Tre

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Guardo la struttura "e io che pensavo di non tornarci" dico divertita.
"La vita a volte stupisce" dice John sorridendo, ci avviciniamo alle guardie.
"Ella Parker sono stata chiamata dal sergente" dico guardando una di loro.
"So chi sei" dice la donna divertita "vieni ti porto da lui"
La seguiamo dentro e ci porta davanti all'ufficio, entro senza bussare.
"Sergente sono tornata" dico sorridendo beffarda.
"Parker" mi guarda male "un'ora?"
"Un'ora lunga" dico alzando le mani "andiamo sergente"
Lo guardo sorridere e andiamo nella mensa.
"Eccole" nessuno si accorge di me, salgo su un tavolo e batto un tacco sulla superficie con una mano sul fianco, tutte mi guardano e mi sciolgo i capelli.
"Ciao puttanelle sono tornata" dico beffarda.
"Ella!" Dicono tutte sorridendo, si avvicinano al tavolo, alcune piangendo e altre felici di rivedermi, vedo la due barbie.
"Silenzio" dico severamente, si zittiscono tutte "ho saputo che qualcuno sta creando parecchio scompiglio qui dentro"
"Sono loro!" Urla una indicando le barbie, parlano una sopra l'altra.
"Fatemi spazio" scendo dal tavolo e mi avvicino alle due ragazze, le guardo seria e appoggio le mani al tavolo "e così...voi due pensate ancora di avere potere qui dentro, sapete? non è affatto così, chi fa il tiranno viene sconfitto, è ora che impariate come comportarvi" batto le mani sul tavolo e sussultano spaventate, guardo il sergente "sergente può uscire per favore? Insieme a Eleanor e agli altri ospiti"
"Devo sorvegliare" dice serio.
"Oh io non credo, se vuole la pace all'interno deve uscire e lasciarmi sola con queste donne che so mi guarderanno le spalle" dico gentilmente.
"Va bene" esce con gli altri, e guardo le ragazze assassina.
"Bu" dico beffarda, sussultano indietreggiando "fare bene ad avere paura, io so tutto quello che fate, anche con chi fare sesso nelle docce" dico sensualmente "ora signorine vi conviene abbassare la cresta perché non avete più potere all'interno di questo carcere, fare un passo falso e verrò ad uccidervi personalmente e lo sapete che lo farò" Rabbrividiscono "sono stata chiara?"
"S...si" sussurrano.
"Non vi ho sentite! Sono stata chiara?!" Dico aggressiva.
"Sissignora" dico tremando, sorrido gentilmente.
"Brave bambine" dico sorridendo "potete andare"
Si alzano e corrono via "Ella" dice una donna sorridendo, la guardo e mi abbraccia con forza.
"Zeta è così bello vederti" dico stringendola forte, saluto tutte le altre "tornate a mangiare coraggio"
Si siedono ai loro posti e sorrido camminando tra i tavoli, resto con loro per qualche ora e poi le saluto.
Andiamo alla macchina "quindi che è successo?" Dice John guardandomi.
"Un paio di minacce sistemando tutto" dico sorridendo "e se non smetteranno, beh lo saprò"
"Capito, sei una boss mafiosa" dice Dean divertito.
"Cosa? No!" Dico scoppiando a ridere, sorrido dolcemente "quelle donne sono state abbandonate per molto tempo, meritano di avere qualcuno che sanno che ci sarà una volta uscite"
"E tu sarai quel qualcuno?" Dice John guardandomi.
"Non lo so" dico sospirando.
"È un grosso peso"
Alzo lo sguardo dal computer "lo so, sentite secondo voi perché Jones ha ucciso Claude?" Dico confusa "voglio dire quando l'ho interrogato provava rancore verso di lui ma non sapeva il motivo per cui lo doveva uccidere gli è stato ordinato"
"Forse era un rivale nella sua carriera?" Dice Dean confuso "quando tu hai fatto il concorso gli era parecchio contro difendendoti"
"Mhh può essere ma Jones sapeva di essere bravo e sembrava avere una forte fiducia in se stesso"
"Forse era solo l'immagine che voleva dare"
"Forse" dico annuendo "andremo a fondo in questa faccenda"
Torniamo a casa e prendo la telecamera, la attacco al computer nel mio studio e lo proietto sul pannello attaccato al muro.
