Svegliarsi la mattina con la voglia di parlare solo con te

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Prima della luce del sole, quello che avvisava i concorrenti dell'inizio di un nuovo giorno era la musica. La musica, spesso inopportuna, sparata a palla, suonata per almeno un'ora dopo il risveglio. Solitamente, subito dopo quel rumore molesto, Raffaello era costretto a subire gli abbracci vigorosi di Luca, poi le sue manate in faccia e le sue battute squallide, micidiali durante il giorno ma assolutamente killer di prima mattina. Quella volta però, subito dopo la parte strumentale che segnava l'inizio dell'ennesima brutta canzone, Raffaello non era stato attaccato dal più giovane. Aveva aperto gli occhi quasi subito per accertarsi dell'assenza di Luca e dopo qualche secondo di riflessione si era alzato, quasi andarlo a cercare fosse un riflesso. Non ci aveva messo molto a trovarlo seduto al tavolo della cucina davanti alla colazione che sembrava avergli preparato Ivana. Con un sospiro aveva represso il fastidio che aveva provato nel vedere quella scena. Stavano ridendo e avevano smesso soltanto per voltarsi verso di lui.

"Ciao Fuffy!" aveva esclamato contento Luca. Lo stomaco di Raffaello aveva emesso un borbottio arrabbiato. Aveva lanciato un'occhiata ai due ragazzi e aveva deciso con uno sbuffo di sedersi il più vicino possibile ad Ivana e quanto più lontano potesse dall'altro. "Buongiorno a tutti e due" aveva bofonchiato guardandosi attorno, conscio dello sguardo di Luca stampato addosso.
"Ciao caro" – aveva cinguettato allegra Ivana contribuendo a rendere Raffaello ancora più nervoso con il mondo – "cosa vuoi per colazione?"
"Non lo so. Fai così, non darmi niente per adesso"
"Dovresti mangiare" - aveva detto a quel punto il ragazzo dopo essersi accomodato ad arte accanto a lui - "prima di tutto perché non tocchi cibo da ieri a pranzo e poi perché il dolce lo ha preparato Ivana e stai sicuro che se lo mangi non–"
" Ma mangialo tu il dolce di Ivana!"
Neppure voleva esclamarla quella frase, ma che fare? Ormai gli era scappata e non poteva far altro che battere la ritirata. Aveva abbandonato la sua sedia e con medesimo fare deciso si era incamminato verso il corridoio. Luca gli era alle costole.
"Che hai?"
Raffaello non aveva ovviamente risposto e lo aveva seminato per tornare sotto le coperte. Erano passati due minuti, soltanto due minuti, prima che Luca facesse la sua apparizione in camera e si rimettesse a letto. Se avesse dovuto usare una sola parola per quell'uomo, Raffaello avrebbe sicuramente detto "snervante".

