Capitolo 17 |La Corte Moiras

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Una mano sottile ed elegante accarezzava il bracciolo di quel trono composto da intrecci floreali. Le dita lunghe e affusolate erano abbellite da piccoli anellini in argento.

La bellissima donna seduta su quel trono di fiori guardò il ragazzo dai capelli con sfumature verdi che le stava dinanzi. Prese una grossa fragola dalla ciotola che un servo le aveva appena portato, l'addentò e il succo le colorò le labbra pallide di rosso, mettendo in risalto il candore del viso.

Con la mano fece cenno al ragazzo di parlare. Quest'ultimo, mettendosi la mano destra chiusa a pugno sul petto, in prossimità del cuore, guardò dapprima la bellissima donna, poi tutta la folla racchiusa in quella stanza, e disse:

–Udite le mie parole, siate testimoni del mio giuramento. Da oggi la mia guardia ha inizio. Non si concluderà se non con la mia morte. Io non avrò moglie, non possiederò terra e non sarò padre dei figli–

Intanto la donna continuava a mangiare una fragola dopo l'altra e sia le iridi bianco fumo sia i capelli, anch'essi dello stesso bianco, cominciavano ad ottenere sfumature rosee.

–Non porterò corona e non vorrò gloria. Io vivrò al mio posto e al mio posto morirò. Io sarò la spada che squarcerà le tenebre. Io sarò la sentinella che veglierà sulla barriera. Io sarò il fuoco che arderà contro il freddo. La luce che porterà l'alba. Il corno che risveglierà i dormienti. Lo scudo che proteggerà i più deboli. Consacro a voi, mia regina, e a tutto il popolo di questo mondo, la mia vita e il mio onore. Per questo giorno e per tutti i giorni a venire–.

Il ragazzo fece un inchino, e alcune ciocche di capelli verdi, che erano sistemate dietro le orecchie a punta, ricaddero in avanti.

La regina si alzò dal suo trono floreale, i lunghi capelli, ormai completamente rosa ricaddero a terra, accarezzandole gli aggraziati piedi nudi.

Un vestito verde, fatto di un tessuto sottilissimo, simile alla ragnatela di un ragno, le carezzava la pelle morbida. I seni pieni si intravedevano dal sottile tessuto dell'abito, che, alla fin fine, serviva solo per abbellire la figura slanciata della ragazza.

Alzò il braccio destro con la mano aperta; un applauso si levò fra la folla.

La regina, con un piccolo coltello, si ferì la mano e dalla ferita sgorgò una sostanza lattiginosa. Fece colare quel liquido all'interno di una campanula, e porse il fiore al ragazzo. Dopo aver bevuto il contenuto, quest'ultimo si inginocchiò dinanzi la regina, e un altro applauso, più forte del primo, riecheggiò in quel luogo incantato.

D'un tratto le porte della stanza si aprirono e un uomo in armatura raggiunse a passi svelti la regina e si inginocchiò al suo cospetto.

–Mia regina... –disse in un sospiro – ...il demone nero è tornato–.

Finita la frase, nonostante il cavaliere avesse mantenuto un tono di voce tale da far sentire solo alla persona vicina, giunse alle orecchie di tutti e si alzò un brusio di voci.

La regina sgranò gli occhi. Strinse i pugni, prese un respiro, e mascherò la sua preoccupazione con un radioso sorriso.

–Miei sudditi, nessuna preoccupazione deve turbare le vostre menti! Siate tranquilli. La Corte Moiras non si ritroverà impreparata ad eventuali attacchi da parte di forze oscure indesiderate!– la regina si mise al centro della stanza.

– Dalle ceneri del passato si rinasce sempre più forti. Sincerità, lealtà e massimo rispetto sono le nostre armi, solo così potremo sconfiggere la tempesta! Non commettiamo gli stessi errori che commettemmo un tempo. Adesso sappiamo qual è la parte del male!–.

Prese un respiro e con estrema eleganza indicò la grandissima porta in quercia.

–Adesso andate tranquilli nelle vostre case e vivete senza alcuna paura–.

LykaiosWhere stories live. Discover now