17/03/1861 d.C.

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Potrei essere molto sintetico, e dire che non ricordavo assolutamente nulla, niente, il vuoto più assoluto, il buio. Solo il mio nome, e la lingua italiana, forse qualcos'altro, ma basta.

Ma non mi limiterò semplicemente a questo, perché dovrei, mi chiedo?

Aprii un occhio, di pochissimo. Ero confuso, ma riuscivo a capire più o meno dov'ero: in un ambiente chiuso, probabilmente una stanza da letto. La luce filtrava fioca dalle finestre coperte da una tendina marroncina. Le coperte del letto raffinato le sentivo dappertutto, sul mio corpo del tutto nudo. Feci per aprire l'altro occhio, e alzai timidamente il braccio stanco, nonostante non avessi fatto praticamente altro che giacere su un letto per più di trecento anni.

Spostai con la mano una ciocca di capelli che andava a coprire eccessivamente il mio viso. Evidentemente è la prima volta che mi muovo in tre secoli e passa. Aguzzai lo sguardo, dato che la luce mi dava un po' fastidio, ma non troppo. Nonostante ciò, posizionai la mano sul viso per evitare che la luce arrivasse troppo ai miei occhi. Una reazione abbastanza esagerata, ma naturale, spontanea.

Mi stropicciai un occhio, e mi alzai finalmente da quel letto che mi ospitò per un periodo forse troppo grande...A parer degli altri. Volevo restare ancora a vegetare su quel mobilio per altri lustri, decenni...millenni. Avevo questa sensazione strana, che mi faceva stare male. Vivere.

Non feci caso a niente, niente.  Camminavo e basta, come un morto vivente, senza pensarci due volte, non notando niente di ciò che accadeva intorno a me.

Notai un uomo, uscire dalla porta di una stanza, vestito elegantemente, da borghese. Appena mi ha visto, si mise una mano alla bocca. Aveva un'espressione inorridita, scioccata.

"M-Marco?!"

Ah, già. Il mio nome, grazie per avermi rinfrescato la memoria. Peccato che non ricordi chi sia questa persona e come si chiami.

"T-Ti sei risvegliato?"

Nah sai, sono un fantasma. Vorrei esserlo, ma purtroppo sono vivo.
Era diventato tutto rosso, probabilmente dall'imbarazzo.

"...Per prima cosa, m-mettiti qualcosa addosso!"

"Prima ricordami chi sei."

"Emanuele, Piemonte, però ora copriti almeno con un lenzuolo, per dinci!"

Volevo stare così allo stato brado per un minutino, concedi?

...

E così all'improvviso, un nome mi sopraggiunse in mente, al sentir il suo.

"Francois".







ITALIA - Storia di una nazione e di un uomoWhere stories live. Discover now