XII

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Quando Lilian appoggiò la testa sul cuscino nella vaga speranza di addormentarsi, si sentì improvvisamente più lucida di quanto lo fosse mai stata. Le parole di Isabel continuavano a vorticarle nella testa, impedendo alla stanchezza di sfociare nel sonno.

Dopo che la Sacerdotessa se ne era andata, Aaren era stato al fianco di Neal per tutto il tempo. Mai come allora, Lilian si era accorta di quanto il legame che li univa fosse forte, quanto l'affetto tra i due avesse radici robuste. L'uno era stato la spalla dell'altro, supportandolo in silenzio in quell'attimo di fragilità, e la sua sola compagnia aveva contribuito a rasserenare, in parte, il tormento che gli velava gli occhi.

Non sapeva cosa angosciasse il capobranco, e Lilian non aveva pensato fosse il caso di chiederlo, non in quel momento, ma nel suo piccolo, aveva voluto fare qualcosa per rendersi utile. Aveva preparato del tè, semplicemente, e il sorriso di gratitudine che le aveva rivolto Neal le aveva fatto capire quanto lui avesse apprezzato il suo gesto. Dopo essersi limitata ad osservarli in silenzio, aveva finalmente sentito di aver fatto qualcosa di utile.

Poi, insieme ad Aaren era tornato a casa sua, dove li aspettavano anche Erika e Jósh, insieme a qualche altro componente del branco. Da quel che aveva capito – cioè poco! – era stata indetta una riunione straordinaria dei membri al vertice del branco. Di cosa dovessero parlare, Lilian ne era completamente ignara, ma immaginò si trattasse di questioni piuttosto urgenti dal momento che l'espressione di Neal non lasciava presagire nulla di buono. Vederlo in quello stato, così diverso dall'uomo che, qualche settimana prima, aveva bussato alla porta di Margareth, le aveva provocato una fitta al petto. Se avesse potuto aiutarlo in altri modi, oltre a preparare una banalissima tazza di tè, lo avrebbe fatto.

Prima che i due lasciassero l'abitazione, comunque, Aaren le si era avvicinato e le aveva sfiorato il braccio, sussurrandole con voce flebile un timido "grazie". Lo sguardo che le aveva rivolto era stato talmente intenso che le aveva provocato brividi in tutto il corpo. A distanza di ore, non riusciva ancora a scacciare quell'espressione dalla sua testa. Nonostante avesse provato a mantenere la mente occupata, rassettando la casa, leggendo riviste o cucinando la cena, le sue iridi ferrigne non le avevano dato tregua nemmeno per un secondo.

In fondo, gli occhi di Aaren l'avevano colpita fin dall'inizio, e non si trattava solo del colore, un meraviglioso grigio cangiante. Quello che più le piaceva era la consapevolezza che nonostante lui tentasse di non venir coinvolto emotivamente dagli eventi, nonostante tentasse di mostrarsi estraneo ed apatico, bastava leggere il suo sguardo per farlo cadere in errore. Già solo il fatto che si fosse preso cura di lei, un'estranea, per tutto quel tempo le suggeriva che, in fondo, quell'uomo scorbutico e apparentemente freddo dovesse avere un gran cuore. Anche Erika, la prima volta che l'aveva vista, le aveva detto qualcosa di simile. Lo ricordava perfettamente, così come ricordava il luminoso sorriso che aveva accompagnato le sue parole.

Lilian scosse la testa, liberandosi di quel vorticare di pensieri. Nonostante la stanchezza e l'ora tarda, il sonno pareva proprio deciso a non voler collaborare. In più, come se non fosse già abbastanza, era preoccupata per Aaren. Forse, la sua, era un'ansia ingiustificata, considerato che lui fosse un lupo grande e grosso, abituato a scorrazzare di notte nella foresta, eppure con tutto quello che era successo, non riusciva a mettersi il cuore in pace.

Dopo essere arrivata alla conclusione che non sarebbe riuscita ad appisolarsi, Lilian si alzò dal letto, dirigendosi in cucina, alla ricerca di un bicchiere d'acqua. Sotto la pianta dei piedi, il pavimento era freddo ma, contrariamente a quel che aveva creduto, non le diede fastidio, anzi.

Moon Mates - Luna NuovaWhere stories live. Discover now