Capitolo XL - Il Pigiama Party Delle Untouchable Ravens

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La primavera faticava ad arrivare, nonostante fosse ormai alle porte. La brezza profumata di fiori aleggiava in quella giornata soleggiata, infiltrandosi nelle finestre lasciate socchiuse del castello di magia e stregoneria di Hogwarts.

Nei sotterranei, però, era decisamente tutt'altra l'aria che tirava.

«Dovresti seriamente darci un taglio».

Draco Malfoy alzò lo sguardo su Blaise Zabini, al momento comodamente sdraiato sul suo letto. Poi, scese ad osservarsi la mano che l'amico stava adesso fissando e storse le labbra in una smorfia. «Se me la taglio, potrei avere qualche difficoltà a fare le cose.» rispose, chiudendo le dita e trattenendo il respiro per il dolore.

Blaise alzò un sopracciglio e si mise seduto. «Hai capito quello che intendevo.» lo ammonì, scuotendo il capo. «Dovresti smetterla di prendere a pugni tutti i muri della scuola od ogni specchio che ti capita davanti. Prima o poi gli incantesimi cicatrizzanti smetteranno di fare effetto.» aggiunse, lanciando un'altra lunga occhiata alla mano che Draco aveva adesso poggiato sulla scrivania e contro la quale stava facendo un incantesimo. «Anzi, a giudicare da quello che vedo, già cominciano a scarseggiare i risultati».

«E' tutto okay, davvero. Non devi preoccuparti.» borbottò Draco, senza staccare gli occhi dal dorso, ora avvolto da una leggera patina magica, color carne.

«Perché non provi a prendere a pugni qualcosa di più morbido?» suggerì Zabini, spostandosi una ciocca di capelli da sopra l'occhio destro.

«Come la faccia di Cabrisk, ad esempio?» si informò Malfoy, lanciandogli un'occhiata di traverso e ridendo piano.

«Ad esempio.» concordò Blaise. «Anzi, è un'ottima idea! Andiamo, ti accompagno!» decise e fece per alzarsi, ma lo scuotere della testa di Draco lo costrinse a fermarsi.

«No, è meglio di no. Con tutta la rabbia che ho in corpo, potrei ammazzarlo.» decretò duro, stringendo di nuovo la mano in un pugno. Gemette ancora per il dolore.

Blaise sbuffò e incrociò le braccia e le gambe, poggiandosi con la schiena alla testata del letto. «Meglio: tanto nessuno lo piangerebbe, tranquillo. Se vuoi ti aiuto anche a nascondere il cadavere: ci sono un sacco di bei posticini nella foresta proibita.» asserì, annuendo convinto.

Draco alzò nuovamente il capo, per rifilargli un'occhiata scettica. «Sembra che tu ci abbia pensato molto.» notò, tornando a concentrarsi sull'incantesimo alla mano. Zabini si strinse nelle spalle. «Comunque, Alexandra lo piangerebbe. E io non sopporterei di vederla stare male ancora. Soprattutto per causa mia».

Blaise gli rivolse un'occhiata comprensiva, poi si gettò nuovamente con la schiena sul materasso, distendendo bene gambe e braccia e rimanendo a fissare il soffitto. «Non mi piace quel Cabrisk.» sentenziò, portando un braccio a coprirsi gli occhi.

«Lo so».

«Ha qualcosa di strano».

«Lo so».

«E non mi fido affatto di lui».

Draco sospirò: era almeno la decima volta, da una settimana a quella parte, che affrontavano quel discorso; ormai, persino i serpenti che adornavano il suo letto baldacchino conoscevano a memoria il loro pensiero riguardo il nuovo studente.

«Nemmeno io mi fido di lui, e lo sai.» rispose, dando un ultimo colpetto con la bacchetta per concludere l'incantesimo. Si guardò la mano, rigirandosela davanti al viso: era come nuova. Strinse le dita soddisfatto, riponendo la bacchetta sulla scrivania.

Blaise spostò il braccio dagli occhi per rifilargli un'occhiata obliqua. «Non ti fidi di lui eppure non prendi alcuna sorta di provvedimento!» lo accusò, tirandosi di nuovo su e sorreggendosi sui gomiti.

𝐔𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐈𝐧 𝐏𝐢𝐮̀Where stories live. Discover now