Prendo un pennarello e guardo attentamente l'interrogatorio.
Ogni volta che vedo qualche microespressione la cerchio e salvo l'immagine.
Lavoro fino a notte fonda staccando solo per la cena, ricompongo tutti i pezzi dell'intervista e sospiro.
"Innamorato del ricattatore" mormoro guardando attentamente il viso di Jones "potrebbe essere una sindrome di Stoccolma, oppure lo teme..."
Guardo attentamente e vedo che ha le pupille dilatate, si sforza di non deglutire e corrugo la fronte avvicinandomi all'immagine "paura...." dico sorpresa "lui ha paura, nonostante sappia che non può ucciderlo nella base"
Qualcuno bussa "avanti" dico distratta.
"C'è il signor Martines" dice Serena.
"Fallo entrare"
"Parker hai scoperto qualcosa?" Dice sbadigliando, Serena esce e se ne va.
"Quadri qui cosa vede?" Dico mostrandogli il viso.
"Non lo so" dice confuso.
"Guarda gli occhi, le pupille sono dilatate" dico indicandolo "questo significa che può essere eccitato o avere paura, ma ora guarda" faccio partire il video e indico la gola "cerca di non deglutire, questo sommato alle pupille indica che aveva paura mentre parlava del capo"
"Quindi in realtà non lo ama come avevi detto tu ma ha ancora paura" dice serio.
"Esatto" dico annuendo.
Lo guarda attento "questo spiegherebbe il motivo per cui non vuole dirci chi è, forse rischia di morire"
"O forse minaccia di uccidere la figlia" dico guardandolo.
"Come pensi di scoprire la verità?"
"Dobbiamo scoprire che usando il capo sarà alla villa ed entrare"
"Sarà lui a dircela o meglio, il suo corpo" dico sorridendo furba "amo la mente dell'uomo"
"Sei sorprendente" dice sorpreso.
"Non più di tanto in realtà, molti sanno farlo"
"No non è vero" dice scuotendo la testa "tu sei diversa, hai talento, parecchio talento"
Lo guardo sorpresa "perché ti fidi così tanto di me?" Dico guardandolo attentamente "cosa ti spinge a fidarti di me? Dovresti sospettare di me, potrei ingannarti e ucciderti"
"Perché dovresti farlo?" Dice confuso, è sincero.
"Tu sei strano" dico sorridendo e avvicinandomi all scrivania.
"Strano?"
"In senso buono, non sei come gli altri uomini, altri avrebbero...non so, avrebbero probabilmente lasciato perdere qualsiasi cosa mi riguardasse, eliminandomi completamente, tu invece cerchi sempre di riportarmi indietro come se ti importasse davvero di me" dico sistemando dei documenti.
"Forse perché è così" dice dopo qualche secondo "forse perché non voglio abbandonarti e allontanarmi da te"
Sussulto e abbasso lo sguardo "io porto solo guai" dico seria.
"Cosa intendi?" Dice confuso, sorrido amaramente e gli lancio un'occhiata.
"Intendo dire che per quanto io mi sforzi non riesco a proteggere le persone a cui tengo" dico sospirando "chi sta con me soffre, io non mi fido delle persone e le allontano anche senza accorgermene"
Mi guarda attento "a chi pensi?" Dice avvicinandosi a me.
"Non so di che parli"
"Si lo sai, hai sbattuto diverse volte le palpebre stavi pensando a qualcuno"
Lo guardo sorpresa "ti sei documentato sui rivelatori" dico incontrando il suo sguardo, sorride.
