CAPITOLO 18

718 22 0
                                    

-Allora, tu che conosci questa fantastica città, dimmi un bel luogo, possibilmente appartato, dove potrei portarti.

-Pensavo fossi più organizzato.

-Ho impiegato un'ora e mezza a trovare la tua scuola ed essere sicuro fosse quella giusta. Non ho avuto tempo per creare una gita in città, poi ho pensato che avresti potuto illustrarmi tu la città in cui vivi.

-Va bene, va bene. Ma guarda la strada e non me.... potremmo andare in restera. Sì, è il luogo perfetto! Con il freddo c'è molta poca gente quindi direi che è perfetto il posto.

In 15 minuti arriviamo a destinazione grazie alle mie indicazioni.
Filippo spegne la radio e in quel momento di silenzio la mia pancia pensa bene di brontolare rendendo nota al mondo la mia fame. Filippo ride, mi osserva e chiede se ci sia un ristorante nei paraggi. Scendiamo dalla macchina, andiamo a pranzare e mi offre ancora una volta il cibo. Questa cosa mi infastidisce abbastanza perché vorrei fare anche io qualcosa per lui, ma mi prende sempre alla sprovvista e non riesco mai a pagare io da mangiare.

-La prossima volta mi avvisi e pago io, mi sento in colpa a far sempre spendere a te e basta.

Filippo sorride e mi prende la mano delicatamente

-Ma va, è un piacere. Non farti questi problemi.

Stiamo così per mezz'ora buona, camminando sulle passerelle sospese sopra il fiume. Il suo braccio circonda le mie spalle e io sto con la testa appoggiata sul suo petto; l'ondeggiare della camminata mi culla e non penso di essere mai stata così felice e rilassata in vita mia.
Finita la passerella ci accomodiamo sulle rive del fiume. Mi siedo tra le sue gambe e le sue braccia mi avvolgono tutte le spalle, appoggio la mie testa sul petto di lui mentre mi bacia dolcemente la fronte. Quell'abbraccio mi dona un piacevole calore e stiamo lì al sole per un paio di ore, coccolandoci e gustandoci l'uno la presenza dell'altro.
Filippo strappa una margherita dal terreno e me la infila dietro l'orecchio.

-Ora sembri una dea.

Mi bacia ancora la fronte e io sorrido come una scema.

-Adoro questo tempo anomalo, fa caldo e sembra primavera.

-Hai ragione piccola, il sole basso che ti scalda dolcemente i muscoli fa sembrare marzo.

-Magari fosse Marzo, avremmo tutta l'estate davanti.

-Tranquilla, abbiamo interi anni davanti e poi la prossima estate ti porto in un posto stupendo con me.

-Dove??

-Sorpresa.

-Mhhh sono curiosa!! Aspetta, ma ci sono le olimpiadi la prossima estate.

Alzo gli occhi per guardare Filippo e lui mi sorride.

-Davvero???

-Certo, verrai con me.

-Di sicuro i miei non mi lasceranno però riuscirò a convincerli.

Filippo si fionda sulle mie labbra e ci baciamo appassionatamente.

-A proposito di genitori... i miei sono via fino a sta sera tardi, ho casa libera.

-Dillo subito piccola.

Filippo si alza di scatto, mi prende in braccio e si mette a camminare verso la macchina.
È pazzo, ma lo amo.
Arriviamo alla macchina e lui mi apre la portiera per farmi salire. Il vero motivo per cui voglio andare a casa è che voglio un luogo tranquillo dove posso dirgli quello che mi è successo questa mattina perché la cosa mi turba davvero un sacco, sento come se la mia vita non fosse più la mia vita, ma quella di tutti. Ora sto capendo, pur nella mia piccolezza, i personaggi famosi: devono fare davvero una vita triste... nessuna privacy e tutti gli occhi addosso. Non è vivere così.

[...]

-Ecco casa mia dal vivo!

-Molto bella, accogliente. Mi piace.

Filippo mi alza e mi getta di peso nel divano, distendendosi poi dolcemente sopra di me e ricoprendomi di baci ovunque.

