Quando mi svegliai il mattino seguente ero stranamente di buon umore, per me era raro visto che appena apro gli occhi solitamente sono intrattabile.
Mi alzai e scoperchiai il letto per farlo respirare poi scesi in cucina e trovai Pepa e Savannah con gli occhi puntati verso le scale. "Oh buongiorno piccoli. Adesso vi do la pappa." Avevo detto la parolina magica visto che entrambi si agitarono e iniziarono a girarmi intorno. Riempii le loro ciotole d'acqua poi, prima di salire, tirai fuori dal congelatore un paio di croissant e li misi in forno a scaldare per una ventina di minuti. Giusto il tempo di una doccia. Salii veloce le scale e dopo aver rifatto il letto mi spogliai e mi buttai sotto il getto d'acqua bollente.
Che meraviglia. Era così rilassante ma allo stesso tempo mi aiutava a svegliarmi del tutto. Se solo ci fosse anche Martin con me. "Oddio ma cosa sto dicendo?" sussurrai con le mani sul viso arrossendo come se lui potesse sentirmi o vedermi. Mi stavo vergognando talmente tanto che velocizzai tutti i movimenti per potermi finalmente vestire. Da qualunque parte girassi la testa mi sembrava di vedere il suo sguardo divertito e quel sorriso dolcissimo che mi aveva rivolto la sera precedente prima di salire sul pullman.
Sbuffai cercando di non badare alle sensazioni che mi provocava anche solo pensarci e uscii dalla doccia avvolta nel mio asciugamano. Mi asciugai velocemente e dopo aver indossato l'intimo mi misi i miei jeans attillati preferiti, un maglioncino, manco a farlo apposta, bianco e nero e dei maxistivaloni imbottiti col pelo per evitare di scivolare sulla neve che si era accumulata durante la notte. Scesi appena in tempo per evitare che la mia colazione si carbonizzasse in forno e mentre aspettavo che si raffreddasse un po' mi truccai. Mangiai velocemente il mio cornetto alla nutella bevendoci dietro il caffè, mi lavai i denti, lasciai un bigliettino per ricordare le medicine a Cristina ed uscii.Faceva un freddo cane e dal pomeriggio precedente non smetteva un attimo di nevicare. Sarebbero stati dei bei problemi se avesse continuato così perché avrebbero sospeso dei voli, e in quel momento il mio unico pensiero era di riuscire a vedere William e Shane.
Nonostante mi fossi alzata tardi fregandomene altamente della sveglia, arrivai in hotel in perfetto orario e dopo esseri messa il grembiulino legato in vita bussai in ufficio da Ettore. "Avanti." lo sentii urlare. "Buongiorno Ettore. Paolo?" chiesi buttando dentro la testa sorridendo. "Ciao Fede, Paolo è un po' in ritardo stamattina, Daniel ha la febbre. Tu invece hai mantenuto la parola e sei in perfetto orario. Ne terrò conto." sorrise. "Bhè te lo avevo promesso. Ma Paolo ha una scusa valida." "Vero, hai ragione. Dai vai ad aiutare Oscar al bar." "Ok, ci vediamo in giornata." Richiusi la porta del suo ufficio alle mie spalle e mi recai a passo svelto ad aiutare il mio collega dietro il bancone.
"Buongiorno Oscar." gli rivolsi un sorriso a cui rispose con un occhiolino. "Buongiorno Fè. Ma che ci fai a lavoro, non hai fatto il turno serale di Cristina ieri?" "Sì ma mi sono proposta io anche per oggi visto che gli altri sono praticamente tutti in vacanza e oggi è l'ultimo giorno di lavoro." "Io non ci sarei riuscito." "Per forza, sei uno scansafatiche." "Fanculo." Scoppiammo tutti e due a ridere poi lui si dedicò a un paio di clienti entrati per la solita colazione.