"Non voglio essere inferiore a te, dimmi a chi pensavi"
Indietreggio finché non mi blocca al muro "a mio padre" dico arrendendomi, sospiro "l'ho incolpato di tante cose allontanandolo da me e senza capire che lui soffriva, o comunque ignorando i suoi sentimenti"
Mi guarda attento "ma tu non tieni a me, e noi siamo solo conoscenti" incontro il suo sguardo, vedo che non crede a quello che dice "non hai di che preoccuparti"
"A volte chi ha come me il dono di vedere, fa soffrire gli altri con quello che scopre" dico dolcemente.
"Non importa" dice serio, trasmette sicurezza e lo guardo attenta.
"O sei un gran bugiardo o sei con troppo sincero" dico quasi in un sussurro accorgendomi della nostra vicinanza.
"Ho deciso di essere schietto dal momento che scopriresti ogni mia bugia" dice sorridendo, avvicina il viso al mio mentre sorrido.
"In effetti è una bella mossa" dico sorridendo.
"Vieni alla base domani?" Dice incontrando il mio sguardo.
Lo guardo attenta "si" le sue pupille sono dilatate.
Eccitazione.
All'improvviso una lampadina si accende nel mio cervello "eccitazione sessuale" sussurro appena le sue labbra sono a pochi millimetri dalle mie, si blocca.
"Sapevo di non dover incontrare il tuo sguardo" dice divertito.
Sorrido per poi scoppiare a ridere, annullo la distanza tra di noi e lo bacio, mi stacco dopo pochissimi secondi e gli sorrido.
"Ho capito come il capo di Jones lo convince ad obbedire" dico sorridendo.
Mi avvicino al computer e trovo l'espressione di eccitazione sul volto di Jones.
Blocco "guardalo" dico avvicinandomi all'immagine "pupille dilatate, in quel momento il respiro è leggermente più veloce e quindi irregolare, si lecca anche le labbra"
"Io non mi sono leccato le labbra"
"Non sempre sono insieme questo tre fattori" dico guardandolo, sorrido divertita "se io ti facessi eccitare in un certo modo potrei manipolare la tua mente portandoti a fare quello che voglio"
"E questo è quello che il capo fa a Jones"
"Esatto, in realtà sa bene che non ha bisogno di minacciarlo con la figlia, perché Jones prova eccitazione verso gli uomini, lo metteremo alla prova domani per vedere se con una donna ha la stessa reazione" dico sorridendo "per questo ci servirà qualcuno che lui non conosce e questa persona sarà Sophia"
"Non è sexy"
"Ogni donna se sistemata può essere sexy" dico divertita "forse"
"Forse?" Dice scoppiando a ridere.
"Shhh abbassa la voce" dico divertita mettendogli una mano sulla bocca e soffocando la sua risata.
Qualcuno bussa "Ella tutto bene?" La voce di Noha mi fa sussultare.
"Si scusa tesoro stavo solo guardando una cosa" dico spingendo Martines dietro la tenda.
"Posso entrare dovrei parlarti" dice dolcemente.
"Oh ehm sì certo" dico agitata.
Vedo qualcosa luccicare fuori dalla finestra, spalanco piano gli occhi "no scherzo aspetta un attimo!"
La porta è già aperta e sento uno sparo, la pallottola sbatte contro il vetro antiproiettile della finestra e chiudo la tenda.
"Nasconditi" dico indicando il divano, obbedisce e prendo la mia pistola, alzo il mirino e apro la tenda, apro la finestra e sparo a sangue freddo, spingo una mattonella che si gira e schiaccio l'allarme, una sirena comincia a suonare "dove credi di andare?"
Sparo all'uomo che scappa e cade a terra, altri corrono via scappando.
Richiudo la finestra e sospiro, una lacrima mi riga il viso e chiudo gli occhi girandomi, chiudo le tende.
"Hana manda un messaggio a Dean e John, di loro di tenere gli occhi aperti" dico guardando in alto.
"Agli ordini Ella" dice una voce dal soffitto.
"Grazie, Noha puoi uscire" mi lego i capelli in una coda.
"Chi è Hana?" Dice confuso.
"Una specie di Siri, ma molto più intelligente" dico sorridendo.
