Capitolo trentadue

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Lauren arrivò alla centrale di polizia, dieci minuti dopo.
Le sue compagne avevano insistito ad accompagnarla ma Lauren aveva preso la sua auto  ed era andata da sola, dopo aver comunque ringraziato le compagne per la loro disponibilità. Appena arrivò fuori dalla centrale, Laura la invitò ad entrare in un furgone dove alla guida c'era la fidanzata di quest'ultima.
Era una di quelle macchine grandi e scure, quelle che vedono in ogni film poliziesco, quando gli agenti si devono spostare per le strade di New York, pronti per un'irruzione.
Non erano sole e Lauren lo poté notare dalle cinque macchine, dello stesso colore e delle stesse dimensioni, che seguivano la sua: la situazione era davvero così disperata per far muovere tutti quegli agenti?
Lauren sperava vivamente di no, anche perchè non avrebbe potuto sopportare di perdere Camila: insomma, non aveva ancora avuto la possibilità di abbracciarla, baciarla e coccolarla e poi era fermamente convinta che non sarebbe più riuscita a vivere senza di lei, accanto a se'.
E fu in quel momento che la nera si pentì di non aver rivelato subita la sua identità alla ragazza dagli occhi marroni, perchè sapeva che sarebbe stato tutto più semplice, che se si fosse svegliata prima, adesso non si trovavano in questa situazione e sapeva inoltre che Camila l'amava, non perchè era Lauren Jauregui, capitano del Manchester United, ma perchè era solo Lauren Jauregui, ma aveva avuto bisogno di tutto questo tempo per capirlo.
E Lauren si stava facendo così tanti complessi mentali, che non si accorse nemmeno che erano arrivate di fronte alla casa, quella casa di cui Lucy gli aveva tanto parlato.
La nera si guardò attorno, ed effettivamente da li si poteva vedere il bosco, proprio come nella foto e sembrava anche abbastanza simile a quello che per ore ed ore aveva analizzato dallo schermo del suo cellulare, assieme alle sue compagne. 

'Allora ragazze' Parlò la fidanzata di Laura, che si presentò come Lena. 

Era alta, con dei lunghi capelli biondi che gli toccavano le spalle e che svolazzavano a causa del leggero venticello che la colpiva in pieno viso. Non era una di quelle bellezze ammalianti, soprattutto se nella mente della nera, c'era costantemente la figura di Camila;  ma questo non era il momento adatto per fare simili confronti, anche se Lauren stava cercando in tutti i modi di pensare ad altro, prima che la sua mente ritornasse per la millesima volta sul pensiero che quella storia, sarebbe potuta finire nel peggiore dei modi.

'Voglio la squadra A e B a circondare la casa.
Quando avremo controllato che è accessibile, la squadra A farà il suo ingresso, mentre la B terrà d'occhio la situazione all'esterno e in caso di pericolo, interverrà, ma non prima del mio ordine.
Laura e Lauren starete qui fuori con la squadra B e se questa dovrà intervenire per aiutarci, voi starete comunque all'esterno dell'edificio. Non vogliamo mettere in pericolo anche voi.
Per precauzione vi lascio questi: sono degli apparecchi elettronici molto potenti e che, in caso di aggressione, paralizzeranno la vostra avversaria, stendendola al tappeto.
Allora, è tutto chiaro?'

Lauren non si perse nemmeno una parola ed annuì, mostrando al capitano di aver capito tutto quello che doveva fare.
Si posizionò in un angolo insieme a Laura, girandosi nelle mani ormai tremanti l'apparecchio
elettromagnetico che gli avevano dato, mentre vedeva Lena e tutta la squadra A, sparpagliarsi tra la porta d'ingresso e quella sul retro, mentre la squadra B, copriva ogni finestra o comunque ogni possibile punto di fuga.

'Squadra A, si entra'

E Lauren sentì solo il tonfo di una porta che veniva sfondata e dopo un lasso di tempo indecifrabile, il rumore di uno sparo provenire dall'interno della casa. 

CONTINUA.....

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