Sixty eight.

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Se quello era solo un sogno, Benjamin non voleva svegliarsi. Per tutta la vita aveva desiderato avere un'opportunità del genere, era il suo sogno fin da bambino, e in quel momento stentava a credere fosse la realtà. La sua realtà.
A pochi metri di distanza da lui si stava svolgendo la sua mostra, in una delle gallerie più importanti di Ottawa, e aveva appena parlato con l'amministratore delegato di uno dei musei più importanti del mondo e questo gli aveva offerto una nuova vita a New York. Nella città dei suoi sogni.
Il sorriso non accennava a svanire dal volto del moro, continuava a pensare a quello che gli era appena successo e scoppiava a ridere senza un reale motivo. Era felice. Non riusciva a stare fermo per più di dieci secondo, sentiva di essere energico come non lo era mai stato in vita sua. Osservava quel foglio ripiegato più volte su se stesso e immaginava il momento in cui avrebbe telefonato a Daniel e gli avrebbe detto che accettava il lavoro. Si sarebbe trasferito a New York e avrebbe iniziato una nuova vita.
In quel momento, dall'altra sala, sentì la voce di Federico mentre si chiedeva dove fosse finito e se avesse finito di parlare con quella misteriosa persona. Federico.
-"E ovviamente puoi portare il tuo fidanzato, Federico se non sbaglio, se lui è d'accordo." Gli aveva detto Daniel.
Federico sarebbe stato d'accordo? Sarebbe andato con lui a New York?
"Ma certo che verrà con te, Benjamin!" Si disse Benjamin e annuì determinato.
Federico non lo avrebbe mai ostacolato, gli aveva detto più volte che gli sarebbe stato accanto in ogni sua decisione. Sarebbe andato con lui a New York e sarebbero stati felici insieme nella grande mela.

Benjamin raggiunse la sala con un sorriso raggiante, salutò quattro o cinque persone che si avvicinarono a lui per fargli i complimenti. Pochi minuti dopo riuscì a trovare Federico, intento a mangiare qualcosa al buffet, e gli corse incontro per abbracciarlo forte. Federico, in un primo momento, sobbalzò ma subito dopo si tranquillizzò.
-"Amore, eccoti." Disse Federico, si voltò verso di lui e gli diede un bacio a stampo. "Stavo iniziando a preoccuparmi."
Al moro però non bastò quel semplice bacio a stampo, mise una mano dietro la nuca del minore e fece unire le loro labbra. Subito dopo Federico allacciò le braccia dietro al collo del maggiore e schiuse le labbra.
-"Ben vorrei evitare di dare spettacolo alla tua mostra." Ridacchiò Federico, dopo qualche minuto mentre il moro lo spingeva contro il muro.
Il moro sorrise e gli morse il labbro inferiore.
-"Tu sei sempre uno spettacolo, piccolino." Rispose e lo lasciò andare.
Il più piccolo sorrise e gli prese la mano.
-"Mi sembri molto più rilassato e felice." Commentò il più piccolo. "Posso sapere con quale mago hai parlato?" Chiese divertito.
Benjamin gli baciò la guancia e lo guidò verso un gruppo di persone che stava richiamando la sua attenzione.
-"Dopo la mostra dobbiamo parlare." Gli disse.
-"Devo preoccuparmi?"
-"Per niente."

La mostra si svolse tranquillamente, Benjamin continuava ad essere felice e ad intrattenere con entusiasmo tutti coloro che si rivolgevano a lui. Federico era felice di vederlo tanto allegro, non sapeva che cosa fosse successo ma ne era felice. Per tutta la mostra il moro non lasciò la mano del suo fidanzato neppure per un momento e, di certo, non si risparmiò in baci. Ogni occasione per Benjamin era ottima per baciare il più piccolo e, questo, di certo non si tirava indietro.
Dopo la mostra la giovane coppia, dopo aver salutato Kevin felice di aver incontrato quella che definiva la ragazza della sua vita, decise di andare a cena in un ristorante poco lontano dalla galleria che aveva aperto da poco.
Per loro fortuna il ristorante non era particolarmente affollata, data anche la tarda ora, e potevano parlare tranquillamente.
-"Sembra promettere bene." Disse Federico mentre osservava le pietanze che arrivano agli altri tavoli.
I due avevano appena ordinato, avevano deciso di non esagerare e Federico aveva lasciato che Benjamin ordinasse per entrambi.
-"Sì, molto." Rispose il moro e si sistemò meglio sulla sedia bianca.
-"Allora di che cosa vuoi parlarmi?" Gli chiese il più piccolo, impaziente, e inclinò la testa da un lato.
-"Vedo che sei impaziente." Ridacchiò Benjamin e gli prese la mano.
-"Voglio sapere che cosa rende tanto felice il mio ragazzo." Rispose il biondo e sorrise. "E capire se devo essere geloso."
Il più grande si portò la mano del biondo alle labbra e gli baciò il dorso.
-"Non ne hai motivo."
-"Dai dimmi che succede." Lo incitò a parlare Federico.
Il moro non poté fare a meno di sorridere, ripensare a tutta la faccenda lo riempiva di gioia. Era il suo sogno.
-"La persona che ha voluto parlare con me, con tanta urgenza, è Daniel Weiss."
-"E chi sarebbe?"
-"L'amministratore delegato del Metropolitan Museum of Art di New York." Gli spiegò il moro.
Quando il più piccolo senti nominare New York sobbalzò e fece fatica a restare seduto, temeva il peggio.
-"E c- che cosa voleva da t- te?" Balbettò il più piccolo e deglutì. Era agitato, decisamente agitato.
Benjamin sorrise, sinceramente felice, e strinse la mano del suo fidanzato che non riusciva a stare fermo.
-"Una cosa incredibile, Federico, non credevo sarebbe mai successo a me." Iniziò a parlare Benjamin e il minore intuì quanto fosse felice. "Mi ha proposto di andare a New York con lui, mi ha detto che metterà a disposizione i migliori insegnanti affinché io possa diventare il migliore. Io, Federico, capisci? Proprio io!" Continuò a parlare entusiasta. "Mi ha anche detto che mi darà una casa e farò mostre al suo museo, la vita che ho sempre desiderato!" Aggiunse. "Sono felice, Federico, sono felicissimo." Concluse e sorrise raggiante.
Il biondo sentiva le lacrime pizzicargli gli occhi, avrebbe tanto voluto gioire con Benjamin, essere felice con e per lui, ma non ci riusciva. Non riusciva ad essere felice per Benjamin. Lentamente ritrasse la mano e abbassò lo sguardo sulle sue gambe.
-"Capisco." Sussurrò. "Bella proposta." Concluse.
-"E non ti ho ancora detto la parte migliore!" Esclamò il più grande, che non aveva notato il cambiamento d'umore del più piccolo.
-"E sarebbe?"
-"Tu puoi venire con me."
Federico alzò, di scatto, lo sguardo e se solo avesse potuto avrebbe incenerito Benjamin in quel preciso momento.
-"Che cosa hai detto?"
Il moro sorrise nuovamente e gli prese entrambi le mani.
-"Puoi venire con me a New York, Federico." Disse. "Possiamo iniziare una nuova vita in America ed essere felici insieme."
-"Una nuova vita a New York..." Sussurrò il più piccolo, stentava a credere che Benjamin lo pensasse davvero.
Benjamin annuì e gli baciò le mani.
-"Vuoi trasferiti con me a New York, Federico?" Gli chiese felice.
Federico ritrasse le mani, prese la sua giacca e si alzò.
-"No." Rispose e andò via.

Hot Chocolate || Fenji.Where stories live. Discover now