Capitolo 27 |Fangluin

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Sebastian si stava lavando le mani quando sentì uno scoppio proveniente da sotto e poi dei gridolini. Synnovea pensò. Con le mani ancora bagnate abbassò la maniglia della porta ma si era scordato di averla chiusa a chiave. Dopo aver litigato un po' con la serratura riuscì finalmente a metter il piede fuori dal bagno e un'ondata di puzza di uova marce lo assalì. Corse giù per le scale e quasi inciampò. Il salone era pieno di un fumo bianco, Synnovea era in cucina, aveva un'espressione tra lo spavento, lo stupore ed il disgusto. 

Dalla nube bianca puzzolente proveniva un brontolio, interrotto varie volte da colpi di tosse. Sebastian riusciva a scorgere un'ombra che gesticolava con le braccia tra il fumo, probabilmente cercando di scacciarlo via.

-Forse sarebbe il caso di aprire la finestra Klarisa, fai uscire tutto questo fumo- disse Cristopher strizzando gli occhi e arricciando il naso. Klarisa andò in cucina e fece quel che le era stato richiesto, poi, aggrottando le sopracciglia e tappandosi il naso con le dita entrò nella nube biancastra calpestando dei cocci di vetro e aprì le finestre del salone. Piano piano il fumo cominciò a diradarsi, la puzza a diminuire e le cose a distinguersi. 

Adesso si poteva scorgere un camice bianco con macchie di mille colori sparse di qua e di là. Fece un ultimo colpo di tosse e poi uscì dalla nuvola ormai dissolta. Era un uomo, probabilmente sulla mezza età, con indosso degli occhialini tondi da laboratorio. Ciò che più lo contraddistingueva non erano i sandali in cuoio ai piedi con indosso dei calzini azzurri, ma i lunghi capelli blu che si ingarbugliavano all'interminabile barba, anch'essa dello stesso colore, che, nascosta dal camice, sbucava da sotto, strofinandogli sui piedi. 

Il tizio strambo si avvicinò a loro e tossendo si tolse gli occhiali. Due piccoli occhi a mandorla strabuzzanti guardavano confusi la stanza. -Oh no, non ancola voi-. Sebastian emise una risata soffocata, ma smise subito quando gli occhietti marroni dal taglio nettamente asiatico lo guardarono storto.

-Cosa c'è da lidele? La mia l non ti piace? Sai che potlei tlasfolmalti in un lanocchio? Avete usato la fiala che vi avevo dato in caso di emelgenza. Spelo pel voi sia impoltante!- l'uomo strambo dalla barba blu puntò l'indice verso Sebastian e, dopo aver cominciato a muoverlo in modo circolare, esso iniziò a produrre una scia azzurrina luminosa -Stavo lavolando ad una nuova pozione magica e mi avete intelotto facendomi esplodele tutto! Siete dei disglaziati!Ecco cosa siete!-

-Fangluin, non ti avremmo mai chiamato se non fosse stato veramente importante. Si tratta di Kassandra. L'incantesimo che le avevi fatto... non ha funzionat...- 

-IMPOSSIBILE!- lo interruppe il mago -Non sbaglio mai. Hanno semple funzionato le mie pozioni e i miei incantesimi! Solo se si mette in gioco la magia nela c'è l'alto lischio che venga annullato tutto il mio lavolo. Olmai pelò nessun mago la usa: è tloppo lischioso-

Klarisa nel frattempo aveva preso scopa e paletta e stava raccogliendo i cocci di vetro che precedentemente aveva calpestato. Probabilmente era ciò che era rimasto della famosa fiala con cui avevano chiamato quel vecchio bisbetico. 

Cristopher pensò un attimo. -Evidentemente c'è qualcuno a cui piace correre il rischio- disse poi con sguardo perso. 

-Quindi, stai dicendo che Kassandra è vittima di magia nera?- fu Synnovea a parlare. Era sbiancata. Il braccio sinistro avvolgeva la pancia e le dita della mano affondavano nel fianco morbido, la mano destra era sul petto, come a voler trattenere il cuore che, probabilmente, batteva fortissimo per l'angoscia, come se cercasse di uscir fuori per trovare sollievo in un ambiente più aperto e arioso. 

Anche per Sebastian l'ossigeno cominciava a mancare ma, al contrario di Synnovea, che aveva il respiro affannoso e completamente irregolare, non dava a vederlo. Cercò invece di regolarizzare i battiti respirando il più lentamente possibile. La magia nera è una brutta bestia: è difficilissimo imparare a dominarla senza che la sua oscurità prevalga sul cuore di chi la usa. Di conseguenza su di loro si sarebbe abbattuto qualcosa di davvero grande. Qualcuno di davvero potente e malvagio.