-Lo so, lo so che mi ami, ma basta per favore o morirò perché rido troppo!!

-Mi perdoni, non volevo ucciderla.

-Ci è mancato davvero poco.

Dico seriamente come se la cosa fosse quasi seria. Entrambi scoppiamo a ridere, io mi siedo sul divano e Filippo si distende appoggiando la sua testa sul mio grembo.

-Starei così per ore, è così rilassante farmi accarezzare i capelli da te.

-Vorrà dire che farò la parrucchiera da grande. Comunque Pippo devi dirti una cosa.

La sua faccia si rabbuia e si mette ad ascoltarmi attentamente. Una cosa che amo davvero un sacco di lui è che sebbene abbia otto anni in più di me lui non sminuisce affatto le mie ansie, le mie paure e i miei problemi; è sempre pronto ad ascoltarmi con tutto se stesso.

-Parla pure, spero non sia nulla di grave.

-Questa mattina un mio compagno ha detto di aver letto di noi due su una rivista...

-Lo sapevo cazzo! Immaginavo che questo giorno sarebbe arrivato.. come stai?

Filippo stringe i denti al quanto infastidito dal fatto che gli sto raccontando.

-Non male... insomma è solo una cosa strana che qualcuno sappia i fatti miei. Mi sento come se la mia vita privata non fosse più la mia vita e non fosse più privata... non so se capisci.

Filippo mi accarezza dolcemente il braccio.

-Lo so, ti capisco... ma davvero la situazione mia non è così opprimente come la vita di altre star... le persone che non si informano di pallavolo non sanno davvero nulla di me.

-Lo so, ma è abbastanza straziante come cosa.

-Ti posso capire e posso comprendere le tue difficoltà e mi dispiace di averti messo in una situazione del genere.

Filippo era davvero mortificato e io mi sentivo in colpa perché avevo tirato fuori quel discorso.

-Mi da fastidio il fatto che la genti parli di me alle mie spalle. Che parli bene o male non mi interessa, mi da fastidio proprio l'atto.

-Hai ragione e in più c'è la sostanziosa differenza di età fra noi. Tutti giudicano senza sapere... mi dispiace Ale, se questo ti turba molto e vuoi finirla qui ti capisco.

Ma è impazzito? Non potrei mai lasciarlo.
Filippo continuava a guardarmi preoccupato e ansioso di avere una risposta da me.

-Otto anni di differenza sono tanti, ma alla fine cosa dice un numero di noi? Se io ti amo e tu mi ami cosa importa l'età?

-Non è così facile, la gente parla e rovina tutto, la gente non capisce, parla solo per il gusto di farlo e non  voglio che prendino te di mira.

-Non mi interessa, però lottiamo assieme, da sola non ci riesco.

-Se è davvero quello che vuoi io ti sosterrò, ma non voglio che tu stia male per me.

-Ti amo Filippo. Non potrei mai lasciarti, le gioie che mi dai sono infinite rispetto a queste piccole scaramucce. Ti amo.

Sul viso del pallavolista compare un sorriso enorme. Si alza dal mio grembo e comincia a baciarmi con una passione unica.

-Adoro quando dici che mi ami.

Filippo mi prende in braccio e io aggancio le mie gambe attorno al suo bacino. Mentre continua a baciarmi si dirige in camera mia dove si distende sopra di me sul mio letto, continua a baciarmi con foga e la sua mano va sotto la mia maglia fino a raggiungere il bottone dei pantaloni. Sono un po' intimorita da quello che sta per succedere perché non lo ho mai fatto prima, non perché non voglia farlo.
Filippo slaccia il bottone dei miei pantaloni, ma poi si ferma di colpo e ritrae la mano.

-Continua.

Gli sussurro nell'orecchio non capendo da dove mi sia arrivato tutto quel coraggio.

-Sei sicura?

-Certo.

Lo amo, lo voglio e non avrei mai pensato ad un modo più dolce per perdere la mia verginità.

Cosa ce ne facciamo dei numeri?  || Filippo Lanza||Where stories live. Discover now