Capitolo 25 |Lilith

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Sebastian aprì gli occhi di scatto. Le cose attorno a lui cominciarono a ruotare vertiginosamente. Perse l'equilibrio e cadde per terra con un tonfo.

Due occhi grigio perla lo fissavano da vicino, lasciando trasparire un velo di malinconia. 

–Sono io, Shaila–

Gli porse la mano. Diafana e soffice. Lui la ignorò e si alzò da solo. Non era più un bambino. Era un guerriero lui. Si era sempre rialzato da solo e continuerà a farlo. Ma le gambe gli tremavano, la testa gli girava e un conato di vomito si preparava a uscire.

–Ma che cosa mi hai fatto?– si tenne la testa con le mani, il busto leggermente piegato in avanti, gli occhi ridotti in due piccole fessure.

–Ti ho fatto entrare nella mia mente, lì dove si conservano i ricordi–

–Ed è una cosa che possono fare tutte le fate? Ignoravo questa vostra dote–.
Aveva raddrizzato il busto e si erigeva in tutta la sua altezza. Il senso di nausea era passato e la testa non girava più.

–Solo le fate d'inverno–

–Anche mia madre quindi?–

–No, lei non era una fata pura. Non era dunque in grado di fare tutto ciò che faccio io. Solo in parte. Infatti riusciva a comunicare telepaticamente, e anche tu, caro Sebastian, potresti esserne in grado–

Sebastian si ricordò di quando riusciva a dialogare con la forza del pensiero con Lelapo, il suo cane ormai morto, così chiamato perché era davvero velocissimo. Riusciva a sfuggirgli ogni volta.

Aveva quegli occhietti così vispi, sembrava sorridesse sempre.

–Dovrei provare–

Nella sua testa si materializzarono le immagini di quando, ancora assonnato nel letto e con la bocca asciutta, aveva guardato negli occhi l'amico peloso che era sdraiato accanto a lui che quasi si mimetizzava con le lenzuola bianche. Dopo averlo immaginato che andava a prendergli un po' di succo di frutta, subito Lelapo si era alzato e correndo era uscito dalla stanza.

Sebastian aveva pensato fosse impazzito ma, vari secondi dopo, il ticchettio delle unghie aveva annunciato il suo rientro in stanza.

Il cagnolone aveva in bocca un cartone di succo di frutta all'arancia.

Ciò aveva lasciato il bimbo biondo a bocca aperta. Si era stropicciato gli occhi ancora leggermente intorpiditi e schiudendo le labbra gli era sfuggito un wow di stupore. 

Aveva voluto riprovare: dopo avergli preso dalla bocca il cartone di succo di frutto, si era messo a sedere sul letto, si era immerso negli occhi ambrati di Lelapo e aveva immaginato i bicchieri di plastica, ancora confezionati, che erano in un cassetto in cucina vicino al frigorifero. 

Lelapo era corso via, vi era stato un rumore di cose che cadevano per terra, ma poi era arrivato scodinzolante con il pacco di bicchieri in bocca. 

Il piccolo Sebastian aveva fatto un breve -ma ricco di entusiasmo- applauso. Presi i bicchieri, aveva aperto la confezione e si era versato del succo in un bicchiere. Dopo aver bevuto quattro sorsi, non aveva più quella secchezza mattutina in bocca, aveva abbassato il bicchiere verso Lelapo e gli aveva permesso di bere, a mo' di premio. 

Sebastian, abbandonando l'immagine di una nuvola bianca e a chiazze arancioni, ritornò a focalizzare la sua attenzione sulla bella e bianca fata, Shaila. 

–Potresti dirmi di più su voi fate? Su di te... su mia madre...–

Shaila lo guardò sorridente. Si avvicinò al letto, alzò la sottile veste e si sedette.

LykaiosWhere stories live. Discover now