Diedi le spalle ai clienti e iniziai a pulire i filtri della macchinetta del caffè, poi mi abbassai sulle ginocchia per cambiare i sacchetti pieni di polvere usata e sostituirli con quelli nuovi. Oscar intanto continuava a chiacchierare con me quando all'improvviso, dopo aver sentito la porta aprirsi si zittì. Lo sentii schiarirsi la voce e rivolgersi a me con un ghigno soddisfatto. "Ehm Fede, io vado in bagno, non mi sento troppo bene, occupati tu dei prossimi clienti." mi rialzai. "Ma.. Oscar sicuro che va tutto bene?" Lui non mi rispose e lo vidi sparire di corsa verso i bagni. Ricordo di aver pensato che era strano.Come mi girai verso il bancone il mio cuore perse un battito. Lui era lì, davanti a me con alcuni compagni e io lo fissavo come una scema imbalsamata. "M-M-Martin?" balbettai deglutendo rumorosamente. "Ciao, todo bien?" mi rispose lui con un sorriso bellissimo. Fabio, Arturo, Andrea e Claudio ci guardavano divertiti. "Eh già, noi siamo qui in cinque e lei vede solo Martin giustamente." tutti risero. "Ciao giuventina." disse Fabio, Martin lo fulminò. "Ancora con esta storia? Hai rotto le bolas Fabio." Loro si trascinarono ridere uno dopo l'altro e io li seguii. "Dai ragazzi, non litigate. Io tutto bene comunque. Non mi aspettavo di rivedervi così presto. Che vi preparo?" mi rispose Claudio stavolta. "Anche noi non ci aspettavamo di trovarti dopo ieri sera. Non sei stanca?" "Comunque cinque cappuccini chiari con il cacao e cinque pezzi della crostata di ieri. Era buonissima." mi disse Andrea sorridendo. "Ok, arrivano subito. Mi fa piacere che vi sia piaciuta. Comunque io sto bene e no, non sono stanca per niente." li guardai tutti soffermandomi su Martin. "Per me ieri sera non è stato lavoro, ma piacere."
Gli diedi le loro fette di torta e decorai la schiuma dei cappuccini con il cacao disponendolo a forma di cuore. Neanche a farlo apposta il cuoricino sulla tazza di Martin venne perfetto e senza sbavature. Me ne resi conto, lui anche, visto che nel prendere la tazza mi sfiorò di proposito la mano. Come noi anche gli altri lo avevano notato. Claudio e Andrea sorridevano scrollando la testa in attesa della battuta di Fabio che, incalzata da Arturo, non tardò ad arrivare. "Eh ma guagliò, allora lo fai apposta eh. Va bene che ti piace Martin però così sei proprio spudorata." Io arrossii e Martin mi sorrise. "Che bella coppia di giuventini che siete." aggiunse per poi scoppiare a ridere tenendosi la pancia. Martin alzò gli occhi al cielo e di rimando tirò uno scappellotto potente al suo compagno napoletano che di colpo si zittì toccandosi la parte dolorante. "Fanculo Martin." rise. "Fanculo tu Fabio." rise anche lui. Era uno spasso guardarli bisticciare, un sudamericano e un napoletano poi.
"Che fate a Natale ragazzi?" chiesi mentre riordinavo le tazzine lasciate dagli altri clienti e asciugavo il bancone. "Staremo quasi tutti a Torino con le nostre famiglie, Simone scenderà a Roma a trovare i parenti e Mirko andrà in Montenegro per festeggiare anche Capodanno." mi rispose Arturo finendo la sua colazione. "E tu che programmi hai?" "Io resto a Torino con la mia coinquilina che ha invitato la sua famiglia da Rimini, mentre da Milano salgono i miei fratelli. Per Capodanno ancora dobbiamo decidere." Non mi fecero domande sui miei genitori, forse il mio tono aveva trasmesso qualcosa.Finirono con calma la loro colazione e Martin insistette per pagare tutto lasciandomi dieci euro di mancia. "Gracias chico." gli dissi scherzosa sorprendendolo. "Hablas espanol?" "Solo un pochino." "Te lo insegnerò allora." Andrea gli posò la mano sulla spalla. "Dai chico" rise con lui. "Andiamo al campo a salutare gli altri." "Va bien." Fabio con lo sguardo capì che non avrei voluto lasciarli andare e in un certo senso mi aiutò. "Dai Fede, fai il giro e vieni ad abbracciarci." mi disse facendomi l'occhiolino. Mi tolsi il grembiule posandolo sul lavandino e andai ad abbracciarli uno per uno lasciando, ovviamente, Martin per ultimo e rimediando anche cinque foto.