"Ciao Noha finalmente posso parlarti" dice Hana allegra "è un piacere sono a tua disposizione"
"Fico! Sei tipo un computer" dice sorridendo.
"Esatto"
"Di cosa volevi parlarmi?" Dico facendo sedere Noha sul divano assieme a me.
"Di una cosa importante" dice agitato.
Lo guardo confusa "sei nei guai?"
"Più o meno..." dice con una smorfia.
"Quello che mi dirai qui rimarrà qui" dico guardandolo e alzandogli il viso delicatamente "promesso"
"Okay grazie"
"Aspetta, Martines potresti aspettarmi in salotto?" Dico guardando la tenda, esce e sorride imbarazzato.
"Agli ordini" esce dopo aver salutato Noha.
"Il capo?" Dice alzando un sopracciglio.
"Stiamo lavorando su una dichiarazione particolare" dico divertita "non l'ho sfiorato giuro"
Sorride divertito "bugiarda"
Lo guardo sorpresa "guarda che non sto mentendo"
"Si invece l'ho visto guardandoti"
"Tu riesci a vedere...quando mento?" Dico sorpresa.
"A volte si"
"Ne parleremo dopo, allora dimmi in che guaio ti sei cacciato" dico guardandolo.
"Io...ero a scuola e durante il pranzo un ragazzo stava infastidendo una che conosco" dice esitante.
"E?" Dico guardandolo attentamente.
"E io l'ho difesa" dice guardandomi "lui mi ha spinto e abbiamo fatto a botte"
"Lui ti ha spinto? O hai cominciato tu?" Dico guardandolo attenta.
"Sono stato io..." dice abbassando lo sguardo.
"Io posso capire se menti lo sai" dico gentilmente.
"Ti sto dicendo la verità"
"Lo so" dico annuendo "è solo un avviso, continua"
"Un professore ci ha fermati e...ci ha portati dal preside"
"Sei stato sospeso" dico passandomi una mano sulla bocca.
"Per una settimana" dice annuendo "ma l'ho fatto per lei io...lui la bullizza da più di un anno ormai e nessuno la difende aveva bisogno di aiuto e non ho resistito"
"Okay, va bene" dico annuendo.
"Mi dispiace Ella io...non...non volevo che...non credevo mi sospendessero, ma lei era sola, tutti ridevano mentre lui la prendeva in giro per l'ennesima volta, lei non ha amici, è sola e mi dispiace per lei" dice dolcemente.
"Calmati Noha, hai fatto una cosa giusta è tutto okay, non dico che dovevi farti sospendere però....sei stato bravo hai fatto una bella cosa, va bene così, sei perdonato" dico sorridendo gentilmente.
"Grazie Ella e scusami"
"Va tutto bene" dico sorridendo "vai tranquillo"
Passo una mano tra i capelli sbadigliando "che stanchezza"
"Quello è Jones?" Dice guardando l'immagine sul muro.
"Già, vieni mettiti qui" lo faccio mettere in modo che veda l'immagine, metto delle immagini e proietto un viso.
"Che emozione ti esprime?" Dico guardando l'immagine "veloce senza pensarci"
"Paura" schiaccio paura sul computer ed é corretto, gliene faccio vedere altre facendole durare un secondo e meno, le intuisce tutte, lo guardo.
"Tu hai un talento" dico guardandolo.
Mi guarda confuso "cosa significa?"
"Te lo spiego domani, vai a dormire ora" annuisce e se ne va confuso.
Vado in salotto e vedo Martines seduto a prendere un thé.
"Il thé è di suo gradimento signore?"
"Si la ringrazio" dice divertito.
"Ne sono felice"
Continuiamo a parlare per qualche ora ridendo e scherzando.
Alle tre torna a casa e io vado a dormire, sorrido vedendo il bambino dormire, accoccolato sopra il mio cuscino con il sedere all'insù, ridacchio.
"Amore mio" mi sdraio e lo stringo a me, mi addormento tranquilla.

Sono tornata BabyDonde viven las historias. Descúbrelo ahora