"È la mancanza di sonno a farti fare così?"
"No, è la mancanza di calma"
Luca aveva sospirato esasperato, poi gli aveva posato una mano sulla gamba. "Giornata no?"
"Mpf"
" Presenza no, allora?"
"Ah Luca, sono felice che tu abbia cominciato a capire quando levarti da mezzo, grazie!"
"Vorresti lo capisse anche qualcuno a caso tipo non so, Ivana?"
Raffaello non aveva risposto e Luca – il maledetto Luca – aveva iniziato a ridere e farsi più vicino. "Cosa, cosa mi ridi?" era esploso a quel punto, molto meno sicuro di essere nervoso con il suo interlocutore che si stava ancora esibendo in una risata sguaiata.
"È un dolce, Fuffy, non una richie–"
"Non dire cose non pensate!"
Nei pochi secondi di silenzio a seguire, Raffaello non aveva smesso di fissare accigliato la parete. Il suo mutismo non aveva comunque impedito a Luca di continuare a ridere e neppure lo aveva fatto retrocedere dal suo intento di snervarlo definitivamente salendogli quasi sulla schiena e tormentando la sua normale respirazione con i suoi capelli lunghi.
"Levati Lu!"
"Su, Fuffy!"
"Fuffy un tubo" – aveva detto a questo punto col sorriso sulle labbra, pronto finalmente a puntare gli occhi in quelli dell'altro - "mi fai male, pesi come un mulo!"
"Che occhi che hai"
"Non sono la Rodriguez e tu non sei Ignazio, direi di cambiare registro"
"Alla Rodriguez non somigli per niente, massimo a Corinne"
A quel punto Raffaello aveva sfilato il cuscino da sotto la sua testa e lo aveva tirato in piena faccia a Luca. "Questo è per essere la rovina della mia vita e per tutto il resto". Una mano gelida gli aveva toccato la gamba, poco più su del ginocchio. Un pizzico, poi una carezza lenta sullo stesso lembo di pelle. "Non ho fatto niente", aveva detto con un sorriso furbo. Raffaello non era neppure mai stato arrabbiato, ma non poteva fare a meno di innervosirsi guardando Luca con una ragazza giovane, bella e soprattutto stabile. "Lo so" – aveva ammesso mente cercava di sottrarre il suo fianco alle mani del più piccolo – "è stato un insieme di cose. Dovrei andare a mangiare il dolce di Ivana per scusarmi"
"Stai con me ancora un po'"
"Dico davvero, Lu"
"Anche io. E ti ho portato una fetta della famosa torta, così fai colazione"
Raffaello non aveva risposto, si era solo messo a sedere sul materasso. Luca gli aveva sorriso di nuovo. "Adesso vuoi star con me, eh?" aveva detto a quel punto addentando la fetta del dolce che l'altro gli aveva messo fra le mani. Quello aveva solo piegato il capo per guardarlo meglio.
"Voglio sempre stare con te"
"Ruffiano" – aveva detto dopo qualche secondo di silenzio – "Pensa al fastidio che mi darai quando ci separeranno"
"Chi dovrebbe farlo?"
Senza sapere neppure come, si era trovato di nuovo steso ad un palmo di naso dal volto del giovane. "Le telecamere", aveva pensato più volte. Luca sembrava aspettare che se ne dimenticasse. A volte gli sembrava che quello non aspettasse altro che un bacio, un segno, una prova o un sigillo che attestasse che loro erano qualcosa. Ma erano davvero qualcosa? Avevano più o meno ammesso di piacersi. Non avevano potuto farlo come avrebbero voluto e Raffaello aveva tenuto costantemente presente la reputazione che Luca aveva cercato di mantenere fuori di lì. Ricordava Soleil con solida irritazione e come se non bastasse non poteva chiedere a Luca se avesse mai provato attrazione per un uomo prima di lui. Gli aveva scritto su un mattone di amarlo, ma poi? L'idea di esser tutto e non esser niente era quasi alienante, ma aveva troppo rispetto per l'uomo che in quel momento gli stava accarezzando il mento con un sorriso in volto. Continuava a tener presente il fatto che Luca aveva rotto con l'ex fidanzata soltanto tramite uno schermo e che probabilmente fuori di lì avrebbero dovuto parlare. Di fatto, da qualche parte nel mondo, lei era ancora legata a lui in qualche modo. Più come un cordone ombelicale che come un affetto, ma aveva senso. Da Luca non aveva mai potuto aver niente di più di un tocco più lascivo, la condivisione dello stesso letto e l'estrema vicinanza emotiva. Ricordargli – e ricordarsi – di non spingersi oltre l'ambiguo era difficile, ma necessario. I punti interrogativi sembravano occupare posti a tavola almeno quanto il resto dei loro coinquilini e Raffaello non aveva voglia di bruciar le cose. Raffaello voleva buttarli davvero via, i suoi medicinali. Voleva buttare in un sacco nero tutte le pillole del suo armadietto per far spazio agli innumerevoli prodotti per capelli di Luca, al suo rasoio, alla sua schiuma da barba, al suo profumo. Raffaello voleva che lo spazzolino dell'altro trovasse posto accanto al suo. Delle volte passava interi minuti in bagno a fissare quei due spazzolini nello stesso bicchiere, così rivolti l'uno verso l'altro. C'era una strana intimità in quel cieco guardarsi fra oggetti e spesso cercava di dimenticare che sullo stesso lavandino giacevano bicchieri con altre coppie di spazzolini che nelle loro rispettive case di provenienza avevano qualche altro oggetto con cui condividere la quotidianità. Era qualcosa di intimo, come era abituato a pensare quando da bambino notava che gli spazzolini dei suoi genitori non erano mai insieme.

