Capitolo 5

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CAPITOLO 5.

La mattina dopo Jacob riuscì ad arrivare a scuola appena in tempo.

Nascose uno sbadiglio dietro la mano e varcò il cancello della scuola.

Carlos raggiunse l'amico e gli passò un braccio attorno alle spalle: «Buongiorno, Jacob. Com'è andata ieri sera?»

«Bene. Mamma mi ha messo in punizione per una settimana senza dolci per il mio ritardo» ammise lui.

«Intendevo con Erik» disse Carlos.

«Siamo rimasti al campo fino a mezzanotte. Ho dato la colpa a lui, ma poi a dire il vero non volevo dire a mia madre che per la prima volta ho scelto io di restare fino a tardi giocando con lui» ammise per la prima volta Jacob per poi aggiungere: «Abbiamo parlato un po' nello spogliatoio e mi ha detto che pensa a me così gli ho detto che anche per me è lo stesso ed alla fine mi ha riaccompagnato a casa»

«Io immaginavo un bacio o un abbraccio» disse Carlos pensieroso.

«Non voglio correre. Sono stato rifiutato troppe volte e non voglio ripetere l'esperienza» rispose lui lasciandosi andare ad un sospiro: «Quello che provo per lui è un sentimento forte ed ho troppa paura di essere rifiutato se gli dicessi subito la verità»

Carlos sospirò, ma sapeva che l'amico questa volta era sicuro del suo cuore per questo entrati nell'edificio scolastico si mise a seguire le lezioni, ma doveva parlare con Erik e capire cosa davvero ne pensasse anche perchè da quel ragazzo si era aspettato qualcosa di più durante la sera precedente.

Le lezioni passarono lente ed al suono dell'intervallo per il pranzo, Carlos, non si presentò dagli amici, ma andò in terrazza sicuro di trovarci Erik, ma durante il tragitto una domanda si fece strada in lui: E se Erik non fosse innamorato di Jacob e lo stesse prendendo in giro?

A quel punto accelerò il passo quando giunse a destinazione trovò Erik che sonnecchiava godendosi il sole caldo e s'accomodò al suo fianco.

«Che vuoi?»

«Parlare con te di Jacob» ammise lui senza giri di parole.

Il ragazzo biondo si mise seduto e si passò una mano tra i capelli cercando di risvegliarsi da quel sonno che l'aveva avvolto fino a poco prima. «Ti ha mandato lui?»

«No. Non sa che sono qui. Io e Jacob ci conosciamo dalle elementari, sono sempre stato al suo fianco e non voglio vederlo soffrire. Dopo tutto quello che ha passato e le sofferenze che nel tempo hanno caratterizzato la sua vita, da quando ha iniziato a giocare a calcio ha trovato un equilibrio ed uno scopo, poi c'è stato l'infortunio e la riabilitazione ed in quel momento si è accorto di amarti sul serio. Ti chiedo per questo di non farlo soffrire» disse lui senza troppi giri di parole. Erik si alzò da terra arrabbiato con il ragazzo dicendo: «Non spettava a te rivelarmi i suoi sentimenti. È abbastanza grande per decidere da solo come affrontare le situazioni»

«Quindi lo vuoi già scaricare?» chiese lui indignato.

«Tu non sai niente di quello che sento io nei suoi confronti. Deciderò io quando e come dichiararmi a lui non intrometterti mai più in cose che non ti riguardano» disse Erik guardandolo con occhi fiammeggianti per quella sua patetica intrusione per poi andarsene dalla terrazza prima di fare qualcosa che Jacob non gli avrebbe mai e poi mai perdonato ed era certo che uccidere il suo migliore amico non era per niente un buon passo per conquistare il suo cuore.

Carlos, però, non aveva messo in conto che Erik avrebbe potuto dire della loro chiacchierata a Jacob e se lui l'avesse saputo di certo avrebbero litigato per questo s'alzò di corsa per andare a cercarlo, ma Erik era bravo a sparire così come arrivava e non riuscì a trovarlo da nessuna parte.

Amare un vampiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora