Twenty five.

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Federico rimase senza parole mentre il più grande, colmo di rabbia tutta diretta verso il biondo, raccoglieva tutte le sue cose e usciva da casa sua sbattendo la porta alle sue spalle. Il più piccolo era dispiaciuto per ciò che era appena caduto, non voleva litigare con Benjamin, soprattutto dopo aver passato una delle notti più belle della sua vita in sua compagnia, e non voleva farlo sentire usato ma la discussione tra Benjamin e Christian lo aveva agitato e quando era agitato preferiva restare da solo. Aveva cercato di spiegarlo al più grande, voleva spiegargli il suo punto di vista e che non doveva sentirsi offeso per questo, ma questo non voleva saperne di ascoltarlo perché troppo occupato a ripetergli che non voleva essere usato.
Quando Benjamin uscì da casa sua, il biondo, venne tentato dall'idea di seguirlo e abbracciarlo ma non lo fece. Federico non rincorreva mai le persone.
Il più piccolo però non faceva all'altro una colpa di ciò che era appena successo, Benjamin non lo conosceva bene e non poteva sapere come era fatto, le sue reazioni a determinate cose e quando aveva bisogno di restare da solo. Benjamin non lo conosceva e Federico non poteva fare a meno di chiedersi se avessero fatto la cosa giusta. Erano fatti per stare insieme?

Erano passati tre giorni dal litigio, se così poteva essere definito, di Benjamin e Federico e durante quel lasso di tempo il moro fece di tutto per ignorare il più piccolo. Federico continuava ad inviargli messaggi, a telefonarlo e a chiedergli di poterlo vedere per parlare con lui ma il ragazzo finiva per attendere per ore l'arrivo di qualcuno che non sarebbe mai arrivato.
Anche a lavoro il più piccolo non riusciva a concentrarsi come avrebbe dovuto, era spesso distratto e sbagliava gli ordini continuamente, per non parlare dei bicchieri e dei piatti che aveva rotto. Il proprietario del bar era sempre più preoccupato per lui, non lo aveva mai visto tanto distratto, neppure quando aveva passato uno dei momenti più brutti della sua vita, e voleva poterlo aiutare in qualche modo.

-"Federico?" Lo chiamò il proprietario del locale, con cui ormai aveva una certa confidenza.
-"Dimmi, Paul." Rispose Federico smettendo, per un momento, di pulire il bancone dopo aver fatto cadere del caffè.
L'uomo, stretto in un completo nero, si sedette davanti a lui e lo guardò accuratamente.
-"A vederti non sembri malato, non hai gli occhi lucidi o altro."
Il biondo aggrottò la fronte.
-"Che cosa stai dicendo?"
-"Che cos'hai, Federico?" Gli chiese Paul, con tono preoccupato. "Che cosa ti sta succedendo in questi giorni? Non ti senti bene?"
Il più piccolo sospirò e si prese il viso tra le mani.
-"Sto bene." Rispose, non troppo convinto delle sue stesse parole. "O almeno credo, cioè più o meno..."
-"Vuoi dirmi di che cosa si tratta?"
-"Non voglio annoiarti con i miei problemi..."
-"Fino a quando i tuoi problemi rompono i miei bicchieri e sbagliano gli ordini dei miei clienti, beh allora sono anche miei problemi." Ridacchiò il proprietario del bar. "Federico, dico sul serio, se vuoi parlarne con me io sono qui. Sai che mi fa piacere aiutarti se posso darti qualche consiglio lo faccio volentieri." Disse. "Sai che mi sono affezionato a te."
Federico sospirò e annuì.
-"Ti ricordo quando ti chiesi di poter restare al bar e incontrare quel mio amico?" L'uomo ci pensò su per qualche momento e dopo annuì. "Io e questo mio amico ci siamo visti altre volte, io ho detto a lui che mi piaceva e lui lo ha detto a me e qualche sera fa ci siamo baciati. Prima di lui però, o meglio prima che la cosa si facesse più seria, io in un certo senso frequentavo un altro ragazzo e non ho mai chiuso con lui.
La mattina successiva al nostro bacio, questo ragazzo è venuto a casa mia e loro due hanno iniziato a litigare. Io ho chiesto ad entrambi di andarsene e questo mio amico, se posso ancora definirlo tale, si è arrabbiato con me e mi ha accusato di averlo solo usato." Raccontò Federico. "È da giorni che provo a contattarlo in ogni modo e a chiedergli appuntamenti ma lui mi ignora." Aggiunse e sospirò rumorosamente. "Non riesco a pensare ad altro e quindi non riesco a concentrarmi." Concluse.
-"Mh." Mugolò Paul e si sistemò meglio sullo sgabello. "Brutta questione ma è facile risolverla." Disse.
-"E che cosa dovrei fare?"
-"Vai da lui, a casa sua." Rispose l'uomo. "Non lasciargli modo di ignorarti ancora. Risolvi questa questione di persona."
Federico sgranò gli occhi nel sentire quelle parole, come aveva fatto a non pensarci lui stesso? Era ovvio che dovesse andare da lui, doveva affrontarlo e dirgli come stavano le cose.
-"Hai ragione!" Esclamò Federico, con tono di voce forse troppo alto. "Devo parlare con lui!"
-"E devi farlo subito."
-"Subito?"
-"Sì, Federico, subito." Sorrise Paul. "Ti do il resto della giornata libera e, nel caso dovesse andare bene, domani mattina sentiti libero di arrivare più tardi."

Federico rimase per qualche minuto a ringraziare Paul, subito dopo prese le sue cose e corse in macchina per poter raggiungere il palazzo dove abitava, sperando che Benjamin fosse in casa.
In soli pochi minuti, grazie alla strada poco trafficata, Federico raggiunse lo stabile dove entrambi abitavano e parcheggiò distrattamente. Corse fuori dalla macchina e si catapultò verso l'ascensore, aveva bisogno di parlare con Benjamin.

Non appena il ragazzo raggiunse il quarto piano, bussò al campanello di casa, stando però attento a non esagerare e a non spaventare il ragazzo che sperava fosse in casa. Il cuore gli batteva all'impazzata e sapeva che non si sarebbe calmato tanto facilmente, non sapeva esattamente che cosa dire a Benjamin ma sperava che questo fosse disposto a parlare con lui.
Dopo qualche secondo la porta in legno si aprì e davanti agli occhi di Federico comparve un Benjamin assonato, coperto solo da un pantalone nero di pigiama e con i piedi scalzi.
-"Federico." Sussurrò sorpreso il maggiore.
Federico fece un sorriso tirato e, senza proferire parola, entrò in casa sotto lo sguardo confuso del moro.
-"Noi due dobbiamo parlare." Disse Federico e si voltò verso il moro. "Che tu lo voglia o no." Aggiunse e si tolse il cappotto.
Il moro chiuse la porta e appoggiò la schiena contro questa.
-"Sei venuto a chiedermi scusa per il tuo comportamento?"
-"Sarebbe troppo facile chiederti solo scusa." Rispose Federico. "Voglio anche spiegarti come stanno le cose." Aggiunse. "E spero tu possa ascoltarmi."
Il moro sospirò e andò a sedersi sul divano nero, facendo cenno all'altro di accomodarsi accanto a lui.
-"Vieni, ti ascolto." Disse e incrociò le braccia al petto. "Per circa sette minuti."
Il più piccolo sorrise e corse a sedersi accanto a lui.
-"Io non sapevo che Christian sarebbe venuto quella mattina."
-"Questo lo so già."
-"Non interrompermi." Borbottò il più piccolo. "Allora, come stavo dicendo, non sapevo che Christian sarebbe venuto quella mattina e non sapevo che avreste litigato. Io non ho mai chiuso con Christian semplicemente perché non l'ho mai pensato, non mi è mai passato per la testa di telefonarlo quindi non ho potuto mai dirgli ciò che stava succedendo. Puoi anche controllare il mio telefono o chiedere a lui o a chi ti pare, è la verità." Iniziò a parlare il più piccolo e gli prese le mani fredde. "Ho chiesto ad entrambi di andare via perché io odio i litigi e odio far star male le persone, in quel momento avevo bisogno di restare un po' da solo e capire come risolvere questa situazione senza far del male a nessuno. Alla fine Christian non ha fatto nulla di male e non vedo perché debba soffrire." Continuò. "Mi dispiace però aver fatto soffrire te, io volevo stare con te ma ho anche bisogno dei miei spazi." Aggiunse. "Non volevo farti soffrire, Ben, te lo giuro. Mi credi?"
Benjamin sospirò e gli strinse le mani.
-"Ti credo." Disse e si avvicinò a lui. "Dispiace anche a me essere andato via in quel modo e averti ignorato in questi giorni. Ero arrabbiato però e so essere davvero testardo, ammetto però di aver esagerato." Aggiunse e gli accarezzò il viso. "Devo chiederti scusa anch'io." Continuò.
Federico sorrise e si sedette sulle sue gambe.
-"Solo se mi baci."
E Benjamin lo fece.

Hot Chocolate || Fenji.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora