Fifty nine.

914 124 50
                                    

Si sentiva morto. Benjamin si sentiva morto nel momento in cui Federico gli disse che lo odiava e che non voleva saperne più niente di lui. Il moro provò a replicare, non poteva perderlo in quel modo per un errore tanto stupido, ma Federico non voleva ascoltarlo era fisso sulla sua idea e continuava a ripetergli che tra di loro era tutto finito. Che lo aveva distrutto.
Ad un certo punto il più grande non riuscì più a trattenersi, scoppiò in lacrime e continui singhiozzi gli scuotevano il corpo. Le forze lo avevano abbandonato e sentiva che non avrebbe retto quella situazione ancora per molto tempo ma doveva farlo, doveva lottare per Federico. Non poteva perderlo.
Quando scoppiò in lacrime tutto ciò che ottenne dal minore fu un'occhiata quasi disgustata e gli disse che non gli faceva pena, non avrebbe cambiato idea solo per due lacrime finte. Benjamin continuava a ripetergli che lo amava e che aveva sbagliato ma mentre lo faceva si rendeva conto di quanto ridicolo sembrasse agli occhi del più piccolo. Lo aveva tradito e glielo aveva tenuto nascosto, con che coraggio Gli ripeteva che lo amava?
-"Ora ti farò una domanda e voglio che tu sia sincero." Disse, dopo circa mezz'ora di grida e lacrime, Federico con tono sicuro e il volto inespressivo.
-"D- dimmi..." Singhiozzò il moro e tirò su con il naso.
Il più piccolo gli si piazzò davanti e incrociò le braccia al petto.
-"Sei pentito, Benjamin?" Gli chiese. "Sei pentito di quello che hai fatto?" Continuò. "Sei pentito di avermi tradito?"
Benjamin boccheggiò a quella domanda, era combattuto. Non sapeva se facesse più male una bugia o la verità in quel momento. Federico però doveva sapere la verità.
-"No."
Federico non replicò, non fece scenate, si limitò a prendere il suo giubbotto e ad uscire da quella casa. Per non fare mai più ritorno.

I giorni passavano e Benjamin ancora non aveva ritrovato le forze per uscire da quell'appartamento, di tanto in tanto prendeva il cellulare e sperava che il più piccolo gli avesse inviato qualche messaggio ma, del suo ex fidanzato, non aveva notizie. Si domandava se anche Federico stesse soffrendo come lui, o forse anche di più, se fosse tornato alla sua solita vita o se lo avesse già dimenticato. Una parte di lui sperava che Federico lo avesse dimenticato, che avesse dimenticato ciò che gli aveva fatto e che fosse di nuovo felice. L'altra parte di lui però si sentiva morire all'idea che Federico fosse felice senza di lui, si sentiva morire all'idea che Federico lo avesse dimenticato, che non provasse più nulla per lui. Era egoista, maledettamente egoista ma non voleva rinunciare a Federico. Qualcosa dentro di lui glielo vietava. L'amore.
Piccoli fiocchi di neve cadevano dal cielo plumbeo di fine dicembre, la festa tanta attesa nella capitale illuminata era arrivata. La vigilia di Natale era finalmente giunta e tutti erano pronti a festeggiare, tutti tranne Benjamin.
"Sarebbe stato il nostro primo Natale insieme..." Pensò il più grande e una lacrime scese a rigargli il volto pallido. "Invece ho rovinato tutto...
Mi dispiace, mio piccolo Fè, mi dispiace tantissimo..."
Un sonoro singhiozzo lasciò le labbra secche di Benjamin che si rigirò nel letto. L'assenza di Federico gli pesava come un macigno, aveva perso ogni voglia di vivere, anche la sua ispirazione era svanita. Era diventato l'ombra di se stesso.
Qualcosa però, in quel momento, nel suo cervello scattò qualcosa che lo costrinse ad afferrare il suo cellulare, sbloccarlo, aprire i messaggi e cercare la chat con il più piccolo. Le sue dita iniziarono a digitare ancora prima che lui se ne rendesse conto.
«Vorrei iniziare con uno ciao o con un caro Federico ma non avrebbe senso. Forse neanche inviarti questo messaggio ha senso ma non posso fare altrimenti.
Non riesco a lasciarti andare, non riesco a pensare di averti perso.
Ho sbagliato, Federico, so bene di aver sbagliato e so di non meritare il tuo perdono ma non riesco a rassegnarmi. Non posso perderti.
In vita mia non ho mai provato ciò che provo per te, in passato credevo di essermi innamorato ma quando ho conosciuto te ho scoperto che non era amore. Quello che provo per te, Federico, è amore. Quello che provo per te è quel genere di amore che ti fa sentire impotente, a tratti stupido, perché ti senti piccolo davanti ad un sentimento di tale dimensioni, allo stesso tempo però ti senti vivo e senti di poter lottare contro il mondo. Quello che provo per te è quel genere di amore che non ti prende solo il cuore, ti scorre nelle vene, si mescola al sangue e raggiunge ogni parte del corpo. Quell'amore che brucia dentro e ti sprona ad essere migliore. Ti fa fare cose che non credevi potessi fare. Ti viene voglia di lottare e saresti disposto a farlo contro il mondo intero.
Quello che provo per te è quel genere di amore che non fa promesse che non può mantenere, la sua unica promessa è di essere intenso e di lasciare il segno. In me l'ha lasciato il segno, Federico, l'amore che provo per te ha lasciato un segno indelebile e in te, piccolo?
Il nostro amore brucia ancora dentro di te o già mi hai sostituito? Già mi hai dimenticato?
So che non dovrei farti questa domanda, non ne ho il diritto ma io continuo a preoccuparmi per te. Per noi.
Io ti amo, Federico, e per quanto per te adesso non abbiano più significato queste parole ma per sono ricche di significato. Ora più che mai. Ora che ti ho perso, perché per quanto io possa negarlo so di averti perso, ho capito quanto forte sia il mio amore per te.
So che sarà difficile ma noi possiamo ricominciare.
Vuoi essere il mio regalo di Natale, Federico?
-Benjamin.»
Senza pensarci troppo Benjamin inviò quel messaggio senza neppure rileggerlo, sapeva di sembrare ridicolo ma doveva farlo. Doveva lottare per Federico.
Il ragazzo rimase in attesa, con il cuore che sembrava pronto ad esplodergli, fino a quando quello due spunte grigie non diventarono blu. Un sorriso speranzoso comparve sul suo volto ma si spense dopo poco.
Bloccato.
Federico lo aveva bloccato.

Hot Chocolate || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora