Epilogo - Un Mondo Fatto Di Certezze

7.5K 295 384
                                    

Eccoci qui, alle battute finali.

Vi pregherei di leggere le note finale, ma in caso non vogliate accontentarmi e decidiate di ignorarle, vi ringrazio qui, in anticipo... per tutto.

*************

Alexis fu la prima a riaprire gli occhi. Quella luce intensa che l'aveva avvolta, calorosa e piacevole come l'abbraccio materno, si era dissolta lentamente, con la promessa di un limbo che, prima o poi, sarebbe tornato. Non ora, era troppo presto.

Vivi.

Le sembrava che qualcuno le avesse sussurrato quella parola all'orecchio, prima di lasciarla andare, e lei si era crogiolata in quella voce, sentendola sulla pelle e sul cuore come il bacio di un genitore.

Sollevò lentamente le palpebre, la luce che si diradava lasciandola di fronte ad un paio di occhi verdi, esattamente come i suoi, la cui espressione, dietro le lenti rotonde, passava dall'essere angosciata all'essere vispa e sorpresa.

«Alexis!!» esclamò Harry Potter, ma lei nemmeno lo sentì.

Sbattè le ciglia, disorientata, poi girò il capo, incontrando la morbidezza di quel cuscino che l'aveva accolta per quelli che, ora, le sembravano secoli. Lo cercò con lo sguardo, scorgendo prima le loro mani unite nella distanza tra i loro letti.

Le sue dita non l'avevano lasciata mai.

Lui non l'aveva lasciata. Mai.

Sorrise, mentre una sensazione di gioia e sollievo le riempiva lo stomaco, risaliva nel petto e si sfogava con due piccole lacrime, che tracciarono veloci le sue guance e la punta del suo naso quando Draco Malfoy riaprì gli occhi e la guardò a sua volta.

Le sorrise. «Bentornata.» sussurrò, la voce roca.

Alexis Potter scoppiò in una risata allegra e, ignorando il fatto di dover probabilmente rimanere sdraiata, ignorando suo fratello e i suoi amici, ignorando Blaise Zabini, che si era alzato in piedi dallo sgabello tra i loro letti che doveva aver occupato per tutto il tempo, ignorando Severus Piton che sospirava di sollievo e Minerva McGranitt che abbracciava Albus Silente, si alzò in piedi e si gettò sul letto di Draco, che l'accolse a sé come se le sue braccia non fossero state create che per compiere quel gesto.

La strinse forte, un braccio serrato attorno alla sua vita sottile, una mano aperta dietro la nuca.

«Lo è.» mormorò Alexis contro il suo petto.

Draco la scostò appena, prendendole il viso tra le mani e pulendolo dalle lacrime che lo macchiavano. Le sorrise ancora. «Lo è».

*

Ci volle un bel po' di tempo, prima che le cose andassero al loro posto, ma alla fine si tornò alla normalità.

Dopo essere stato spudoratamente ignorato, Harry aveva passato gran parte del suo tempo in compagnia della sorella: le aveva raccontato di Ginny, della Camera dei Segreti, del Diario di Tom Riddle, del Basilisco e della spada di Grifondoro. Aveva salvato la sorellina del suo migliore amico, un po' come Draco Malfoy aveva salvato lei, quindi Alexis non poteva che essere orgogliosa di suo fratello. Nonostante lui se ne facesse una colpa, di averla "scaricata" nelle mani di Malfoy, Alexis non ce l'aveva con lui: in fondo, aveva preso la scelta giusta e tutto era bene quel che era finito bene.

Venne portata al San Mungo, il giorno dopo il suo risveglio, per tutte le visite di accertamento: la macchia che le aveva deturpato la pelle era tornata alle dimensioni di un piccolo neo a forma di rosa che, invece di essere nero, era diventato sorprendentemente blu. All'ospedale le avevano assicurato che sarebbe sparito totalmente con gli anni, lasciando solo una piccola cicatrice bianca. Draco Malfoy (che l'aveva accompagnata, senza mai lasciare il suo fianco) l'aveva rassicurata sul fatto che fosse un trofeo della battaglia che avevano combattuto e vinto insieme e che avrebbe dovuto sfoggiarlo con fierezza.

𝐔𝐧 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐈𝐧 𝐏𝐢𝐮̀Where stories live. Discover now