-Se fosse velamente così... una nuova guella allivelà a momenti. Non mi è stato dato il dono della pleveggenza ma comunque, da una settimana a questa palte, sentivo qualcosa che mi opplimeva, semple di più semple di più. Filtialn è vivo, non è così?-

-Filtiarn non solo è vivo. Ma ha già cominciato a infestare i nostri sogni. Ha fatto sicuramente qualcosa ad Accalia. Ormai sono passati alcuni giorni dalla sua scomparsa.  

-Dovevate chiamalmi plima. Kassandla? Kassandla dov'è adesso?-

-Scomparsa anche lei. È scappata dopo esser stata ferita da... da Klarisa. Kassandra aveva perso il controllo...- Sebastian aveva parlato senza nemmeno rendersene conto e stava stringendo i pugni conficcandosi le unghie nel palmo della mano.

-Dovevate chiamalmi subito. Kassandla ha sangue demoniaco nelle sue vene. Lo ha semple avuto. Lei è un telzo demone, un telzo lupo e un altlo telzo umana ed io avevo bloccato il flusso del sangue demoniaco oltle a quello lupino. Licoldo che non ela stato pel niente facile pel Accalia metabolizzale il fatto che anche la secondogenita avesse eleditato il suo sangue demoniaco- 

-E se Fenris... fosse vivo?- Synnovea era crucciata. Sebastian cercava di ricordare di chi stesse parlando. Era un nome familiare. Forse si stava confondendo con il nome Filtiarn. Poi un ricordo lontano gli pervase la mente.

-Perchè anche lei? DIMMELOOO!- pianti strazianti provenivano proprio dal salone dove si trovava lui in quel momento. Sebastian poteva avere all'incirca quattro anni e i ricordi  erano quindi confusi. Si ricordava di essersi avvicinato alle scale e di essersi accovacciato per terra, cercando di farsi piccolo piccolo per non farsi vedere.

La donna era di spalle e singhiozzando si teneva aggrappata  alla vita di suo padre mentre pian piano scivolava, finché le ginocchia toccarono terra. Cristopher la stava ancora sorreggendo con le sue braccia possenti sotto le ascelle. Le sussurrava di non piangere, di calmarsi, che doveva farsi forte. Piangere non sarebbe servito a nulla. 

-Io non volevo uccidere Apollon. Il mio piccolo, povero Apollon- 

-Aleksandra, lo sai che Fenris...-

-NON CHIAMARLO IN QUEL MODO!- la donna urlò piangendo e scuotendo il capo biondo.

-LO AVEVA DECISO FILTIARN! Quel gran bastardo-. Accalia alzò lo sguardo, le lacrime le avevano bagnato le guance, gli occhi lucidi lo osservavano con rabbia. 

-E sai perchè? Non ve l'ho mai detto. Neanch'io, a dire il vero, avevo realmente capito il preciso motivo di quella scelta. Mi aveva detto che gli piaceva e basta. Invece no, aveva omesso il significato più profondo. Sai chi era Fenris? Nella mitologia norrena è il gigantesco lupo nato dal dio Loki e la gigantessa Angrboda, oltre a lui ebbero altri due figli: Jormungand, un enorme serpente, ed Hel, la dea dei morti- 

-Sebastian a cosa pensi? Hai sentito cosa hanno detto? Vai a chiamare Peter- Cristopher lo guardava seccato, mentre si grattava la barba leggermente incolta.

Scrollò le spalle, annuì e corse fuori ancora scosso. 



Ciao ragazzi! Volevo innanzitutto augurarvi delle belle vacanze (ancora non l'avevo fatto, chiedo venia) e poi volevo esortarvi a commentare :'( è davvero molto importante per me non solo la vostra opinione, ma anche la correzione di eventuali errori/errorucci/erroroni/orrori.

In più volevo consigliarvi la storia (Primal Pulse) -ancora ai primi capitoli- di Filippo_Venarucci.

Riesce davvero a farvi entrare, con le sue descrizioni, nei luoghi fantastici descritti. Parla di un ragazzo debole fisicamente e caratterialmente che si ritroverà magicamente in un mondo completamente sconosciuto con bestie altrettanto sconosciute. Il primo passo sarà sopravvivere, il secondo sarà uscirne fuori.

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⏰ Terakhir diperbarui: Jul 24, 2019 ⏰

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