XI

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Aaren inspirò bruscamente, avvertendo il respiro mozzarsi in gola, come se avesse appena ricevuto un pugno nello stomaco. Faticava a trattenere il lupo che scalpitava per uscire. Quella volta, la sua forza di volontà non sarebbe bastata, non da sola. L'unico vero motivo che gli impediva di trasformarsi e sbranarli entrambi, era la sua piccola compagna. Per quanto coraggiosa, Lilian non sarebbe rimasta estranea a una trasformazione di quella potenza. Non aveva alcuna intenzione di spaventarla, ma era più difficile di quanto credeva.

L'unica sua consolazione risiedeva nella consapevolezza che Neal sarebbe giunto a breve. Non sapeva come l'avrebbe presa l'Alpha, ma di sicuro non l'avrebbe trattenuto.

Al suo fianco, Lilian continuava ad alternare sguardi preoccupati tra lui e le due persone all'altro capo della stanza. Le sue mani lo trattenevano, concedendogli dolci e lievi carezze che ebbero l'effetto di mitizzare la sua furia. Il suo tocco leggero e il suo profumo furono di grande aiuto. Aveva provato più volte a pronunciarsi, ma le occhiate che le aveva mandato Isabel l'avevano fatta desistere.

Se prima non le piaceva, adesso non riusciva nemmeno a sostenere il suo sguardo. Non gli importava in che rapporti fosse con Lilian o quanto lei la amasse, per il bene suo e quello della sua compagna non aveva altra scelta che allontanarla. Il suo istinto gli suggeriva che quella Sacerdotessa nascondesse qualcosa di importante, e Aaren aveva imparato da tempo a fidarsi del suo sesto senso.

Quella mattina era iniziata fin troppo bene per i suoi canoni. Avrebbe dovuto aspettarselo. Si era svegliato con il profumo al miele e lavanda di Lilian che permeava nell'aria. Avevano consumato la colazione insieme, chiacchierando del più e del meno come due amici. E poi era arrivata Isabel, facendo sfumare via tutta la spensieratezza che erano riusciti a costruire. Eppure, non era stata lei a rappresentare un forte elemento di squilibrio, quanto invece il ragazzino che stava al suo fianco. Dall'odore, Aaren aveva capito subito che appartenesse ad un branco esterno. Il limite, però, l'aveva ampiamente superato quando aveva avvertito su di lui una fragranza particolare, che aveva sentito una sola volta: quella di Siôn. Quel ragazzo era un lupo del suo branco, era ovvio, e il pensiero che avesse osato entrare in casa sua gli faceva schizzare il sangue al cervello.

«Perché sei qui, Isabel?» mai come in quel momento, la voce di Lilian era gelida. Nonostante non conoscesse il motivo di tanta rabbia, doveva aver capito che qualcosa non andava. E al di là della sua confusione e dell'apparente spavalderia del suo agire, a lui non sfuggì il tremore che le animò le mani.

Un paio di metri lontano da loro, la Sacerdotessa non batté ciglio. Con un'occhiata più attenta, Aaren notò che la ragazza era più pallida della prima volta che l'aveva vista, con due profonde borse sotto gli occhi stanchi.

Nella sua vita non aveva conosciuto tante Sacerdotesse della Luna, sicuramente meno di qualsiasi altro lupo del branco, ma sapeva che nessuna di loro aveva la giovane età di Isabel. Per quel che ricordava, erano le stesse lupe, in età adulta, a consacrare interamente la propria vita alla Dea, eppure la ragazza che aveva di fronte non emanava la tipica aura di un licantropo. Isabel era umana, non aveva alcun dubbio a riguardo.

«Ti consiglio di tenere a freno la tua bestia, lupo grigio» la sua voce era tetra, fredda e tagliente, così come lo sguardo che gli lanciò. «Se provassi ad attaccarmi, il tuo orgoglio di guerriero non ne uscirebbe indenne».

Aaren ringhiò, imponendosi di non sbranarla all'istante. Se Isabel ci teneva alla lingua e alla vita, era il caso che si sbrigasse a portare via quel ragazzino da casa sua, prima che lui perdesse completamente la ragione.

Dove diavolo era finito Neal?

Isabel si voltò per qualche secondo verso il proprio accompagnatore, spostando poi la sua attenzione nuovamente su di loro.

Moon Mates - Luna NuovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora