Pt.10

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-Sembra la polizia!
-È il detective che conosciamo?
-No, qualcun'altro.

Tae fa entrare il detective sicuro di sè, convinto che io avessi pulito per bene la scena del crimine.

-Buonasera agenti, come posso aiutarvi?
-Abbiamo ricevuto una chiamata da qualcuno in questo quartiere...
-E?
-E ci ha detto che passando di qui, ha sentito un forte odore di morto, vorrei controllare che sia tutto apposto.

Tae con una particolare tranquillità fa accomodare uno dei poliziotti in casa, voltandosi si sofferma su un punto indefinito, mi volto e capisco che sta osservando degli schizzi di sangue che mi erano sfuggiti sul lavandino.

Vedo nel suo volto un espressione infuriata, mascherata da un sorriso per non far sospettare i poliziotti.

Improvvisamente mi afferra per il polso e mi trascina in un'altra stanza con la scusa di dover andare in bagno.

Chiude la porta a chiave e inizia ad urlarmi contro, dicendo che ero stata poco attenta e che non avevo ascoltato ciò che mi aveva ordinato di fare per bene.

Desideravo ardentemente che lui la smettesse di comportarsi così e che ritornasse dolce come quando eravamo soli, poco fa.

Sento qualcosa dentro di me, come
un' energia estranea che pare faccia calmare Tae fino a zittirsi.
Mi guarda dritta negli occhi.
Dopo qualche secondo, sbatte svariate volte le palpebre e dice:

-Ora ho capito qual'è il tuo potere! LO STAI USANDO CONTRO DI ME! MA COME OSI! IN UNA SITUAZIONE DEL GENERE?!
-DI COSA PARLI?
Dico infuriata.
-NON FARE FINTA DI NIENTE!

Dopo quest'ultima frase, inizia a spintonarmi con audacia e dentro di me avverto un'altra forza soprannaturale...

-ANNA CAZZO! PER COLPA TUA SAREMO FOTTUTI!
Continua.

...una forza che non so spiegare, ma che mi da il coraggio di prenderlo di peso, scaraventarlo per terra e mettermi a cavalcioni su di lui. Riuscire a trafiggergli il petto con le unghie fino a strappargli il cuore, non sarebbe stato cosí semplice per chiunque.

Dopo qualche secondo tutta quella forza che aveva offuscato la mia mente e la mia vista, scopare nel nulla.
Mi ritrovo davanti il viso di Taehyung, con gli occhi ancora sbarrati e il suo solito sorriso malizioso.
Quella visione è accompagnata da forti e veloci rumori di stivaletti della polizia che mi veniva in contro.

Lo avevo ucciso.

La polizia aveva visto tutto, dato che nell'attimo di trans di cui ero stata vittima ,erano riusciti ad entrare nella stanza abbattendo la porta e vedere la scena ormai instoppabile.

Il sangue aveva impiegato poco tempo a distribuirsi sul pavimento, non poteva essere più palese che fossi stata io.

Uno dei poliziotti mi spintona con la testa su Tae, incuranti delle prove e del fatto che io potessi sporcarmi del suo sangue ancora di più.
Prende la mano dove avevo ancora il cuore di Tae e mi ordina di lasciarlo a terra.
Senza esitazione libero la mia mano da quel peso e solo dopo, con forza, mi ammanettano.

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Dopo un'ora di macchina arriviamo direttamente in carcere in quanto era chiaro che non ero innocente e che non necessitavano alcun interrogatorio, avrei dovuto soltanto scrivere che ero stata io e che i testimoni, ovvero i poliziotti, non avevano mentito.

Uno di loro, mi accompagna in una stanzetta dove delle polizziotte mi fanno fare una doccia veloce e mi danno il cambio.
Per tutto quel tempo non mi hanno tolto gli occhi da dosso.

Iniziano ad imbustare tutti gli indumenti, i miei e oggetti personali e mi fanno sedere molto bruscamente di fronte ad un tavolino con una luce che lo illuminava.
Di fronte a me, c'è un altro agente con una pila di fogli e dopo avermi fissata per qualche secondo inizia con le domande.

Senza Paura.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora