27.

291 12 14
                                    

"Creo que es meglio se ci lasciamo." Per un istante tutta la sala si ammutolì e il sorriso che avevo scomparve dal mio volto. "Ma.. che stai dicendo?" Lui alzò lo guardo incontrando il mio. "Quello che ho appena detto." Il suo tono duro e il suo sguardo gelido mi fecero tremare come se mi trovassi in mezzo ad una montagna di neve in Siberia, nuda e a venti gradi sotto zero. Rimasi a fissarlo inebetita per secondi che sembravano infiniti e Stephan, che era seduto di fronte a me lo riprese. "Ma cosa cazzo dici Martin, sei scemo?" Martin spostò a rallentatore l'attenzione da me a lui. "No es un tuo problema, claro?" Lo svizzero strinse i pugni sul tavolo arricciando la tovaglia mentre la moglie da un lato e Giorgio dall'altra cercavano di tenerlo buono. "No, non è chiaro un cazzo. Ma ti pare normale lasciare la tua ragazza ad una cena tra amici?" Martin stava perdendo la pazienza, notavo le sue vene del collo gonfiarsi ad ogni parola del suo compagno di squadra, ma non feci in tempo a fare tacere Stephan che lui sbatté i pugni sul tavolo. "Ho detto que no es un tuo problema." Trascinò la sedia sul pavimento e si alzò di scatto puntando i suoi occhi nelle iridi verdi di Stephan, mentre tra tutti gli altri ospiti era sceso un silenzio assordante misto ad incredulità. Carlos tentava di tranquillizzarmi accarezzandomi il braccio. "Non quiero più stare con ella, non la voglio più." 'Non la voglio più.' Martin aveva appena detto che non mi voleva più e in quel momento era come se mi avesse appena presa a cazzotti sul naso.

Il respiro iniziò a farsi veloce e gli occhi iniziarono a pizzicare come se mi ci avessero buttato un pugno di sabbia. "M- ma p- perché? Ho fatto qualcosa di sb- sbagliato?" Stephan continuava a fissare Martin, mentre Carlos si era alzato con me e mi teneva con delicatezza un polso per evitare, forse, una mia reazione violenta. Ma come poteva pensare che avrei colpito Martin? Lo amavo. Martin distolse gli occhi dallo svizzero e abbassò la testa. "Non hai sbagliato nada. Solo que.." sospirò rumorosamente quasi a prendere coraggio. "Non te quiero più." "Cosa? Non mi stai guardando Martin." Urlai totalmente fuori controllo avvicinandomi a lui e girandogli con forza il viso verso di me. "Non ti credo. Devi dirmelo guardandomi negli occhi, davanti a chi può sentire." "Smettila." Martin spostò con freddezza la mia mano dal suo viso. "Non empeorar la situazione. Te ho detto lo que pienso." "No. Devi guardarmi negli occhi." In mezzo alle nostre urla nessuno osava fiatare, erano solo allerta nel caso la situazione fosse degenerata, solo Stephan e, in quel momento, anche Arturo sembravano realmente furiosi con il loro amico e compagno di squadra mentre gli altri erano davvero troppo sconvolti per dire o fare qualcosa.
Martin sbuffò dal naso e si girò per trovarsi di fronte a me e fissarmi, poi con un tono piatto e gelido mi diede il colpo di grazia. "Non te amo più. Te l'ho detto en italiano, magari lo capisci meglio." Non ricordavo di aver mai provato un dolore tanto forte se non alla morte dei miei genitori, era come se il dolore al petto fosse talmente forte da non lasciarmi respirare. Martin mi aveva appena spezzato il cuore e non ci avrei messo poco a risanare le ferite. Abbassai lo sguardo sul pavimento provando ad essere il più forte possibile, poi diedi una leggera spallata a Carlos girandogli intorno ed uscii di corsa nel giardino sul retro della villa di Claudio.

L'atmosfera dentro rimase tesa. "Sei un hombre de mierda." Urlò Arturo al suo compagno, Martin di tutta risposta non fece altro che afferrare le chiavi dell'auto e dileguarsi augurando ai presenti un buon proseguimento. "Qualcuno vada da lei ragazzi, non lasciamola sola." Disse in tono dolce Roberta. Carlos, Arturo e Stephan furono i primi a raggiungermi in giardino.
Mi trovarono appollaiata su una panchina davanti alla fontana con gli occhi fissi nel vuoto e parte del trucco sciolto sulle guance. "Ehi piccolina.." Stephan si sedette accanto a me accarezzandomi i capelli mentre Carlos prese posto dall'altro lato e Arturo si abbassò sulle ginocchia reggendosi alle mie. "Ehi.." ripeté dolce lo svizzero, distolsi lo sguardo e appena mossi gli occhi le lacrime ripresero a rigarmi le guance. "No no, non piangere." Arturo mi passò i pollici sotto agli occhi liberando le ciglia da quelle perline di acqua salata. "I- io.." balbettai tirando su col naso "c- cosa ho fatto di male p- per meritarmi tutto questo?" "Nada, non hai fatto nada di male. Sei siempre così dolce." cercò di tranquillizzarmi Carlos massaggiandomi la schiena. "Forse lo sono stata troppo." Sembravo quasi più calma, ma scoppiai a piangere all'improvviso rifugiandomi nell'abbraccio che mi offrì Arturo. "Non ce la posso fare senza di lui, lo amo così tanto." "Oh dai, vedrai che si sistemerà todo. E ce la farai, sei fuerte" mi disse il cileno sorridendomi e scacciando via le mie lacrime.

Mi destino es junto a ti - Fede || Martin CaceresWhere stories live. Discover now