CAPITOLO 12 (seconda parte)

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CHRISTIAN

<<Mr Grey, mi dispiace disturbarla a quest'ora ma credo sia giusto avvisarla..>> dice mortificato.

<<Welch non c'è problema, hai fatto bene a chiamarmi. Che novità ci sono?>>

<<Ho cercato di infiltrarmi, ma non c'è nessuna telecamera nel raggio di un chilometro. Ho quindi fatto un'accurata ricerca sui proprietari di una Jaguar X grigio fumo qui a Seattle. Ho trovato solo un nome riconducibile a lei Mr Grey>>

<<Ottimo lavoro. Dimmi il nome adesso>> chiedo con insistenza.

<<Ecco.. il nome del proprietario dell'auto è Susannah Stone. Credo che sappiamo entrambi di chi si tratti..>>

Allargo gli occhi, lo sguardo sbalordito. Susannah? L'ultima sottomessa che ho avuto prima di Anastasia. Sono sconvolto, cazzo. Per quale diamine di motivo Susannah dovrebbe avercela con me? E con Ana poi? Abbiamo deciso di terminare insieme la nostra relazione dominatore/sottomessa. Non eravamo più compatibili, e sinceramente non volevo più perdere tempo con lei.

<<Bene Welch. Ho già un fascicolo su di lei e dovresti averlo anche tu, confronta se c'è qualcosa di nuovo e mandami il resoconto per email>>

<<Certo signore>>

Riattacco, il BlackBerry vola dalla mia mano alla scrivania del mio studio. Cosa devo fare? È possibile che da quando sto con Anastasia non ho avuto altro che problemi?
Ho passato un mese bellissimo, ma nello stesso tempo micidiale. Ma questa volta è diverso. È una situazione pericolosa e non permetterò a nessuno di far der male ad Anastasia. Mi prendo la testa tra le mani, comincio a respirare forte. Solo adesso mi sto rendendo conto che avrei potuto perderla per sempre. Solo adesso mi sto rendendo conto del rischio che corrono le persone quando stanno al mio fianco. Ma non posso lasciar andare via Anastasia da me. Ho bisogno di lei. Sono stato sempre sicuro di me stesso, ma in fondo mi sono sempre sentito inutile, come se non valessi poi così tanto. Anastasia invece mi rende migliore. Mi ha dimostrato che sono capace d'amare e di essere amato. Oggi però, le cicatrici tornano a farmi male, a bruciare forte nel petto. Non penso ad altro che al bene della mia donna.

Mi alzo. Indosso il sotto del pigiama. I miei piedi nudi camminano senza meta per l'appartamento. Non è neppure tanto tardi, eppure Seattle già dorme. La parete a vetro è fredda al tatto con la mia fronte e si appana con il mio fiato. Socchiudo gli occhi, mentre lo sconforto mi assale e mi penetra nella ossa. I miei pensieri mi catturano di nuovo e non hanno intenzione di lasciarmi andare per questa notte. Mi ritrovo a pigiare con un dito alcuni tasti del pianoforte. "Sol, Sol, Sol" ripeto nella mia testa, proprio come facevo da bambino, quando Grace mi costrinse a suonare questo strumento. Adesso però ho tutte le mani coinvolte, come la mia mente. Sono seduto sullo sgabello davanti al pianoforte. Elegantemente, le mie mani si muovo in una danza lenta. Il lamento delle note di Bach si unisce al mio. E chiudo gli occhi, assaporando tutte le mie sfumature che hanno un sapore amaro e orribile. Mi chiudo nella mia bolla. Siamo solo io e il pianoforte e il buio. La musica mi ha aiutato parecchio nel corso della mia vita da adulto. Anche se sono stato accusato spesso da mia madre di suonare sempre melodie tristi. Ed è davvero così. Lo ammetto. In fondo tutta la mia vita è una triste agonia. Anche quando credevo di poter riemergere grazie ad Anastasia...
"Illuso" la mia voce interna ha ragione. Ho proprio bisogno di parlare con qualcuno, Flynn è da un paio di settimane alle Maldive con la moglie. Non ho mai desiderato tanto vederlo. Riapro gli occhi, ma non capisco subito se la visione angelica che mi appare è reale o meno. Smetto di suonare.

È la realtà. Anastasia è a pochi metri da me. È poggiata al muro con la mano, tenendo la gamba ferita sollevata poco. Ha la mia t-shirt bianca addosso, e i capelli bruni e mossi che le cadono sulle spalle. Mi sorride, e piega la testa di lato. Ricambio il sorriso piano. Purtroppo vederla in questo stato mi fa salire ancora di più un senso di angoscia. Mi alzo e velocemente sono già da lei. La prendo tra le braccia, sollevandola completamente da terra.

50 sfumature di gelosia #wattys2018Where stories live. Discover now