Senza farmi sentire dagli altri, non so con quale faccia tosta, chiesi a Martin che profumo usava. "Adesso ho One Million, perché?" "Mi piace, ti si addice molto ed è buonissimo." stavolta fu lui ad arrossire. "Gracias tifosa mas hermosa, anche il tuo è buono." "Miracle." "Milagros allora. Indossi un miracolo." posò le labbra sulla mia guancia e poi dopo gli ultimi saluti uscì seguito dagli altri.Paolo, che nel frattempo era arrivato, mi si avvicinò con Ettore e Oscar che avevano assistito divertiti alla scena per una buona mazz'ora. "Tesoro sei ancora tra noi o sei già nel mondo dei sogni con il tuo principe?" mi chiese Paolo ridendo. "Credo di esserci. Credo." La mia espressione doveva essere davvero uno spasso tanto che entrambi i miei capi dovettero appoggiarsi al bancone per reggersi in piedi, mentre Oscar mi abbracciò difendendomi con tenerezza.
La mattinata passò tutto sommato tranquillamente, esclusi i soliti clienti puntigliosi e rompi bolas. Eh ormai stavo iniziando a convertirmi allo spagnolo.Tornai a casa poco prima di mezzogiorno e fui avvolta da uno squisito profumo di patate arrosto e costolette di maiale al sugo. Cristina era un'ottima cuoca così, dopo essermi messa comoda, iniziammo a mangiare e le raccontai della mia mattinata incredibile.
"Te l'ho detto tesoro, secondo me gli piaci. Dai è dolce e senza dubbio un interesse c'è." disse Cristina caricando la lavastoviglie. "Lo vorrei tanto. Mi piace da morire e mi piacerebbe anche se fosse un muratore, non mi importa il suo conto in banca." "Ti credo Fede, tu sei genuina, i tuoi occhi non mentono quando parli di lui. Brillano e diventi rossa, sei tenerissima." sbuffai. "Lui è troppo per me." "Ma che dici, tu saresti perfetta. Sei sincera con i tuoi sentimenti e ami i bambini. Lui ne ha una e lo sai meglio di me." Cristina notò il mio sguardo malinconico e cercò di distrarmi. "Dai, andiamo a cucinare per i prossimi giorni così ci portiamo avanti, ok?" annuii sorridendo. Amavo cucinare e mi rilassava quindi era perfetto.
Passammo l'intero pomeriggio ai fornelli sperimentando ricette e riempiendoci di mille odori diversi, ma l'unico che mi rimase impresso era il suo. Per cena ordinammo una pizza e dopo una cioccolata calda andammo a dormire aspettando con ansia il giorno dopo per l'arrivo dei nostri cari.NdA- Ciao a tutte!! Allora che ve ne pare? L'attrazione è evidente già ora. Che succederà secondo voi? Il destino è con loro?

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Mi destino es junto a ti - Fede || Martin Caceres
FanfictionFederica è una giovane studentessa che ha scelto Torino per fuggire dai brutti ricordi di Milano, la città dove ha lasciato i suoi due fratelli. Cristina, la sua nuova coinquilina, l'ha aiutata a trovare lavoro nel ristorante di uno dei più prestigi...