Capitolo trentacinque

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'L-Lern? C-come fai a sap-perlo?' La voce di Camila era un sussurro a malapena udibile: quel proiettile nel fianco le stava procurando un grande dolore e Lauren si stava ancora chiedendo che cazzo di fine aveva fatto l'ambulanza.
Non voleva vedere la sua piccola soffrire, voleva solo farla guarire e portarla con se nella sua immensa villa, a passare giornate intere a coccolarsi e rotolarsi tra le coperte del letto. 

'Amore mio, non parlare e non sforzarti.' Sussurrò Lauren, passando il pollice sul labbro inferiore della ragazza più piccola, che ancora la guardava con occhi spalancati non riuscendo a capacitarsi della presenza della sua idola che, oltre tutto, la chiamava "amore" e le parlava di Lern.

Ma Camila se ne fregò altamente delle sue fitte al fianco e ignorò il consiglio di Lauren: aveva di fronte quella ragazza che sognava da troppo tempo, non poteva di certo starsene in silenzio ed inoltre voleva capirci di più su quella storia al limite del ridicolo. 

'T-tu n-non sei L-Lern,le m-mie, ouch, c-compagne lo sono.' 

E Lauren allora capì: capì perché Camila era salita su quella macchina, quando era arrivata in stazione; capì che quelle stronze avevano detto che lei di essere Lern e , con l'inganno, l'avevano portata qui e fatta soffrire. 

Ancora non sapeva come fossero riuscite a scoprire di lei, ma l'avrebbe saputo presto.

L'importante era che tutta questa situazione era finita in meglio: ora c'era lei che avrebbe ammazzato di botte, chiunque avesse avuto la stupidità di avvicinarsi alla sua piccola, che aveva sofferto davvero troppo ed ora meritava solo di essere amata, con quell'amore che solo lei doveva darle, lei e nessun altra. 

'No, amore mio, sono io Lern e quel giorno ero anche alla stazione e ti ho vista salire su quella macchina.
Allora ho preso la targa ed io, le mie compagne e la cugina di Lucy, abbiamo iniziato a fare ricerche su ricerche per riuscire a trovarti, ma poi hanno trovato il cellulare e tu non c'eri ed io ero così... Sto stra parlando vero?'

Camila sorrise per la sua tenerezza, sorrise perchè il suo sogno più grande si era avverato, ma soprattutto, sorrise perchè allora si era innamorata della persona giusta, perchè aveva visto Lern una ragazza splendida e non si era sbagliata. 

'Facciamo che ti racconterò tutto, quando stari meglio, abbiamo tutta la vita davanti, da adesso in poi nessuna ti allontanerà di nuovo da me.'

Così, la ragazza dagli occhi marroni e in questo momento anche lucidi, aprì le braccia, in una richiesta silenziosa di un abbraccio, che la nera le diede subito. 

Ed era quello che si provava nello stare nelle sue braccia: quella strana sensazione alla bocca e allo stomaco, che ti convince di essere accanto alla persona giusta.

Stette attenta a non appoggiarsi sul fianco, che vedeva ricoperto da una specie di garza, per poi lasciare un piccolo bacio sul naso della più piccola, che non aveva smesso un attimo di sorridere, come lei d'altronde. 

'P-perchè mi hai s-scritta?' Chiese Camila, ancora tra le braccia della sua idola, dopo un lasso di tempo che poteva sembrare infinito: tra le braccia di Lauren era come se il tempo si fosse fermato e al diavolo il dolore al fianco, Camila non si era mai sentita meglio di così.

'Perchè mi sono innamorata di te, dal primo giorno che ti ho vista.'

E se quel proiettile non l'aveva uccisa, ci pensò quella frase.

CONTINUA....

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