"Sei triste?"
Raffaello aveva scosso la testa. "No" – aveva quasi sussurrato – "sono solo propenso alle riflessioni lunghe e silenziose. E vagamente stanco"
"Che palle sei"
"Tu sei la causa di tutti i decibel fuori posto di questa casa, qualcuno fra i due dovrà pur tacere ogni tanto"
"Chi dovrebbe separarci?" aveva ripreso Luca facendo scorrere le dita dal mento al naso dell'altro.
"Il televoto. Magari io esco prima di te"
"E quindi? Non ci divide comunque nessuno, voglio ancora vivere con te"
"Lo dici adesso, Nani"
"Sì, adesso. E quindi?"
Raffaello aveva emesso uno sbuffo e aveva scacciato la mano dell'altro. Luca aveva riso e aveva iniziato a punzecchiare il suo interlocutore sul petto con un'unghia. "Voglio sempre stare con te", aveva ripetuto col medesimo sorriso. In risposta non aveva potuto far altro che alzarsi dal letto, per evitare di dimenticare le telecamere e la situazione in cui si trovavano. "Io no" – aveva detto soltanto col solito tono fra lo scherno e il flirt – "quindi ora vado a parlare con Ivana e poi a fare una doccia"
"Devi allenarti!"
"Ho mangiato una fetta di torta e voglio assolutamente che mi lasci un ricordo fatto di grassi, zuccheri e chili, quindi non ci tengo per niente a cancellare tutto questo"
Aveva lasciato la stanza prima ancora che Luca potesse rispondergli. Solo mentre stava superando la cucina lo aveva sentito urlare "maleducato!". Aveva sorriso al soffitto, sicuro che l'altro non potesse vederlo e raccontarlo.


Angolo autrice: Allora. Ho da dirvi tante cose, ma tante. Per me le fan fiction sono un hobby, una sorta di allenamento e divertimento, ma scrivo da tanto tempo, farlo è tutta la mia vita e vi assicuro che leggere tutto l'amore e l'entusiasmo che mi avete trasmesso in questi giorni mi ha commossa e stupita. Ho visto persone che mi hanno detto di aver pianto, di esser riuscite a vedere i personaggi come reali, altre che mi hanno augurato un futuro con quello che scrivo e per me è incredibile. Sapere che riesco a toccare corde più o meno profonde dei vostri cuori anche solo con una fan fiction per me è il mondo e io vi ringrazio per tutto quanto. Ho deciso di ricambiare il vostro amore, di crederci e quindi di rendere questa storia più lunga di soli due capitoli. Non so ancora dove va questa storia, mi rendo conto che questo secondo capitolo non racconta sostanzialmente nulla di concreto e che forse è un po' deludente, ma è un viaggio in divenire anche per me. E lo avete iniziato voi con il vostro affetto, nessuno escluso. Alcune delle cose riportate sono accadute per davvero, sono però state inserite in un contesto da me inventato, penso riusciate anche a riconoscere cosa è reale (la gelosia nei confronti di Ivana su tutte, per esempio). Ho scritto tutto questo sul cellulare perché non sono a casa dei miei e sono senza pc, ma ormai mi diverte questa storia, anche solo come passatempo sui mezzi. Spero nonostante tutto vi piaccia e se non fosse così, grazie lo stesso di avermi aspettata e di averci creduto.
Un bacio sulla fronte come quelli di Luca a Raffaello.
Gab

Questo mi fa stare bene solo con teWhere stories live. Discover now