1559 d.C.

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Era una calda e soleggiata giornata d'aprile dell'ormai inoltrata metà del XVI secolo.

In quel periodo mi trasferivo praticamente ogni sei mesi: Roma, Napoli, Palermo, Cagliari, Firenze, Milano, Torino, ora Venezia.

Questi viaggi continui non erano di certo utili alla mia salute cagionevole. Almeno, l'ambiente di una delle mie città preferite d'Italia mi rilassava. E questo verbo non è di sicuro il più adatto: l'atmosfera di questa città era magica, quasi percepibile a pelle, palpabile: la caotica ma allo stesso tempo tranquilla città capitale dell'omonima repubblica era, ed è, qualcosa di davvero indescrivibile soltanto a parole. Ci vorrebbe di più.

Mattia* e sua moglie Francesca** mi hanno ospitato per quest'ultimo periodo, e mi mettevo ad aiutarli nel loro duro lavoro di mercanti.

Da molti anni, ormai, nella mia penisola perseveravano le "Guerre d'Italia", che la stavano rovinando, per l'ennesima volta. Questo bastardo di mio fratello, quello là che sta a Madrid, ha nelle sue mani più della metà della Cisalpinia***...

...E non voglio esprimere la mia delusione riguardo alla Francia, che è arrivata a Torino, nonostante lo ami ancora, con tutto il mio cuore, la mia anima, la mia psiche.

Quest'amore nascosto, probabilmente non ricambiato, qualcosa di più rispetto ad un amore fraterno. Amo lui quanto io ami la mia patria.

Avevo solo lui tra i pensieri, specialmente in questi ultimi anni. Brutti anni, davvero orrendi. Era solamente l'unica cosa che riusciva a farmi stare bene, in quel periodo, con la dolce aria adriatica che mi cullava. Il suo pensiero mi faceva stare sopra al mondo, come se fossi in una sfera infrangibile.

Mi faceva anche non pensare a ciò che stava accadendo nella mia terra, la mia amata terra. Distrutta ed usurpata, in ogni suo aspetto. Da quel dannato 1492, l'Italia si impoverì enormemente. Pochi ormai commerciavano con noi, avevamo perso la nostra importanza, il nostro sostentamento. Il baricentro economico si spostò dal bacino del Mare Nostro a ciò che è al di fuori delle Colonne d'Ercole. E questo fu enormemente dannoso per me, e per noi, che non riuscivamo ad oltrepassare quel dannato e sopracitato stretto, che invece il resto d'Europa riusciva a passare.

Tra questi pensieri, tra me, la mia patria e lui, sbattei contro qualcosa che non vidi, e caddi come corpo morto cade.

L'ultima cosa che sentii fu la voce di Mattia, urlare "MARCO!", appena rientrato in casa, poi il nulla più assoluto.

Non ebbi il tempo di sapere che la redenzione della Savoia fu compiuta nuovamente, distaccandosi dall'Oltralpe.

Finalmente ero morto, potrei aggiungere.

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* = Republic of VeniceBall
** = DalmatiaBall
*** = L'Italia, indicata come territorio al di qua dell'Alpe

ITALIA - Storia di una nazione e di un uomoWhere stories live. Discover now