamo mai colazione...-, rispose in modo enigmatico.
-Tempo fa anch'io non avevo l'abitudine di mangiare la mattina, ma poi iniziando il liceo, avendo bisogno di più zuccheri, lo zio mi ha costretta a fare colazione e adesso non posso più farne a meno...
-Questione di abitudini...-, confermò Stefan.
-Mi sembrava di averti detto che ad Elena non farebbe piacere sapere che a casa del suo fidanzato c'è una ragazza che gira mezza nuda...-, disse Damon, dopo alcuni stanti di silenzio.
-Ma siamo cugini!
-Ma noi siamo due ragazzi e Stefan è piuttosto sensibile...
Mi voltai verso il diretto interessato, che arrossì per l'ennesima volta. -Beh, se ti da fastidio, cercherò di evitare quando sei nei paraggi...-, gli proposi.
-Mi faresti un gradissimo favore... Grazie!-, rispose con gratitudine.
Finita la colazione, mi avviai in camera per infilare un paio di pantaloni bianchi con una canottiera azzurra piuttosto larga e delle converse del medesimo colore.
-Pronta?-, mi chiese Stefan, appena arrivai ai piedi dello scalone.
-Certo, andiamo! Ciao, Damon!
-Ciao, rossa!
-Strano, di solito Damon non risponde mai ai saluti...-, commentò Stefan, mentre si avviava alla macchina.
-Spero che sia buon segno, allora!
-Non potrebbe essere altrimenti...!-, dichiarò, mentre metteva in moto l'auto e si avviava verso la casa delle sua ragazza.
La giornata a scuola passò tranquillamente e pranzai con Stefan e gli altri ragazzi che si comportarono nello stesso modo controllato della sera precedente, misurando ogni parola.
-Allora, Nora, non hai ancora strozzato Damon?-, mi chiese Caroline, mentre mangiucchiava un'insalata. -No, perché dovrei?-, le chiesi confusa.
-Beh, perché è uno stronzo insensibile?-, mi chiese ironica.
-A dire il vero, oltre a chiamarla ragazzina e rossa, non ha ancora detto nulla di stronzo nei suoi confronti per ora...-, s'intromise Stefan.
-Davvero?-, chiese la bionda sorpresa.
-Cosa dovrebbe dire? Mi conosce a malapena...-, dissi sempre più confusa.
-Questo non fa nessuna differenza: lui fa lo stronzo con tutti a prescindere, che li conosca o meno. Ma a quanto pare con te si comporta in modo differente...-, commento.
-Beh, in fondo siamo cugini...
-Tu non t'immagini come ha sempre trattato Stefan: la parentela non c'entra.
-Credo che ti abbia presa in simpatia-, decretò Stefan con un sorriso.
Al termine delle lezioni salutai tutti e mi avviai verso il parcheggio ad aspettare Stefan e con mia grande sorpresa, vidi Damon appoggiato alla portiera di una Porche nera tirata a lucido.
-Come mai qui?
-I due piccioncini avranno bisogno di un po' d'intimità, quindi torni a casa con me, inoltre, visto che fai parte della famiglia, devo mostrarti una cosa molto importante, che secondo me hai il diritto di sapere, al contrario di quello che dice mio fratello...-, disse con aria quasi indifferente.
-Mmm, ok...
Ero piuttosto curiosa ed emozionata di scoprire cosa mi voleva mostrare Damon, anche se non capivo perché Stefan ne fosse contrario.
Mentre salivo in macchina mi tornò in mente il discorso fatto con Caroline e Stefan durante il pranzo e non riuscii a trattenermi dal sorridere del comportamento di Damon.
-Che hai da sorridere?-, chiese, guardandomi come se fossi pazza a sorridere da sola.
-Niente... mi è solo tornato in mente un discorso che ho fatto con Caroline durante il pranzo-, risposi vaga.
-Io centro qualcosa?
-Direi di sì...
-Aspetta, fammi indovinare...-, disse con tono sarcastico, sollevando una mano per farmi capire di fare silenzio. –Ti ha chiesto come fai a sopportarmi visto che sono uno stronzo senza cuore, giusto?
-Il concetto era quello...
-Bah... tutta invidia...-, commentò, senza farmi capire a cosa si stesse riferendo. Forse al fatto che io riuscivo a sopportarlo e lei no?
In pochi minuti eravamo già arrivati a casa, senza che me ne rendessi conto. Entrammo e io buttai lo zaino ai piedi del divano in soggiorno.
-Allora, cosa devi mostrarmi?-, chiesi mentre mi mettevo comoda sul divano.
Prima che Damon potesse dire anche solo una sillaba, Stefan entrò come una furia nel salone.
-Che hai intenzione di fare?-, chiese al fratello maggiore, ignorandomi del tutto.
-Fa parte della famiglia, ha il diritto di saperlo...-, gli rispose tranquillamente Damon, senza scomporsi.
-Da quando ti preoccupi dei diritti delle persone?-, gli chiese Stefan con tono sarcastico.
–Non ti è mai importato niente di nessuno oltre che di te stesso e di Katherine!
Stefan era piuttosto alterato e non capivo di chi e di cosa stessero parlando.
-Per lei è molto più pericoloso non sapere...
-Io non ti capisco: non ti è mai importato nulla di nessuno e adesso ti preoccupi per una ragazza che conosci a malapena, nonostante sia nostra cugina?!
-E va bene! Odio dover fingere dentro casa mia, ok? Se deve vivere qui non mi va di vederla scappare urlando mentre mi vede bere!-, rispose, sbuffando e alzando gli occhi al cielo, per poi incrociare le braccia in modo esasperato.
-Ed ecco il vero Damon!-, esclamò con sarcasmo Stefan.
–Sai che ti dico? Hai ragione tu: per lei è molto più pericoloso non sapere.
Da quando era entrato, finalmente Stefan si voltò a guardarmi. -Scusami tanto, Nora, è che questo argomento mi mette sempre un po' di ansia sulla reazione di chi ascolta...-, si scusò, rivolgendomi un sorriso gentile.
-Tranquillo... Ora, però, potreste spiegarmi? Perché per me è pericoloso non sapere? E perché dovrei scappare urlando se vedo Damon bere? Ormai ci ho fatto l'abitudine...!
Mi sentivo piuttosto confusa. I due fratelli si sedettero ai miei lati, Stefan mi prese delicatamente le mani e mi guardò intensamente negli occhi.
-Nora, credi nei vampiri?

Salvatore's cousinWhere stories live. Discover now